Giorni di Storia

date, nomi, avvenimenti che raccontano il '900

Libri

I 10 libri consigliati da Giorni di Storia per il 2021

Il 2020 resterà nella storia dell’umanità come l’anno in cui la pandemia  ha colpito il mondo e messo sotto scacco Stati, nazioni e popoli. Covid-19 resterà una sigla non facile da dimenticare neppure per l’economia globale. Il virus ha costretto molti settori culturali come il cinema, il teatro, i musei, il mondo della musica e dello spettacolo, così come quello dell’editoria a rivedere e adattare proposte e presenza alle contingenze del momento di crisi. La priorità è stata quella di limitare le proprie attività per arginare la diffusione del contagio e questo a modificato stili di vita e modalità di comunicazione.

Giorni di Storia per tutto il 2020 ha accompagnato i lettori del BlogLab attraverso WebDoc, LongForm, recensioni di libri e di film, interviste e approfondimenti nella consapevolezza che mai come quest’anno le nuove tecnologie e internet in particolare potevano dare supporto agli appassionati di storia, ai ricercatori e agli studiosi che dal 2014 seguono questo progetto online di partecipazione collaborativa, di convergenza cooperativa dei contenuti e di integrazione tra il web e la storia, due mondi apparentemente distanti, ma più vicini di quanto si possa pensare.

Per questo giorno per giorno, storia dopo storia, vogliamo guardare avanti, al 2021 augurando ai nostri lettori un 2021 migliore di quello che è trascorso, magari leggendo un bel libro di storia.

Allora ecco i consigli di Giorni di Storia. Buona lettura!!

Il terzo uomo dell’affaire Dreyfus
La vita romanzesca di Maurice-Henri Weil

V. Ilari

Tra i protagonisti dimenticati dell’affaire Dreyfus, che tra il 1894 e il 1904 ha scosso la Terza Repubblica francese e continua a suscitare largo interesse, c’era Maurice-Henri Weil, esponente della media borghesia ebraica in rapida ascesa sociale, grande storico militare dell’Italia napoleonica finito sotto la lente d’ingrandimento dei servizi segreti italiani. La sua avventurosa biografia offre lo spunto per tratteggiare un singolare spaccato della società europea – dalla strage dei comunardi ai maneggi dell’intelligence francese, dai ludi equestri alla persecuzione antisemita – poco prima della catastrofe.

Per saperne di più

La guerra del Pacifico
Storie di uomini e portaerei nella seconda guerra mondiale 1941-1945

di S. Valzania

Tra le epopee del mare c’è quella delle portaerei. Le navi più potenti mai costruite sono state protagoniste di una sola guerra: quella combattuta con ferocia nell’oceano Pacifico tra giapponesi e americani dal 1941 al 1945. Il Mar dei Coralli, Midway, le Salomone orientali, l’arcipelago di Santa Cruz e le Marianne furono il teatro del conflitto che si risolse in uno schiacciante predominio degli Stati Uniti aprendo loro la strada per la vittoria. I marinai e i piloti imbarcati su Saratoga , Lexington , Yorktown , Enterprise e Hornet si opposero con determinazione e spirito di sacrificio allo strapotere dei giapponesi nei primi mesi di guerra, bloccando la loro avanzata e dando a un apparato industriale dalle possibilità immense il tempo di intervenire nella lotta. Se la madre di tutti gli errori giapponesi fu la decisione di sfidare gli Alleati in una guerra assolutamente impari sul piano dei materiali, il secondo gravissimo sbaglio consistette nell’attaccare Pearl Harbor nel momento in cui non erano presenti le portaerei americane, mancando di fatto l’annientamento della forza nemica. Con metodo e partecipazione, Valzania racconta un frammento di una delle grandi tragedie del secolo passato e ne presenta uomini e mezzi − gli ammiragli delle due flotte, le navi, i marinai, gli aviatori e gli aerei −, valuta le scelte fatte, l’eroismo, la disponibilità al sacrificio, le capacità strategiche e l’intuito tattico dei protagonisti, presenta le azioni e i comportamenti delle personalità di spicco che vi parteciparono nei ruoli più diversi. Dall’ammiraglio Yamamoto, ucciso in un agguato tesogli dall’aviazione americana, ai futuri presidenti degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy, che portò in salvo il motorista della sua motolancia affondata dai giapponesi nuotando per oltre cinque chilometri, e George Bush, in servizio come pilota di marina e recuperato da un sommergibile americano dopo ore di attesa in acqua a seguito dell’abbattimento del suo aereo.

