19 agosto 1922. Storia della Radio in Cile
Il 19 agosto 2022 sarà festa grande in Cile e nell’area del Sud America, in generale. Si festeggerà, infatti, il primo secolo di vita della Radiodiffusione Cilena, la cui prima trasmissione fu possibile grazie agli sforzi di due abilissimi scienziati dell’Università del Cile, il Professore Arturo Salazar, amico personale di Thomas Edison, e il suo discepolo, Enrique Sazié. Ciò avvenne tra l’Università degli Studi di Santiago del Cile, da dove fu irradiata una vera e propria trasmissione radiofonica, così come la intendiamo noi, oggi, ed un’apposita Sala, messa a disposizione dal celebre quotidiano “El Mercurio”, ove, nel frattempo, erano confluite qualche centinaio di persone riunite attorno ad un primitivo apparato di ricezione. In verità, la tecnologia necessaria a consentire tale traguardo aveva raggiunto faticosamente anche l’America Latina, inizialmente l’Argentina e, quindi, il Cile non proprio in quel frangente storico, ma già da qualche anno, tenendo presente il fatto che la prima trasmissione radio al mondo era già stata effettuata, la vigilia di Natale del 1906, nel Massachusetts (Stati Uniti), da parte della “Bratetasnt Rock Station”. Abbiamo voluto ricordare, attraverso questo modestissimo saggio storico, il primo secolo di vita della Radio in Cile tenendo presente un dato molto importante, che dovrebbe far riflettere anche noi occidentali. Ebbene, secondo l’ultima edizione del CEP Survey (“Center for Public Studies”), è stato calcolato che ben il 44% dei cileni confida nella fattiva opera della Radio come sistema di comunicazione, tanto che essa, a questo punto, rimane lo strumento che genera più fiducia tra i cittadini. Le stazioni radio del Cile, sia quelle pubbliche che private, lavorano ogni giorno, fornendo al Paese informazione, intrattenimento e, soprattutto compagnia ai tanti anziani, assolvendo così ad un ruolo sociale certamente non secondario ad altri. L’evento celebrativo del Centenario prevede iniziative culturali ad ampio spettro, organizzate in tutto la Nazione. Dalla stessa stampa cilena cogliamo che le commemorazioni passeranno, come era ovvio che fosse, anche attraverso alcuni programmi radiofonici, previsti già a far data dal 7 di agosto. In particolare, ogni domenica alle 15.00, Radio PUCV, in collaborazione con l’Accademia Nazionale di Cultura Tradizionale “Margot Loyola Palacios” e UCV Radio 103.5 FM, presenteranno ai radioascoltatori un ciclo di puntate intitolate “Conversare con il Cile nel centenario della trasmissione con Margot Loyola e Osvaldo Cádiz”. Si tratta di programmi inediti, registrati a casa di Margot Loyola e Osvaldo Cádiz, la grande artista e il celebre Professore universitario, suo allievo, entrambi pilastri della Cultura cilena, arricchiti da un prezioso materiale d’archivio. La prima puntata ha avuto inizio, come prima anticipato, lo scorso 7 agosto, con lo spazio intitolato “Le sorelle Loyola“, dove si è discusso dell’inizio del celebre Duo, quando le artiste parteciparono ad alcuni eventi pubblici a Curacaví, ripercorrendo così la loro lusinghiera carriera.
19 agosto 1922, una data memorabile per il Cile.
