Frascati. “Scacco al bullo” aspettando la Befana con i giochi di strada
Una piazza, una grande scacchiera e i bambini che danno vita a una partita per dire “no al bullismo”. E’ quanto accade a Frascati, in pieno centro, nell’ambito della manifestazione “Aspettando la Befana con i Giochi di Strada”. I protagonisti sono i bambini e la partita di scacchi viventi è un’emozione tutta particolare non solo per i i piccoli dell’Associazione Frascati Scacchi, protagonisti dell’esperienza, ma anche per i passanti, giocatori e non solo, che con il freddo invernale, si fermano ad assistere a una sfida che va oltre l’ostacolo. Non si tratta di vincere o di perdere. Qui lo scacco matto si fa al bullo. Una storia, questa, scritta da Carla Mircoli che si inserisce tra le numerose iniziative legate ai progetti di “Scacchi contro il bullismo” che gli istruttori Carla Mircoli e Rosario Lucio Ragonese organizzano da molti anni nelle scuole “convinti del valore educativo degli scacchi e dei valori che questo gioco veicola attraverso il rispetto delle regole e dell’avversario” spiegano i due maestri. Carla e Lucio nel 2010 hanno organizzato il convegno nazionale Scacchi contro il bullismo con delle ricadute positive per gli allievi ma anche per i docenti che hanno riscoperto non solo uno dei giochi più antichi al mondo, ma anche la valenza educativa che gli scacchi possono avere nell’ambito dell’istruzione scolastica primaria e secondaria. Il gioco degli scacchi, infatti, può essere “uno strumento pedagogico per la prevenzione
e l’intervento con i bambini aggressivi a scuola” ha avuto modo di spiegare Eleonora Di Terlizzi, docente di Psicologia dello sviluppo e di Psicologia generale, dell’apprendimento e della memoria presso la Facoltà di Scienze Umane e Sociali dell’Università degli Studi del Molise di Campobasso e membro
dell’Unità di Ricerca sulla Teoria della Mente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, proprio nel corso del convegno del 2010. Dunque “un antidoto al bullismo e una promozione allo sviluppo della mente” come testimonia Salvatore Sasso, Dirigente Scolastico del 138° Circolo Didattico “G.B. Basile” di Roma, professore di Psicologia Clinica alla Facoltà di Psicologia dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti. Ci si potrebbe chiedere: ma il gioco degli scacchi che tipo di relazione può avere con i comportamenti legati al bullismo? E come può essere utilizzato in un progetto di prevenzione? Al riguardo è interessante la tesi di Giuseppe Sgrò, citata da Salvatore Sasso proprio nel corso del convegno del 2010:“Nonostante non ci sia contatto diretto con l’avversario, la scacchiera è un mezzo per sublimare l’aggressività e la conflittualità edipica di ognuno di noi che, non solo è alla base dei conflitti genitori-figli, ma che influenza anche molti atteggiamenti delle persone di fronte a situazioni irrisolvibili nelle quali, sostanzialmente, una forma di autorità si impone. Inoltre con la scelta della giocata si esprimerebbero la personalità e tratti latenti (Giuseppe Sgrò, 3 ottobre 2009)”.
Ciò significa che qualsiasi conflittualità, o idea di sopraffazione dell’altro, intorno alla scacchiera prende la forma di quei comportamenti che non hanno le caratteristiche di un atto bullistico ossia l’intenzionalità, la persistenza, all’interno di una interazione che è asimmetrica, ossia fondata sul disequilibrio e sulla disuguaglianza di forza tra il bullo che agisce e la vittima che spesso non è in grado di difendersi – spiega Sasso -. I comportamenti non di bullismo riguardano: la presa in giro per gioco; la finta zuffa; la lotta per gioco; i giochi quasi aggressivi, ritualizzati e con reciprocità di ruoli”. Un aspetto fondamentale è proprio la reciprocità che si sviluppa dalla stretta di mano iniziale: qualsiasi colpo basso è accettato purché si svolga all’interno di regole chiare e condivise. “Prevenire il bullismo attraverso il gioco degli scacchi significa che nell’agone tutti hanno le stesse probabilità di vincere salvaguardando la propria autostima ed esercitando l’assertività – aggiunge Sasso -. Affinché le strategie di prevenzione del bullismo abbiano successo è sempre bene tener presente come, oltre all’atteggiamento dell’educatore, sia importante che l’ambiente scolastico e familiare garantisca, da una parte, riconoscimento personale e contenimento affettivo, dall’altra, accoglienza e collaborazione accanto ad un sistema di regole di riferimento sufficientemente strutturato”.
Nella relazione Sasso spiega un fattore molto interessante legato all’importanza dell’autostima. Essa, infatti, “è essenziale per la sopravvivenza psicologica di ogni persona, riflettendo la coesione e stabilità della struttura del Sé (della propria identità) , sviluppata durante gli anni formativi dell’infanzia. Essa viene nutrita soprattutto da ciò che noi abbiamo interiorizzato e che pensiamo e sentiamo per noi stessi. Gli apprezzamenti esterni la rafforzano, ma non la destabilizzano, se mancano. Con una autostima positiva si può tollerare il rifiuto e la perdita di una partita”. I bambini con una sana autostima sono molto più inclini e aperti a creare relazioni nutrienti e costruttive. Il sentimento di benevolenza e rispetto che provano per loro stessi li portano, pertanto, a trattare gli altri solo con rispetto.
Dunque un’esperienza da seguire e promuovere. Non a caso alcuni enti di formazione sportiva e la Federazione Scacchistica Italiana hanno inserito l’argomento nelle ore dei corsi per insegnanti e istruttori. Anche Piero Angela, socio onorario di Frascati Scacchi, e la Comunità Europea si sono espressi sul tema auspicando che gli scacchi vengano inseriti nelle scuole per favorire crescite sane e integrazione sociale.
Per questo l’appuntamento di piazza San Silvestro per dare “Scacco al bullo” non è solo un momento di incontro e di esperienza ludica, ma resta un percorso fondamentale che contribuita alla crescita dei bambini che saranno, un giorno, coloro che prenderanno in mano la società del futuro.
“Scacco al bullo” era stata già rappresentata al Comune di Frascati durante l’incontro internazionale
giovanile Frascati-Mosca, anche in versione russa, e a Zoo Marine a bordo piscina. Un’esperienza che prosegue nel tempo nella consapevolezza che attraverso gli scacchi è possibile pure trasmettere valori che possono aiutare, di generazione in generazione alla costruzione del futuro dove il rispetto per la dignità della persona e del “bene comune” sono al centro della convivenza sociale e civili di ogni Paese.
Vincenzo Grienti