29 dicembre 1935: Antoine de Saint-Exupery e l’incidente di Libia
Un incidente aereo che incise profondamente nella vita privata e nel modo di pensare di un esperto aviatore e scrittore come Antoine de Saint-Exupery. Il suo volo fu interrotto nel corso della trasvolata Parigi-Saigon del 1935. Non rimase solo un episodio che riempì presto le cronache dei giornali del tempo, ma ispirò articoli, capitoli e paragrafi di alcuni suoi libri contribuendo a far comprendere ancora di più la storia e il messaggio che ruotano attorno a uno dei libri più letti e tradotti del Novecento: Il Piccolo Principe. Il 31 dicembre 1935 il Corriere della Sera dà notizia della scomparsa del pilota francese e del suo meccanico tra Bengasi ed Alessandria.
E’ questa la prima notizia che viene diramata subito dopo l’incidente aereo. Del passaggio di De Saint-Exupery e del suo meccanico erano stati informati gli aeroporti dei territori interessati alla trasvolata. E’ del 29 dicembre 1935 il documento dell’Ufficio addestramento del Comando aviazione della Cirenaica dell’Aeronautica della Libia che informava con un messaggio sintetico e conciso la presenza dei due aviatori: “Apparecchio francese – Pilota De Saint Exupery. Raid: Parigi – Saigon” (Fonte: USSMA, Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare). Il documento registra la partenza e il passaggio del Caudron-Renault Simoun immatricolato F-ANRY dell’aviatore e scrittore che, in meno di 24 ore precipiterà in territorio libico, a 150 chilometri da Il Cairo. L’incidente, infatti, avviene il 30 dicembre 1935 alle 2:45 del mattino. I due uomini rimarranno per tre giorni nel deserto prima di essere ritrovati dai beduini e condotti a Il Cairo.
Un’esperienza che De Saint-Exupery racconterà alla fine della brutta avventura prima sul giornale L’Intransigeant, poi in un capitolo del libro Terre des hommes. Il drammatico momento precedente all’impatto viene descritto così dallo scrittore-aviatore nel libro Terra degli uomini sempre nel capitolo VII dal titolo Al centro del deserto: L’aereo vibrava come un coltello lanciato da lontano nel legno duro. E noi eravamo scossi da quel furore. Un secondo, due secondi… L’aeroplano continuava a tremare e io aspettavo con una impazienza mostruosa che le sue riserve di energia lo facessero esplodere come una granata. Ma le scosse sotterranee si prolungavano senza arrivare all’eruzione definitiva. Non comprendevo nulla di quella invisibile attività. Non comprendevo nulla di quei tremiti, né di quella violenza, né di quella interminabile dilazione… cinque secondi, sei secondi… E, all’improvviso, provammo la sensazione di ruotare, un urto proiettò fuori dal finestrino le nostre sigarette e polverizzò l’ala destra. Poi più nulla. Nulla all’infuori di un’immobilità ghiacciata. Gridai a Prévot: «Salti, presto!». Lui, allo stesso tempo, gridava: «Il fuoco!».
Il 3 gennaio del 1936 sarà L’Express a pagina 5 a fare un primo resoconto della brutta avventura di De Saint-Exupery e Prevot. Sono gli stessi aviatori a raccontare la disavventura una volta arrivati in albergo a Il Cairo: Infine dopo tre giorni d’angoscia arriva una notizia che porterà enorme sollievo a tutti gli amici dell’aviazione e a tutti coloro che hanno apprezzato la lettura di “volo notturno”.. L’aviatore De Saint Exupery e il suo meccanico Prevot sono stati ritrovati a 150 chilometri ad est del Cairo dopo tre giorni nel deserto (L’Express del 3 gennaio 1936)