Doveva essere un sabato qualunque quello che si sarebbe vissuto a Santiago del Cile il 19 agosto 1922, se non fosse per il fatto che due grandi e importanti scienziati cileni, Arturo Salazar ed Enrique Sazié, avevano convocato quasi 200 persone nella Sala dell’edificio che ospitava il quotidiano “El Mercurio”, in Morandé con Compañía, onde assistere e soprattutto testimoniare riguardo a quello che ben presto si sarebbe certamente rilevato come un evento storico di portata mondiale. Fu proprio in quella circostanza, infatti, che quel vasto pubblico avrebbe avuto effettivamente modo di comprendere l’importanza di quello speciale momento, e lo fece sin dalle prime battute del programma radiofonico, il quale ebbe inizio (era quasi in serata) con la celebre marcia della prima guerra mondiale “It’s a long way to Tipperary“. Con tale brano si dava ufficialmente il via libera alle stesse trasmissioni radio, sebbene ascoltate in un’area geografica piuttosto limitata, praticamente un centinaio di chilometri, con apparecchi riceventi via via installati, oltre che nel Palazzo Presidenziale “La Moneda”, anche presso la Scuola di Arti e Mestieri di Santiago, negli Uffici del Telegrafo di Stato, su di una nave della Marina Militare cilena, presso la Scuola di Aviazione e nel porto di Valparaíso. I due professionisti, già a conoscenza della tecnologia specifica, avevano importato dagli Stati Uniti le apparecchiature per realizzare tale evento, e ciò già due anni dopo la prima trasmissione radiofonica irradiata in quel Paese.
In particolare, gran parte degli studi a riguardo erano già stati condotti dal Prof. Arturo Salazar[1], il quale, proprio in quel frangente, era responsabile del laboratorio di elettronica presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Santiago. Seguace degli studi del grande Guglielmo Marconi, il Salazar effettuò diversi test, che avevano poi dato un senso tangibile alla prima trasmissione. Non solo, ma egli aveva costruito un’apparecchiatura di ricezione delle onde radiotelegrafiche, grazie alla quale era riuscito a “catturare” le Stazioni emittenti sia dagli Stati Uniti che dalla lontanissima Europa.
Dal canto suo anche Enrique Sazié Herrera (1897-1988) non era stato da meno, avendo fondato, appena il 12 luglio, da appassionato radioamatore[2] quale egli era, il “Radio Club de Chile (RCCH)”, nello stesso edificio Universitario di Santiago, ma soprattutto avendo costruito anche lui un apposito trasmettitore radio, utilizzando tre tubi elettronici Telefunken, ciascuno con una potenza di 50 W[3], utilizzati proprio in quella fatidica giornata. Ebbene, dopo anni di esperimenti, il programma fu, quindi, trasmesso e con successo proprio dal laboratorio di elettronica dell’Università di Santiago con un primo apparecchio ricevente, collocato nella prima citata Sala de “El Mercurio”, situata a circa un chilometro di distanza dal trasmettitore, esattamente al secondo piano, così come avevano pattuito Enrique Sazié e il Dottor Carlos Silva Vildósola, allora direttore del periodico. In quella storica giornata, oltre a notizie e discorsi, furono suonati anche altri brani musicali, tra cui L’ Ave María di Charles Gounod e l’ Inno Yungay, con musiche di José Zapiola e testi di Ramón Rengifo. Da quei primitivi microfoni che sfruttavano, in realtà, i congegni dei vecchi telefoni Ericsson, il presentatore designato per l’occasione, il celebre cantante Jorge Quinteros Tricot, seppe amabilmente condurre la diretta radiofonica, pronunciando alcune brevi parole di introduzione, seguite, quindi, dalla musica del violino di Enrique Cabré e Nolberto Garcia[4]. Fu, poi, la volta della cronaca politica, con un testo scritto da Rafael Maluenda, intitolato “Il cane di Alcibiade e il cane di Sua Eccellenza”; le ultime notizie del giorno; il “Canto di Yungay” di cui sopra e l’addio, una sorta di “buona notte” pronunciata sempre dallo stesso Quinteros Tricot. Si trattava – è ovvio – di una prima esperienza tecnica che potremmo definire “pionieristica”, ma dalla quale sorsero, in seguito, e in tutto il Cile le prime Stazioni Radiofoniche. “Radio Chilena Studio” fu la prima Stazione Radio emittente creata nel Paese dopo il primo esperimento, entrando di fatto in attività il 26 marzo 1923, come approfondiremo a breve.
