24 febbraio 1916: Verdun, una tragedia nel dramma della Grande Guerra
Cento anni fa il mondo entra nel suo secondo anno di guerra. In Francia, il 24 febbraio 1916 i tedeschi sferrano una dura battaglia nei pressi di Verdun, una piccola cittadina a nord del Paese. Il suo sistema di fortificazioni era considerato inattaccabile dai comandi francesi. L’inviato di guerra Luigi Barzini nelle sue corrispondenze descrive la resistenza di Verdun all’assedio dei francesi da parte dell’armata del Kronprinz durante l’attacco sulla Marna del 1914. Due anni dopo però sarà proprio Verdun, lungo la Somme e nelle Fiandre, il teatro della spaventosa combinazione di carneficina e disperazione umana. Il fango diventa il simbolo della Grande Guerra. L’incubo dei campi della morte con gli uomini feriti sprofondati nel terreno è il passaparola tra i soldati di entrambi gli schieramenti. E’ l’immagine di quella “inutile strage”, per citare Benedetto XV, che fu il primo conflitto mondiale. A Verdun i feriti sono destinati a morire per l’impossibilità da parte dei corpi medici e della croce rossa di prestare soccorso. Questo mette a dura prova la disciplina degli eserciti. Alcuni soldati cercarono il modo di tornarsene a casa. Si apre la questione delle diserzioni. Molti si rifiutarono di combattere, altri ancora disertarono. Per tutti …le punizioni sono durissime. Chi disobbedisce agli ordini deve affrontare la corte marziale, ma non mancano molti processi sommari e la fucilazione immediata sul campo.