Per saperne di più

Midaregami
Il volo di Arturo

C. Galiotto – F. Archidiacono

Quarantadue giorni di festeggiamenti: così il Giappone accolse nel 1920 i due equipaggi italiani che per primi avevano collegato i due Paesi con un volo da record. Doveva essere una trasvolata, ma degli 11 aeroplani partiti da Roma, solo i biplani SVA-9 dei piloti Arturo Ferrarin e Guido Masiero e i loro inseparabili motoristi Gino Cappannini e Roberto Maretto riuscirono a completare il durissimo percorso di 18.000 chilometri in 30 tappe. Il volo, concepito dai poeti-soldati Gabriele D’Annunzio e Harukichi Shimoi, aveva tutte le caratteristiche dell’avventura: condizioni meteo avverse, attraversamento di pericolose zone di guerra, sorvolo di regioni politicamente instabili e geograficamente proibitive ma anche paesaggi esotici e affascinanti. Tutti gli elementi, insomma, di una pagina memorabile della storia dell’aviazione. A cento anni di distanza, rendiamo omaggio ai protagonisti di quella storica impresa con questa graphic novel il cui titolo Midaregami (letteralmente “capelli scompigliati”) riprende il nome della raccolta di poesie che nel fumetto il Tenente Ferrarin riceve in regalo dall’imperatrice Teimei, a popolo giapponese.

Per saperne di più

La vita per L’Italia
Storia di Bachisio Mastinu di Bolotana Finanziere e Agente Segreto al servizio della Resistenza

G. Severino

Questo libro racconta la storia di un misterioso ´agente segreto´ al servizio della Resistenza. Questa, in estrema sintesi, la vicenda dell´Appuntato delle Fiamme Gialle Bachisio Mastinu, originario di Bolotana (Nuoro), ove era nato nel 1909, il quale, durante l´occupazione tedesca dell´Italia del Nord entrò a far parte volontariamente dei Servizi Segreti del Corpo Volontari della Libertà, combattendo così una durissima e rischiosa lotta contro i nazi-fascisti. Del suo passato di agente segreto e di patriota per l´Italia, l´Appuntato Mastinu non ne parlò con alcuno, nemmeno con la famiglia, tanto da non voler nemmeno approfittarne per ottenere avanzamenti di carriera, attestati onorifici e quant´altro. L´unico riconoscimento che l´autore ha riscontrato sul foglio matricolare del militare fu quello di potersi fregiare del distintivo della guerra di liberazione, istituito nel novembre del 1948. Anni dopo il congedo, l´ormai anziano Appuntato Mastinu si trasferì a Piedimulera, in provincia di Verbania, ove morirà l´8 marzo del 1989, a pochi mesi dal suo ottantesimo compleanno, pianto da figli, nipoti e quanti lo conobbero come uomo giusto e leale, finanziere onesto ed irreprensibile, italiano e democratico convinto. Il libro vuole, quindi, ricordare sia il servitore della Patria, raccontando le gesta eroiche e lo spirito di sacrificio che animarono il suo schierarsi in favore della Libertà, ma anche l´uomo e le sue origini, grazie alle quali Bachisio Mastinu fu capace di grandi cose, oltre che di saper condurre una vita esemplare, animata sempre da quella mal celata nostalgia per la Sua amata Sardegna.

Per saperne di più

Il gesuita comunista
Vita estrema di Alighieri Tondi, spia in Vaticano

di M. Manfredini

Alighiero Tondi, professore gesuita della prestigiosa Università Pontificia Gregoriana, nell’aprile del 1952 abbandona improvvisamente la Chiesa per entrare nel Partito Comunista Italiano. La sua clamorosa abiura, che tanto scalpore suscitò nell’opinione pubblica, è da sempre rimasta avvolta da un alone di mistero. Chi era realmente Tondi? Quali ragioni stavano dietro la decisione di aderire al marxismo, di predicare l’infondatezza della religione, di scrivere libri controversi che denunciavano le infiltrazioni in Vaticano da parte dell’estrema destra portandolo a diventare un acclamato tribuno che infiammava le piazze italiane? Ma i misteri su Tondi non finiscono qui. Negli anni Sessanta il Partito Comunista lo emargina completamente, abbandonandolo a se stesso, senza fornire alcuna spiegazione. Una situazione inaspettata che lo conduce ad un lungo periodo di riflessione che si conclude con un nuovo colpo di scena: il ritorno al sacerdozio. L’autore ricostruisce l’enigmatico ingresso nel Pci del 1952, svelando lo sconcertante ruolo di Tondi come spia comunista in Vaticano e le successive rocambolesche vicende. Un affresco del secondo dopoguerra che getta luce su aspetti ancora oscuri dei primi anni della Repubblica Italiana, dagli intrecci tra destra neofascista e mondo cattolico, ai rapporti tra Pci e Cremlino fino all’attività antisovietica del Vaticano.