La Radiodiffusione in Cile dal 1923 ad oggi.
La storia ci ricorda come l’inizio di “Radio Chilena Studio” fu alquanto precario. L’Ing. Enrique Sazié, che, come avevamo già ricordato, aveva costruito in passato un piccolo trasmettitore, peraltro molto rudimentale e inizialmente destinato solo alle dimostrazioni tecniche, costruì anche un’antenna che fu poi collocata sull’edificio Ariztía, situato all’angolo di New York con La Borsa, mentre un’altra fu collocata sopra un albero posto sopra il “Club de la Unión”, che di lì a poco sarebbe stata trasformata nella sede operativa della prima Stazione Radio. La Ditta “Errázuriz Simpson” acquistò, quindi, i diritti da Federico Helfman, di cui appresso, e si dedicò di conseguenza alla formazione della “Compañía Radio Chilena”, entrata in funzione anch’essa il 26 marzo 1923. I capitali necessari per far decollare tale progetto provenivano da aziende legate all’elettrotecnica, quali: Westinghouse, General Electric, Telefunken, Telegrafie Son Fils e Marconi Wireless. Già qualche anno dopo il primo esperimento, oltre alla “Radio Chilena Studio” sorsero, quindi, altre Stazioni, come “Radio El Mercurio”, nel 1924 a Santiago, “Cerro Alegre” e “Radio Club”, quest’ultime due operanti a Valparaíso. Ben presto, nel corso di una decina di anni, anche grazie alla diminuzione del costo dei dispositivi radio riceventi, una buona quota parte della popolazione del Cile sarebbe stata in grado di acquistare una radio, strumento che col tempo sarebbe divenuto uno degli oggetti più apprezzati dalle famiglie. Come è facile intuire, la Radiodiffusione cilena aveva conquistato le masse in tempi davvero rapidi, e ciò anche grazie alla trasmissione del primo messaggio Presidenziale rivolto al Paese.
Ciò avvenne il 21 maggio 1924, allorquando Arturo Alessandri Palma, il Presidente cileno di origini italiane del quale abbiamo già fatto cenno su questo portale storico, prese la parola per raggiungere gli angoli più sperduti della bellissima Nazione Sudamericana. Non solo, ma nello stesso anno la Radio cilena irradiò anche un discorso dal vivo di S. S. Papa Pio XI: un evento davvero straordinario che impressionò profondamente l’immaginario collettivo, tanto è vero che, come raccontano le cronache dell’epoca, gran parte dei radioascoltatori di fede Cattolica s’inginocchiò davanti ai ricevitori, sia nelle proprie case che negli eserciti pubblici ove era installato un apparecchio radio. Quella che era stata in realtà una primitiva “esperienza pilota”, aveva di fatto motivato la formazione di varie Società di Radiodiffusione in tutto il Cile, tanto da innescare la necessità di una disponibilità di massa di apparecchi radio, con la conseguente importazione, soprattutto di ricevitori radiofonici, peraltro sempre più artistici e oggi ricercati dal collezionismo mondiale. Fu, questo, un settore nel quale avrebbe operato, oltre all’Ing. Enrique Sazié, anche Sergio Figueroa e il già citato Federico Helfman, due dei principali collaboratori dello stesso Sazié. I due, che avevano assistito alle prime trasmissioni radiofoniche in Argentina, furono, infatti, i primi ad importare da tale Paese gli apparati di ricezione, immessi subito sul mercato. Non solo, ma con la certezza che una radio potesse essere un buon affare, fondarono la “Chile Radio Company”, di cui Federico Helfman fu socio capitalista; Sergio Figueroa, dirigente, mentre l’Ing. Enrique Sazié, direttore, tecnico e consulente. A tal riguardo aggiungiamo che già nel 1930 in Cile vi era grande disponibilità per il pubblico di dispositivi riceventi, e ciò grazie ai loro prezzi molto più accessibili rispetto ai primordi, messi in vendita in diversi distributori di dispositivi