100 anni fa il salvataggio dell’esercito e del popolo serbo
Un’immensa operazione umanitaria, di sicuro la prima del Novecento, per dimensioni e impegno da parte della Marina italiana: salvataggio della popolazione e dell’esercito serbo travolti dall’offensiva austriaca, tedesca e bulgara dopo lo scoppio della Prima guerra mondiale. Un fatto storico poco conosciuto qui documentato dalle fotografie e dalle immagini concesse dall’Ufficio storico della Marina Militare. La notizia fu ripresa dai quotidiani del tempo in prima pagina come un evento epocale e drammatico. Dal 22 novembre 1915 al 4 aprile 1916 tra le due sponde del Mar Adriatico la Regia Marina, in cooperazione con Gran Bretagna e Francia, compì una missione senza precedenti e non solo di carattere militare, ma soprattutto di grande solidarietà e di aiuto nei confronti di uomini, donne e bambini serbi che scappavano dalla guerra. Con loro il vecchio re Pietro e il principe reggente Alessandro. Nell’operazione di salvataggio, come si vede nelle immagini del tempo custodite presso l’Archivio della nostra Marina, furono impiegati piroscafi italiani, francesi e britannici. Per i malati e i feriti giunsero in soccorso 5 navi ospedale e 2 navi ambulanza italiane. La Regia Marina compì 440 viaggi di trasferimento in cui furono impegnate navi come il Città di Bari, Città di Siracusa e Città di Palermo. Purtroppo ci fu la perdita del cacciatorpediniere Intrepido e il dragamine Monsone. Più di 340mila persone furono tratte in salve, ma anche tanti animali. Furono più di 26mila infatti tra cavalli e muli. Immagini, queste, che fanno un certo effetto cento anni dopo, con il Mediterraneo ancora una volta al centro di esodi da parte di gente che fugge dalle guerre e di soccorsi che vede la Marina militare in prima linea sul fronte umanitario.
Vincenzo Grienti