Per saperne di più

Tre giorni vissuti da eroi
Le voci dei protagonisti.: Gela 10-12 luglio 1943

di S. Reale e G. Iacono

Tra il 10 e il 12 luglio del 1943 un uragano di fuoco si abbatté su Gela e su tutta la costa della Sicilia sud orientale. Una sanguinosa battaglia quasi ignorata dalla storiografia ufficiale che solamente negli ultimi anni, grazie alle pregevoli opere di autori come Andrea Augello e Pierluigi Villari, è stata portata alla ribalta del grande pubblico. Ma allora perché scrivere un altro libro sulla battaglia di Gela, Scoglitti, Butera? Questa è la domanda che ci siamo posti quando abbiamo deciso di intraprendere i lavori di questo libro. Senza nessuna velleità di ricercare la notorietà abbiamo proseguito le nostre ricerche. Fu durante lo studio dei verbali di interrogatorio consultati presso l’Archivio dell’Ufficio Storico dell’Esercito, ma soprattutto nel corso delle interviste ai diversi reduci della battaglia nei cui occhi, anche a distanza di più di settant’anni, vedevamo accendersi la scintilla dell’onore e del dovere nei confronti della Patria, che trovammo la risposta: “dobbiamo dare voce ai protagonisti, alle loro paure e speranze. Far conoscere direttamente dalla loro voce che, nonostante la sproporzione di forze, nonostante avessero la netta sensazione di aver perso ancor prima di iniziare a combattere, rimasero fedeli, con ferrea volontà alla legge del dovere e dell’onore”. Con il Patrocinio dello Stato Maggiore dell’Esercito.

Per saperne di più

Tante braccia per il Reich!
Il reclutamento di manodopera nell’Italia occupata (1943-1945)

a cura di B. Mantelli

«Tra i pilastri fondativi della memoria della Repubblica, accanto alla Resistenza, alla deportazione politica, alla deportazione ebraica, all’internamento militare, alla prigionia di guerra, c’è anche il lavoro coatto nei campi e nelle officine del Terzo Reich.» Per il Terzo Reich l’impiego di manodopera straniera fu uno strumento cruciale per sostenere l’economia bellica. Milioni di lavoratori provenienti in gran parte dai Paesi occupati, ma anche in buona misura da quelli alleati, furono impiegati in molteplici mansioni la cui funzione primaria era alimentare la produzione d’interesse militare. Centinaia di migliaia di lavoratori italiani, uomini e donne, erano già stati inviati in Germania per diventare «braccia per il Reich» fin dal 1938, quando l’Italia monarchicofascista era alleata, in realtà già subalterna, di Hitler. Il reclutamento divenne forzato nei venti mesi di occupazione tedesca del nostro Paese (settembre 1943-aprile 1945). Questo è il primo studio organico su dinamiche e modalità del prelievo coatto di lavoratori dall’Italia e del loro utilizzo oltre Brennero nel periodo della Repubblica Sociale Italiana, a cui gli apparati del fascismo di Salò diedero un notevole contributo. Nei due tomi viene analizzato il modus operandi degli occupanti tedeschi e dei loro collaboratori fascisti repubblicani nel mettere le mani con la forza su lavoratori dell’industria, dell’agricoltura e di ogni altro settore purché utili allo sforzo bellico del Terzo Reich, attraverso precettazioni, arresti, retate urbane, rastrellamenti nelle zone di campagna, prelievi indiscriminati negli istituti di pena. Una ricerca monumentale che colma una lacuna sulla storia dell’Italia nella Seconda guerra mondiale. Nel primo tomo: il contesto europeo, il reclutamento di lavoratori dal Torinese, da Genova e provincia, dal Milanese, dal litorale adriatico, dall’Emilia e dall’Imolese. Nel secondo tomo: il reclutamento di lavoratori dalla Toscana, dalle Marche, dall’Umbria, da Roma e dal Lazio, e un approfondimento sui detenuti italiani mandati nell’industria chimica del Terzo Reich. Due tomi indivisibili. Prefazione di Gianni Perona, Fondazione Memoria della Deportazione. Nota di Enzo Orlanducci, Presidente Nazionale ANRP.