elettronici. Facciamo, ora, un passo in avanti ricordando che negli anni ’50, la storica “Radio Cilena” fu acquisita dall’Arcivescovado di Santiago, senza però diventare, per questo, una emittente religiosa. La sua popolarità rimase viva per tutto il decennio successivo, mantenendo la sua vicinanza con il pubblico e la sua diversità nella programmazione. Successivamente, durante gli anni della dittatura militare, si sarebbe distinta, assieme a “Radio Cooperativa”, per aver mantenuto la propria indipendenza e obiettività nel trattamento dell’informazione e nella programmazione musicale. In quest’ultimo ambito – ci piace ricordarlo – spiccava il programma “Nuestra Canto“, condotto da Miguel Davagnino, uno dei pochi casi nei quali la musica della c.d. “Nuova Canzone Cilena” poteva essere ascoltata liberamente alla radio. Nell’avviarci alla conclusione del saggio osserviamo come il settore Radiofonico sia stato sempre e particolarmente apprezzato in Cile, come dimostra l’istituzione della “Giornata Nazionale del Lavoratore della Radiodiffusione Sonora”, che si celebra il 21 settembre, giornata la quale fu consacrata a ciò nel 1991, quasi cinquant’anni dopo l’istituzione della “Giornata della Radio”, istituita, invece, nel 1942.
Conclusioni.
Nonostante la velocità dei cambiamenti, sia in ambito tecnologico che della stessa informazione, la radio è ancora oggi uno dei principali mezzi di comunicazione utilizzati dalla popolazione mondiale, ma soprattutto da quella cilena, che la ama fortemente. Ciò anche grazie al fatto che essa ha saputo adattarsi ai vari momenti storici, incorporando, nello specifico, anche e soprattutto le trasformazioni dettate dall’attuale rivoluzione tecnologica. Secondo uno studio dell’Associazione delle emittenti radiofoniche del Cile (Archi) e della società di consulenza IPSOS, oltre il 60 % della popolazione di quel Paese ascolta la radio, un mezzo che si è persino posizionato come una delle entità più affidabili. Non solo, ma secondo il Barometro della Politica CERC-MORI di maggio 2022, la radio è anche l’istituzione più affidabile secondo il giudizio degli stessi cittadini cileni. Le celebrazioni per i 100 anni della prima trasmissione radiofonica in Cile debbono, quindi, essere lette e considerate, oltre che come una “solenne” testimonianza del ruolo che tale mezzo di comunicazione ha avuto riguardo alla formazione del popolo cileno, anche come un’attestazione di stima e riconoscenza per il serio lavoro e per la grande professionalità dimostrata dai tanti uomini e donne che hanno operato in tale settore sin dal 1923, così come un affettuoso augurio di poter fare sempre meglio, che ci permettiamo di rivolgere alle donne e agli uomini che oggi sono chiamati a operare nelle oltre mille Stazioni radio sparse in tutto il Paese.
Col. (a) Gerardo Severino
Storico Militare
[1] Arturo Edmundo Salazar Valencia (Andacollo, Cile, 2 dicembre 1855 – Santiago del Cile, 3 aprile 1943. Scienziato, ricercatore, professore di ingegneria elettrica e innovatore, da vero autodidatta seppe esplorare un’ampia varietà di campi di interesse, tanto da essere considerato tra i pionieri dello sviluppo tecnologico in Cile.
[2] Il suo nominativo da radioamatore era CE3XX.
[3] Arturo Salazar ed Enrique Sazié avevano assemblato il trasmettitore anche grazie alla collaborazione ricevuta da parte della 3^ Compagnia Radiotelegrafisti del Battaglione Telecomunicazioni dell’Esercito Cileno, il quale fornì i tre tubi da 50 watt.
[4] La trasmissione fu semplice e di breve durata. Essa rifletté tutte le componenti di ciò che avrebbe caratterizzato la prima fase della radio cilena, vale a dire: musica registrata, musica dal vivo, notizie e commenti politici.