11-13 agosto 1942. La battaglia di Mezzo Agosto
La storia dell’operazione battezzata dai britannici Pedestal, in Italia passata alla storia come Battaglia di Mezzo Agosto, può essere brevemente sintetizzata come uno dei più violenti scontri aeronavali della storia, combattuto con estrema determinazione dai contendenti italiani, tedeschi e britannici, originato dalla necessità per gli Alleati di rifornire l’isola assediata di Malta.
Nell’estate del 1942, la situazione della flotta Britannica era divenuta talmente critica che, nella necessità di pianificare un’operazione di rifornimento verso Malta, i mezzi disponibili consentivano di organizzare una solo grande convoglio, proveniente da occidente attraverso lo Stretto di Gibilterra. La decimata Mediterranean Fleet, dalle sue basi di Porto Said e di Haifa, nell’occasione venne coinvolta al solo fine di allestire un convoglio civetta, destinato nei limiti del possibile a distogliere dal Mediterraneo centrale almeno una parte delle forze italo-tedesche, per poi tornare al sicuro nelle proprie basi. Il convoglio proveniente da occidente era invece una ripetizione, su scala ancora maggiore, di quello allestito per la precedente operazione Harpoon, che a sua volta aveva dato origine all’insieme di scontri passati alla storia come Battaglia di Mezzo Giugno, una delle più complete e indiscusse vittorie italiane della Seconda guerra mondiale.
I britannici avevano assegnato all’operazione Pedestal ben tre portaerei, Victorious, Indomitable e Eagle, due Navi da battaglia, Nelson e Rodney, sette incrociatori e ventiquattro cacciatorpediniere, il tutto per proteggere 14 navi mercantili. Erano inoltre in mare, in operazioni di supporto, due navi rifornitrici protette da 4 navi scorta, nonché la portaerei Furious, a sua volta scortata da 8 cacciatorpediniere. Si trattava in pratica dell’operazione più massiccia messa in campo dalle forze armate britanniche a quel punto della guerra, resa possibile, tra l’altro, solo dalla contemporanea sospensione dei convogli artici verso la Russia.
La Marina italiana aveva pianificato l’intervento, qualora si fossero verificate favorevoli opportunità, di due Divisioni di incrociatori. Proprio per limitare tali rischio, ed evitare di subire una seconda debacle, dopo quella inferta dagli italiani due mesi prima nelle acque di Pantelleria, la Royal Navy aveva a sua volta rinforzato la scorta di incrociatori assegnata alla protezione diretta del convoglio.
La prima parte dell’azione vide, l’11 agosto, l’affondamento della portaerei Eagle ad opera di un sommergibile tedesco, mentre andava perduto da parte italiana il sommergibile Dagabur. Il 12 agosto le unità britanniche furono attaccate da un centinaio di velivoli italiani e tedeschi, provenienti dalla Sardegna e dalla Sicilia, che danneggiarono le altre due portaerei, di cui l’Indomitable gravemente. Un aerosilurante italiano affondava inoltre il cacciatorpediniere Foresight, a fronte della perdita del sommergibile Cobalto. Anche uno dei mercantili veniva colpito e successivamente affondato.
Per il convoglio, tuttavia, era solo l’inizio: era infatti previsto che le due corazzate della scorta “pesante”, e con loro la metà dei cacciatorpediniere di scorta, invertissero la rotta prima di avvicinarsi alla strettoia del Banco Skerki, nel Canale di Sicilia. Tale rotta era pressoché obbligata, per sfuggire ai numerosi e micidiali sbarramenti di mine posati dalle forze navali italiane. Il resto della formazione, una volta addentrato in tale pericoloso passaggio, finiva nella trappola predisposta dalle forze subacquee italiane. Il Sommergibile Axum, con una spettacolare salva di siluri, colpiva contemporaneamente tre navi: l’incrociatore Nigeria, costretto per i gravi danni a rientrare a Gibilterra; l’incrociatore Cairo, affondato, e la petroliera statunitense Ohio, che riuscì nonostante tutto a proseguire. Altri due mercantili vengono nel frattempo affondati da velivoli da attacco, mentre il sommergibile italiano Alagi colpiva a sua volta l’incrociatore leggero Kenya.
Il peggio arrivò nel prosieguo della notte, quando l’agguato delle motosiluranti e dei Mas italiani si rivelò ancora più letale, affondando l’incrociatore Manchester, la più grande vittoria conseguita da motosiluranti a livello mondiale in quel conflitto (anche nella Prima guerra mondiale il primato è italiano, grazie alla celebre impresa di Luigi Rizzo). Venivano inoltre affondati ben quattro mercantili, oltre ad un quinto danneggiato.
Mancò in tale occasione un definitivo intervento della squadra di incrociatori italiani, gli unici utilizzabili in quel momento a causa della cronica mancanza di combustibili, che limitava in maniera determinante le possibilità di intervento delle unità maggiori. L’azione degli incrociatori viene infatti sospesa a causa di una segnalazione della ricognizione aerea, che aveva erroneamente rilevato la presenza in quelle acque di una forza britannica superiore. Tale movimento causerà purtroppo il grave danneggiamento di due incrociatori, il Bolzano e l’Attendolo, silurati da un sommergibile inglese. In particolare il Bolzano, pur gravemente danneggiato e a rischio di affondamento, riesce a raggiungere l’isola di Panarea dove, con uno straordinario e rapidissimo intervento ad opera dei servizi tecnici della Marina, viene rimesso in condizioni di navigare e trasferito per le riparazioni nella base della Spezia.
La mattina del 13 agosto, ulteriori attacchi aerei italiani e tedeschi infliggono ulteriori danni. Riescono a raggiungere Malta, in ultimo, solo cinque mercantili dei quattordici originariamente partiti.
La battaglia di Mezzo Agosto è stata la più grande vittoria aeronavale dell’Asse durante la guerra nel Mediterraneo. Il contributo tedesco è stato sicuramente importante, ma la gran parte delle forze impegnate erano italiane, e furono queste a infliggere la maggior parte dei danni alla flotta avversaria. I mercantili che riuscirono a raggiungere Malta non furono certo sufficienti a risollevare le sorti dell’isola, ma permisero comunque alla fortezza assediata di sopravvivere.
Nel prosieguo del conflitto, l’ingresso delle forze statunitensi nel Mediterraneo cambiò irreversibilmente la direzione degli eventi, rendendo impossibile per l’Italia la prosecuzione della guerra fino a quel momento sostenuta, con alterne vicende, contro l’Impero britannico.
C.F. Marco Sciarretta
Capo Sezione Editoria Ufficio Storico Marina Militare