Per saperne di più

Quando la Sicilia fece guerra all’Italia

di A. Caruso

C’è una guerra non dichiarata (e semisconosciuta) che si è combattuta in Sicilia fra il 1943 e il 1950, tra lo sbarco degli anglo-americani e l’uccisione del bandito Salvatore Giuliano. Il numero finale dei caduti, nonostante manchi una contabilità ufficiale, oscilla tra i 1500 e i 2000: soldati, carabinieri, poliziotti, mafiosi, banditi, indipendentisti, fascisti, comunisti, sindacalisti, gente comune. Di volta in volta cambiarono i pupi e gli scenari, mentre il puparo rimase sempre il Partito unico siciliano, il Pus (massoni, imprenditori, boss di Cosa Nostra, politici di ogni colore, giudici). E suoi alla fine furono i guadagni. Furono sette anni di anarchia e terrore con lo Stato ospite indesiderato. Cominciarono gl’indipendentisti. Proseguirono gli agitatori fascisti per sabotare la leva obbligatoria in favore dell’esercito della nuova Italia. Poi avvennero le rivolte contro la politica dell’ammasso, la guerriglia per il pane, la ribellione di Catania, di Comiso, di Piana degli Albanesi, di cento altri comuni. A intorbidare ancora di più le acque provvidero la congiura per instaurare a Palermo una monarchia con i Savoia e l’arruolamento della banda di Salvatore Giuliano nell’Esercito dei volontari per l’indipendenza siciliana. Nell’ombra tramavano i boss della mafia…

Io, pacifista in trincea
Un italoamericano nella Grande guerra

a cura di C.Staiti

New York, 1915. Il giovane italoamericano Vincenzo D’Aquila scappa di casa per arruolarsi volontario nelle file dell’esercito italiano, pronto ad andare incontro «al mulino della morte per la grandezza della madrepatria». Arrivato a Napoli e poi trasferitosi a Palermo, sua città natale, viene iscritto nel 25° reggimento della brigata Bergamo e mandato in montagna a combattere in trincea insieme ai soldati semplici. Il suo entusiasmo si affievolisce però davanti alla cruda realtà del fronte e all’atrocità del conflitto. Subentra allora in lui una visione mistica che lo spinge a imbracciare il fucile, ma con la ferma volontà di non sparare neanche un colpo, per tutta la guerra. Questa è la sua «chimerica promessa»: piuttosto che uccidere un altro uomo morirà lui stesso, ma è fiducioso che Dio, la sua «invisibile guardia del corpo», lo proteggerà. Per la prima volta in versione italiana l’incredibile storia vera di un pacifista in trincea tra complicate strategie messe in atto per tener fede alla sua promessa e l’avversione dei suoi superiori che lo considerano un pazzo più che un profeta, tanto che sarà allontanato dal fronte e internato in alcuni ospedali psichiatrici. Sopravvissuto al conflitto, D’Aquila rientra negli Stati Uniti, dove anni dopo scrive il racconto della sua esperienza, pubblicato nel 1931 con il titolo Bodyguard Unseen. A true autobiography. Il libro, nonostante le critiche positive, cade presto nell’oblio. In Italia rimane inedito, probabilmente perché il fascismo non gradisce l’implicito inno alla pace che racchiude. Nato come sintesi introspettiva di una personale «odissea di guerra e pazzia», il racconto di D’Aquila costituisce oggi non solo un prezioso documento, utile agli storici e agli studiosi, ma anche un racconto avvincente di come sia possibile sopravvivere alla guerra, senza sparare un solo colpo.

Per saperne di più

Navi al fronte
La Marina italiana e la Grande Guerra

di V.Grienti e L.Merlini

Le date, i nomi, gli avvenimenti più importanti e i fatti poco conosciuti della storia della Regia Marina durante la Prima guerra mondiale. Dal 24 maggio del 1915 e per 41 mesi di conflitto la Marina italiana ebbe un ruolo da protagonista a dimostrazione che la Grande Guerra non si combatté solo nelle trincee e sulle montagne. …La Marina adottò una strategia di attesa e di deterrenza basata sulla conquista del potere marittimo in Adriatico, di cui lo sbarramento del Canale d’Otranto fu il più fulgido esempio. Grazie all’ammiraglio Paolo Thaon di Revel la Marina approntò le misure necessarie per difendere il patrimonio culturale e artistico italiano a partire da Venezia. A questo si aggiunsero vere e proprie operazioni che oggi definiremmo di carattere umanitario quale il salvataggio del popolo e dell’esercito serbo, la cessione di alcune navi per accogliere trovatelli, orfani, figli di pescatori morti in guerra o in mare a seguito di naufragio.
Grazie al contributo della Marina nacquero le “navi-asilo” che a Genova, Bari, Napoli e Venezia “arruolarono” alla cultura del mare tanti “marinaretti” sottraendoli alla strada, alla fame e alla criminalità. Non mancarono, infine, le eroiche e ardite operazioni, come la famigerata “beffa di Buccari”, l’impresa di Pola e la difficile operazione di Premuda, che la Marina Militare ancora oggi celebra ogni 10 giugno come festa di Forza Armata, ad opera di Luigi Rizzo e Giuseppe Aonzo al comando dei MAS 15 e MAS 21.