29 luglio 1958. La NASA compie 60 anni
La storia dell’esplorazione spaziale degli Stati Uniti si intreccia con la storia della NASA, acronimo che sta per National Aeronautic and Space Administration firmato dall’allora presidente Dwight D. Eisenhower. L’ente spaziale Usa nacque il 29 luglio 1958 e diventò operativo il 1º ottobre dello stesso anno. Nacque dalle ceneri del NACA che fino a quel momento aveva gestito la ricerca aerospaziale. (nel website della NASA la storia dell’Agenzia)
Siamo in piena guerra fredda e la corsa all’esplorazione spaziale tra Usa e Urss è appena cominciata con un leggere vantaggio dei sovietici. La data d’inizio della corsa allo spazio da parte delle due superpotenze mondiali può essere ricondotta al 4 ottobre 1957, cioè quando l’Unione Sovietica lanciò in orbita il primo satellite artificiale: lo Sputnik 1. Un successo che gli Stati Uniti presero quasi come una sconfitta. Certamente si doveva ancora fare molto sia dal punto di vista tecnico-scientifico sia sotto il profilo politico-militare. Tuttavia gli Usa e i loro scienziati erano al lavoro già da qualche anno prima con il progetto Vanguard attraverso cui la Marina degli Stati Uniti aveva intenzione di spedire in orbita un satellite artificiale tra il 1º luglio 1957 e il 31 dicembre 1958 in occasione dell’Anno geofisico internazionale, ma con lo Sputnik l’Urss era arrivata prima al traguardo, almeno in una prima fase. Il 3 novembre del 1957 i sovietici lanciarono lo Sputnik 2. Un evento che fece il giro del mondo per via del risalto mediatico dato alla cagnetta Laika, primo essere vivente ad affrontare l’assenza di peso.
Il 6 dicembre 1957 gli Stati Uniti tentarono il loro primo lancio con un razzo Vanguard, ma esplose nel corso della fase di salita. Le polemiche non mancarono, ma si andò avanti sulla scia del progetto Explorer 1 che stava seguendo Wernher von Braun, il progettista di razzi tedesco che al servizio di Hitler aveva realizzato le V2 per poi, una volta conclusa la guerra, trasferirsi negli Stati Uniti.
Gli scienziati statunitensi si buttarono a capofitto sul progetto e lavorarono duro per allestire un vettore che fosse in grado di supportare e mandare in orbita l’Explorer. Era una corsa contro il tempo. Si arrivò al razzo Jupiter-C, lanciato il 31 gennaio 1958. La U.S. Navy riuscì comunque a lanciare il suo primo satellite, il Vanguard 1, il 17 marzo 1958. Tuttavia in questa corsa allo spazio gli Usa rimanevano indietro rispetto ai sovietici. Ciò indusse il Congresso degli Stati Uniti a una risposta. Fu così che si giunse alla decisione di convergere sui programmi e sulle risorse sotto un’unica agenzia federale volta ad occuparsi dell’attività spaziale civile. Nacque così la Nasa, la National Aeronautics and Space Administration, che incorporò la NACA e parte di alcuni settori di ricerca delle forze armate Usa. Tra questi il team di lavoro diretto da Von Braun che contava 5000 addetti. Il suo primo amministratore fu Thomas Keith Glennan e con l’arrivo di Von Braun ebbe la prima direzione delle attività tecniche.
Si apre una nuova fase che portò la Nasa a superare i sovietici, non senza però difficoltà e dopo aver incassato un altro punto a sfavore.
La NASA, infatti, appena costituita puntò sul programma per l’esplorazione umana dello spazio. Il Progetto Mercury venne avviato nel 1958. L’obiettivo era di stabile se l’uomo potesse viaggiare nello spazio. Ancora una volta i sovietici arrivarono prima: il 12 aprile 1961 l’Urss lanciò in orbita il cosmonauta Yuri Gagarin, che diventò un eroe nazionale. La risposta non si fece attendere e fu immediata: il 5 maggio 1961 l’astronauta Alan Shepard fu il primo americano nello spazio, ai comandi della capsula Mercury 3 lanciata in un volo suborbitale per una durata di 15 minuti, ma fu John Glenn il primo americano a compiere un’orbita attorno alla Terra il 20 febbraio 1962 durante la missione Mercury 6. Qualche anno dopo John Glenn partecipò anche al 1° Congresso internazionale di medicina aeronautica a Roma.
Il 25 maggio del 1961 il presidente statunitense John F. Kennedy annunciò al Congresso che gli Stati Uniti sarebbero riusciti a mandare i propri astronauti sulla Luna entro la fine di quel decennio. Ciò non avvenne senza momenti drammatici. A seguito del programma Gemini la NASA diede vita al programma Apollo. Proprio il 27 gennaio 1967 l’Apollo 1 non riuscì a partire dalla rampa di lancio. Un incendio devastò la capsula di pilotaggio e tre astronauti morirono. Fu un colpo per tutti. Gli sforzi sembravano vani, ma la sfida venne vinta il 20 luglio 1969 con lo sbarco dell’uomo sulla Luna con la missione Apollo 11.
Gli anni Settanta sono stati caratterizzati dalla Stazione orbitanta SkyLab e poi nel 1975 dalla missione Apollo-Soyuz quando astronauti americani e sovietici si incontrarono in orbita dopo aver agganciato i rispettivi moduli di comando. Nel 1981 poi l’avvio del programma Space Shuttle (senza dimenticare i due tragici incidenti del Challenger nel 1986 e del Columbia nel 2003 con la perdita dei relativi equipaggi. Il programma Space Shuttle si concluse l’8 luglio 2011 con l’ultimo volo dell’Atlantis. Poi si intensificò il programma ISS, quello relativo alla Stazione Spaziale Internazionale. A questa furono affiancate non poche missioni automatiche (ossia senza astronauti). Solo per citarne alcune: la Pioneer, la Viking, la Survayvor e quelle volte all’esplorazione di Marte.