4 giugno 1940: l’evacuazione di Dunkerque
4 giugno 1940: nel porto di Dunkerque, nel nord della Francia, si decidono le sorti della Seconda guerra mondiale e del futuro del vecchio continente in una battaglia iniziata il 26 maggio tra la Germania nazista e gli anglo-francesi. Da otto mesi, infatti, dopo l’invasione della Polonia da parte della Wehrmacht, nel settembre del 1939, le truppe di Adolf Hitler portano avanti la strategia della “guerra lampo” (Blitzkrieg). Un’avanzata che francesi, belgi e britannici tentano di arginare, ma senza successo per via dell’artiglieria tedesca e della temibile aviazione tedesca: la Luftwaffe. Nei pressi di Abbeville, infatti, i belgi e i francesi si trovano circondati, spalle al mare. L’armata britannica del BEF, il British Expeditionary Force, non può fare altro che indietreggiare e subire l’urto delle corazzate tedesche e dell’aviazione di Herman Göring. Ma sarà proprio dallo specchio di mare antistante il Canale della Manica che arriverà la loro salvezza. Dalla nebbia della Manica spunta una flotta alquanto insolita composta da oltre 860 imbarcazioni. Non solo navi della Marina inglese, ma anche barche da pesca, imbarcazioni civili da diporto arrivate per salvare il proprio esercito. E’ così che dal 26 maggio al 4 giugno scatta quella che resterà alla storia come “Operazione Dynamo”. La città di Dunkerque diventò l’area ottimale per permettere l’evacuazione di centinaia di soldati, ben 338mila anglo-francesi il cui destino sembrava ormai segnato vista la mancanza di munizioni, viveri e carburante. La missione cambia repentinamente. L’obiettivo è abbandonare il territorio europeo in tutta fretta. Ad aiutare le truppe in ritirate l’errore di Hitler: dare ascolto proprio a Göring che chiede per i suoi piloti l’onore di annientare il nemico. Per fortuna l’aviazione nazista incontra due ostacoli: il maltempo e i caccia inglesi della Royal Air Force. I futuri protagonisti della “battaglia d’Inghilterra” (10 luglio – 31 ottobre 1940) daranno filo da torcere agli aerei tedeschi e questo porterà a trarre in salvo il corpo di spedizione britannico, francesi e belgi.
Il premier inglese Winston Churchill, pur apprezzando lo spirito di sacrificio dei suoi concittadini sottolineò con la sua consueta ironia che “le guerre non si vincono con le evacuazioni”. Ma l’Operazione “Dynamo” restò come l’unica via possibile permettendo alla Gran Bretagna di combattere da sola i Paesi dell’Asse dopo la capitolazione della Francia. Si dovranno aspettare quattro lunghi anni prima che gli Alleati sbarchino in Normandia e concludere vittoriosamente il Secondo conflitto mondiale.
Sulla battaglia di Dunkerque non mancano libri e film. Tra questi sono da segnalare il libro che ha ispirato il film “Dinkirk”. Attraverso i racconti e le testimonianze dei veterani e dei sopravvissuti, Joshua Levine ricostruisce la storia dei soldati che rimasero per giorni sulla spiaggia, sotto i bombardamenti e il fuoco nemico, senza cibo né munizioni.
Levine racconta quel maggio del 1940 e la travolgente avanzata delle truppe tedesche in Belgio e nel nord della Francia, ma soprattutto racconta della decisione di Winston Churchill e dell’Ammiragliato britannico di dare vita alla storica “Operazione Dynamo”. C’è il racconto dei civili che portarono in salvo a bordo di imbarcazioni spesso piccolissime e sovraccariche l’esercito britannico, belga e francese in ritirata. Una storia che il regista Christopher Nolan ha portato sul grande schermo nell’omonimo film del 2017.
Altro volume da non perdere è poi “Dunkerque” scritto da Franco Cardini e Sergio Valzania che raccontano come si svolse l’operazione “Dynamo” e gli intrecci di scelte, decisioni ed errori di entrambi gli schieramenti in campo che portarono poi alla roccambolesca evacuazione.