10 febbraio. Nel “Giorno del Ricordo” la testimonianza di Mariano Bongiorno
Fare memoria per non dimenticare chi, come Mariano Bongiorno scelse di essere italiano e per questo trovò la morte. Un ricordo, quello del sottufficiale della Guardia di Finanza, che assume un significato rilevante nel Giorno delle Memoria delle vittime delle foibe istituito con un’apposita legge vent’anni fa. Nella splendida cornice del Salone degli Specchi del Comune di Giarre il colonnello (Aus) della Guardia di Finanza Gerardo Severino, già direttore del Museo Storico del Corpo, membro della Società Italiana di Storia Militare e collaboratore di Giorni di Storia, ha ripercorso la storia e la grande testimonianza di Mariano Bongiorno davanti a decine di persone e ai familiari del caduto. Una toccante e significativa cerimonia nell’ambito della quale è stato presentato il libro Mariano Bongiorno, una Fiamma Gialla Siciliana vittima dell’odio etnico (Giarre, 1900 – Zaule, 1946) a firma di Severino ed edito dalla Casa Editrice Akkuaria di Catania, da anni impegnata nel settore storico. Un volume dedicato alla figura del Sotto Brigadiere Mariano Bongiorno, nato a Giarre e barbaramente trucidato, il 1° settembre del 1946, nel giorno del suo 46° compleanno, peraltro davanti agli occhi dei figli e per il “semplice fatto” di non aver voluto sottoscrivere una dichiarazione per il passaggio del Comune di Zaule (Trieste) alla Jugoslavia.
L’autore, come si legge nella prefazione “…con un genuino sentimento di pietas ha ricostruito il percorso esistenziale di un uomo che credeva nella libertà e nella democrazia a dispetto di qualsiasi regime: un uomo che apparteneva a quella lunga schiera di italiani che furono eliminati dagli jugoslavi di Tito”. Il colonnello Severino, tra i pochi storici della Guardia di Finanza ancora in attività, ha voluto fortemente ricordare la figura di questo grande patriota, di questo grande italiano, di questo risoluto e coraggioso siciliano, nella speranza che oggigiorno si possa comprendere fino in fondo quale sia stato il dramma vissuto dalla Comunità italiana a Trieste e lungo il Confine Orientale, tra il 1943 e il 1954. L’iniziativa è stata fortemente voluta dalla stessa Guardia di Finanza e, organizzata sul posto, dall’Associazione Akkuaria di Catania, presieduta dalla stessa fondatrice, la scrittrice e poetessa Vera Ambra, patrocinata dal Comune di Giarre, dalla Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati, ma soprattutto dalle sezioni di Catania, Acireale, Paternò e Fiumefreddo di Sicilia dell’ANFI (Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia) e da tante altre Istituzioni. Moderatore dell’evento è stato Matteo Licari, docente di Sociologia dei Gruppi presso l’Università degli Studi di Firenze, mentre un intervento di musica classica è stato offerto dal Duo Andas, formato da Dasha Obidina, chitarra, e Annamaria Caporlingua flauto.
Con l’occasione, il maestro pittore, Salvatore Barbagallo ha eseguito dal vivo alcuni acquerelli ispirati al Giorno del Ricordo, consegnati rispettivamente al Sindaco di Giarre, Leonardo Cantarella, al Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania e allo stesso colonnello Severino, che ha deciso, a sua volta, di donarlo al Museo Storico della Città di Fiume, che ha sede a Roma.
Quella di Severino è un’attività di lungo corso sul fronte della ricerca storica e documentale. Negli anni di servizio e anche dopo il “raggiungimento dei limiti d’età” continua a scavare negli archivi e nei meandri della storia d’Italia e della sua “amatissima Guardia di Finanza” contribuendo a mettere nuovi e importanti tasselli a quell’infinito mosaico che è la storia delle Fiamme Gialle. In Sicilia, poi, Gerardo Severino non solo ha svolto diversi anni di servizio al fianco di Giovanni Falcone, a Palermo, ma ha scritto e portato alla luce storie e testimonianze di finanzieri che hanno scritto pagine memorabili di coraggio ed eroismo oltre che di amore alla bandiera e all’Italia. Tra queste la storia di Mariano Bongiorno “un uomo la cui azione meritoria in difesa dell’italianità di Trieste vale più di cento medaglie” ha detto lo stesso ufficiale nel suo commosso e applauditissimo intervento.
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