6 maggio: il giuramento delle Guardie Svizzere
Il 6 maggio è una data storica per la Guardia Svizzera Pontificia. Lo stesso giorno del 1527 morirono 147 uomini su 189 durante il sacco di Roma per salvare la vita di Papa Clemente VII Medici dai lanzichenecchi di Carlo V. Soltanto 42 svizzeri si salvarono riparando con il Papa a Castel Sant’Angelo. In ricordo di quel sacrificio ogni anno vengono commemorati i caduti e prestano giuramento le nuove reclute nel cortile di san Damaso del Palazzo apostolico.
Fu Papa Giulio II, il 22 gennaio 1506, dopo un’opera di reclutamento, a favorire l’arrivo a Roma degli svizzeri. E’ questa la data che segna la nascita ufficiale della Guardia Svizzera. Quel giorno un gruppo di centocinquanta svizzeri, al comando del capitano Kaspar von Silenen, del Cantone di Uri, attraverso Porta del Popolo entrò per la prima volta in Vaticano. Qui furono benedetti da Giulio II e il prelato Giovanni Burchard di Strasburgo, cerimoniere pontificio e autore di una famosa cronaca dei suoi tempi, annotò l’avvenimento nel suo diario. Tuttavia, per comprendere l’origine di questi soldati che giurano “di servire fedelmente, lealmente e onorevolmente il sommo pontefice” a sacrificio della loro vita, occorre andare indietro nel 1479, anno in cui Sisto IV aveva concluso un’alleanza con gli elvetici, per mezzo di un trattato che prevedeva la possibilità di reclutare mercenari svizzeri facendo costruire per loro alloggi vicino alla chiesa di san Pellegrino, nell’attuale via del Pellegrino. Successivamente Alessandro VI si servirà dei soldati confederati durante l’alleanza dei Borgia con il re di Francia. Al tempo della potente famiglia Borgia in Italia non mancarono guerre che videro in primo piano gli svizzeri, alleati alle volte della Francia e altre volte sostenitori della Santa Sede o del Sacro Romano Impero di nazione germanica. Quando i mercenari svizzeri sentirono che Carlo Vili, re di Francia, preparava una grande spedizione contro Napoli, si precipitarono in massa per essere arruolati. Alla fine del 1494 sono presenti a migliaia in Roma, di passaggio con l’esercito francese che nel febbraio successivo occuperà Napoli. Tra i partecipanti a questa spedizione contro Napoli, si trovava anche il cardinale Giuliano della Rovere, il futuro Giulio II, che sotto Alessandro VI aveva lasciato l’Italia e si era recato in Francia. Egli conosceva bene gli svizzeri, anche perché una ventina di anni prima aveva ricevuto come beneficio, tra gli altri, anche il vescovado di Losanna. Come alleati di Giulio II, nel 1512 essi decisero le sorti d’Italia e ricevettero dal Papa il titolo di “difensori della libertà della Chiesa”.
Quella svizzera è l’unica guardia vaticana, a parte il Corpo di vigilanza della Stato della Città del Vaticano, composto da italiani, ad essere sopravvissuta alla riforma di Paolo VI. Papa Montini, infatti, nel 1970 abolì i corpi armati pontifici e il 20 gennaio del 1971 fu loro affidata l’esclusiva custodia del Palazzo apostolico. Oggi, gli attuali compiti della Guardia Svizzera vanno dalla sorveglianza degli ingressi della Città del Vaticano ai servizi di sicurezza e di onore durante le funzioni religiose e gli incontri diplomatici del Papa. Una rappresentanza della Guardia Svizzera accompagna il Papa nei suoi viaggi all’estero.
La storia della Guardia Svizzera Pontificia è originale e affascinante, a partire dalla storia della divisa più famosa del mondo. Essa, si legge nel sito ufficiale delle Guardie Svizzere (www.guardiasvizzera.va) “deve la sua esistenza al Comandante Jules Repond (1910-1921) che la disegnò così dopo approfondite ricerche e sulla base degli affreschi di Raffaello. I colori blu e giallo appartengono allo stemma di famiglia della Rovere, la famiglia di Papa Giulio II fondatore della Guardia. Il rosso viene dalla famiglia Medici, da cui proveniva il Papa Clemente VII. Le bande blu e gialle interrompono con un movimento fluido il rosso della giacca e dei pantaloni. Il cappello è stato sostituito dal berretto basco attuale, sul quale si può distinguere il grado. In un secondo tempo è stato modificato anche il collo bianco attuale”.
Per approfondire:
La pagina del sito della Santa Sede dedicata alla Guardia Svizzera Pontificia
Il sito della Guardia Svizzera Pontificia