22 novembre 1963: l’assassinio di JfK
Il 22 novembre 1963 viene ucciso a Dallas John Fitzgerald Kennedy. Ucciso da proiettili di un assassino durante il passaggio lungo due file di persone festanti che lo salutavano. Jfk era su un’auto scoperta. Acconto a lui sua moglie Jacqueline. Kennedy è stato il più giovane Presidente Usa ad essere eletto, ma anche il più giovane a morire. Di origine irlandese, nato a Brookline, nel Massachusetts, il 29 maggio 1917 si laureò ad Harvard. Nel 1940 entrò nella US. Navy. Nel 1943 l’unità navale in cui prestava servizio fu speronata e affondata da un cacciatorpediniere giapponese. In quelle circostanze Kennedy, nonostante gravi ferite, portò in salvo i sopravvissuti.
Tornato dalla guerra, divenne un deputato democratico dalla zona di Boston. Sposò Jacqueline Bouvier il 12 settembre 1953. Nel 1955, mentre si stava riprendendo da un’operazione alla schiena, scrisse Profiles in Courage, che vinse il Premio Pulitzer.
Celebre il suo discorso inaugurale: “Non chiedere cosa il tuo Paese può fare per te, ma chiediti cosa tu puoi fare per il tuo Paese”. E’ il Presidente Usa che sarà ricordato nella storia come protagonista insieme a Kruscev e Giovanni XXIII dei così detti 13 giorni vissuti da tutto il mondo con il fiato sospeso per via della crisi dei missili di Cuba.
Nel 2017 il Presidente Usa Donald Trump ha disposto la desecretazione dei documenti riguardanti il suo assassinio. Oggi, infatti, sono disponibili 2.800 file.
Lee Harvey Oswald, operaio, ex militare e attivista fu indicato come responsabile dell’assassinio di John Fitzgerald Kennedy, come risulta dalle tre inchieste ufficiali dell’FBI (1963) e dalla Commissione Warren (1964). La storia, i discorsi, le fotografie e tutto ciò che riguarda la vita e l’impegno politico di Jfk nel sito della Biblioteca Museo. Un film da rivedere è Jfk. Un caso ancora aperto di Oliver Stone con Kevin Costner.
Era il 9 novembre 1960 quando John Fitzgerald Kennedy batteva il rivale repubblicano Richard Nixon con uno scarto di voti tra i più bassi mai registrati dalle elezioni del 1884. JFK, così come venne subito chiamato, era il primo presidente degli Stati Uniti cattolico. Suo padre Joseph, banchiere, e la madre Rose erano entrambi di origini irlanedesi.
Joseph Kennedy era ben inserito nel Partito Democratico americano ed aveva avuto incarichi importanti anche al tempo della presidenza di Franklin Delano Roosevelt negli anni Trenta in piena crisi economica. Tra questi l’incarico di ambasciatore a Londra dal 1937 al 1940 negli anni in cui scoppiava la Seconda guerra mondiale. Era stato lo stesso Roosevelt a volere questi incarichi anche per ringraziarlo del sostegno economico alla sua campagna elettorale. Un mondo quello della politica statunitense su cui Joseph Kennedy inserì il figlio John, primogenito e ufficiale della U.S. Navy al comando di un cacciatorpediniere durante il secondo conflitto mondiale nell’Oceano Pacifico.
A conclusione della guerra JFK venne eletto nel 1946 alla Camera dei Rappresentanti e nel 1952 al Senato per lo Stato del Massachusetts. Era esperto in politica estera e legislazione del lavoro, ma era anche uno scrittore e pubblicista dalla penna di qualità. Per un suo libro nel 1954 ottiene il Premio “Pulitzer”. Alla convention democratica per la nomina a candidato presidenziale ottiene 806 voti contro i 406 di Lyndon B. Johnson. Quest’ultimo diventò vice presidente quando JFK venne eletto nel 1960.
Fu una campagna elettorale difficile, ma alla fine JFK vinse con l’aiuto della gente, con il porta a porto e con jingle trasmessi alla radio e alla tv. Nel 1960 il mondo era in pieno clima da “guerra fredda” e da li a qualche anno sarebbero scoppiate crisi come quella della “baia dei Porci” e dei “missili di Cuba”. Crisi che il giovane presidente americano riuscì a risolvere e dipanare, anche con l’aiuto di Giovanni XXIII, “il Papa buono”.
Quella di John Fitzgerald Kennedy fu una presidenza difficile, anche per l’epilogo drammatico per via del suo assassinio a Dallas il 22 novembre 1963. Ha 46 anni e viaggia su una Limousine scoperta. E’ il 22 novembre 1963 ed è accompagnato dalla moglie Jacqueline e dal governatore del Texas, John Connally quando dal quinto piano di un edificio e da una piccola collina sulla destra del corteo presidenziale partono alcuni spari. Il Presidente Kennedy è gravemente ferito e viene immediatamente condotto al Parkland Memorial Hospital. Purtroppo non ci sarà niente da fare. Morirà 30 minuti dopo l’arrivo al nosocomio texano. Dell’attentato viene accusato Lee Harvey Oswald, un passato nei marines. 99 minuti dopo la morte di Kennedy il vice presidente Lyndon B. Johnson, sull’aereo che lo conduce a Washington, presta giuramento come 36° Presidente Usa.
Kennedy è stato un presidente che è rimasto in carica poco meno di tre anni, ma lascia una grande eredità politica. E’ sua l’idea di impegnarsi e di attivare tutte le forze del mondo occidentale affinché si possa arrivare ad un accordo pacifico con l’Est del mondo. E’ il periodo della “guerra fredda” e il mondo è suddiviso in due blocchi contrapposti. Da una parte i Paesi occidentali che aderiscono alla NATO e dall’altra il Patto di Varsavia con l’Urss e i Paesi satelliti all’Unione Sovietica.
Resta celebre il discorso di JFK pronunciato in visita ufficiale a Berlino Est, a 22 mesi dalla costruzione del muro: «Duemila anni fa l’orgoglio più grande era poter dire ‘civis Romanus sum’. Oggi, nel mondo libero, l’orgoglio più grande è dire ‘Ich bin ein Berliner.’ Tutti gli uomini liberi, dovunque essi vivano, sono cittadini di Berlino, e quindi, come uomo libero, sono orgoglioso delle parole ‘Ich bin ein Berliner!’»
Kennedy durante la sua presidenza si trova a gestire una situazione che potrebbe portare alla terza guerra mondiale. E’ il 22 ottobre 1962. Sono le ore 19: Kennedy comunica alla nazione che aerei spia americani hanno fotografato a Cuba missili sovietici in fase di installazione. Kennedy decreta immediatamente il blocco navale intorno all’isola caraibica: qualsiasi nave che tenti di forzarlo verrà fermata anche con il ricorso armi. Il blocco diventa effettivo a partire dalle 10 del 24 ottobre. Il mondo intero trema temendo l’inizio di una guerra mondiale. Saranno 13 giorni difficili.
Vincenzo Grienti