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Geopolitica del Caucaso russo. Un libro di Giuliano Bifolchi

La regione del Caucaso russo, anche detta Caucaso del Nord o Ciscaucasia, è un’area geografica compresa tra il Mar Nero e il Mar Caspio e inclusa all’interno della Russia europea. L’intera regione nordcaucasica è parte della Federazione Russa e per volere del Cremlino nel 2010 è stata separata dal Distretto federale meridionale (in russo Južnij federal’nij okrug, Dfm), che comprendeva l’intera Russia meridionale, a seguito della creazione del Distretto federale del Caucaso del Nord (in russo Severo-Kavkazskij federal’nij okrug, Dfcn) con lo scopo di facilitare l’amministrazione di un’area geografica considerata complessa dal punto di vista politico, economico, socioculturale e religioso stabilendo inoltre una divisione con la regione di Krasnodar dove si sono svolti i Giochi olimpici invernali di Soči 2014.

Il Dfcn è composto dalle repubbliche di Karačaj-Circassia, Cabardino-Balcaria, Nord Ossezia-Alania, Inguscezia, Cecenia e Daghestan e dalla regione di Stavropol’ e comprende una popolazione di 9.428.826 persone distribuita su una superficie di 170.400 chilometri quadrati. Il Caucaso russo è noto a livello internazionale per la sua complessa situazione sociopolitica, per la sua volatilità e insicurezza a causa dalla minaccia terroristica della militanza armata locale e per i conflitti interetnici esplosi a seguito della dissoluzione dell’Unione Sovietica.

Questa regione detiene un’importanza geopolitica significativa per il suo ruolo di “ponte” naturale tra l’Europa e l’Asia, per le risorse energetiche e naturali e perché facente parte della macroarea Mar d’Azov-Mar Nero-Mar Caspio collegata al Medio Oriente e all’Asia Centrale che attrae gli interessi di Russia, Iran, Turchia, Stati Uniti, paesi del Golfo, Unione europea e Cina. Quindi, la centralità geopolitica e strategica del Caucaso settentrionale unita alla possibilità di esercitare un’influenza anche sull’area caucasica meridionale (Armenia, Azerbaigian e Georgia) risulta essere fondamentale per il Cremlino che negli anni ha indirizzato ingenti risorse finanziarie provenienti dal proprio budget federale per risolvere economicamente e militarmente il problema dell’instabilità regionale.

Il programma statale “Sviluppo socioeconomico del Distretto federale del Caucaso del Nord per il 2025” è stato progettato ad hoc dal governo russo per stimolare lo sviluppo economico regionale sia attraverso la creazione di centri di crescita economica, sia attraverso il coordinamento degli investimenti infrastrutturali governativi e delle strategie di investimento economiche conferendo la priorità allo sviluppo spaziale e alle risorse disponibili in loco. Il progetto “Kurorti Severnogo Kavkaza” (“Resort del Caucaso del Nord”, Ncrp) e lo sviluppo turistico regionale sono divenuti i cardini di questo programma statale il cui obiettivo primario è quello di favorire lo sviluppo economico, diminuire il problema della disoccupazione, attrarre investimenti diretti esteri (Fdis) e contrastare il fenomeno della militanza armata locale considerata dal Cremlino come parte del terrorismo internazionale i cui collegamenti afferiscono al network di al-Qā’ida e, recentemente, dello Stato islamico.

Obiettivo di questo libro è quello di analizzare l’importanza strategica e geopolitica del Caucaso del Nord all’interno dello scacchiere internazionale comprendendo gli interessi russi e stranieri e contestualizzando le problematiche che affliggono questa regione nell’ottica del gioco geopolitico che si è andato ad affermare a seguito della dissoluzione dell’Unione Sovietica che nell’ultima decade ha visto riemergere la Federazione Russa nella scena internazionale scontrandosi con l’Occidente, in special modo dopo la crisi ucraina del 2014 e l’annessione della Crimea all’interno del territorio russo.

Vista la complessità del Caucaso settentrionale si impone un approccio di studio multidisciplinare che evidenzi il ruolo geopolitico della regione e gli interessi di attori locali e internazionali. Fondamentale in questo lavoro è la comprensione del ruolo che la Russia ha esercitato nel Caucaso del Nord e l’attuale volontà del Cremlino di mantenere il controllo della regione nell’ottica di una politica estera di contrasto all’Occidente e di affermazione a livello internazionale come potenza.

Questo libro è stato articolato in quattro differenti capitoli con l’obiettivo di fornire al lettore sia gli strumenti che le informazioni necessarie per comprendere il ruolo geopolitico del Caucaso settentrionale e gli interessi russi e stranieri nella regione. Il primo capitolo farà riferimento alle dottrine geopolitiche che permettono di evidenziare correttamente la politica del Cremlino nella regione e le forze interne ed esterne che agiscono e ne influenzano gli sviluppi. Il secondo capitolo presenterà la regione nordcaucasica nello scacchiere geopolitico internazionale evidenziandone la specificità e il ruolo di punto di incontro/scontro e collegamento di Europa e Asia e delle ambizioni di attori regionali e internazionali. Il terzo capitolo focalizzerà l’attenzione sugli interessi stranieri nel Caucaso russo prendendo in esame le politiche di avvicinamento e le strategie di Stati Uniti, Unione europea, Cina, Iran, Turchia, paesi del Golfo, con una breve digressione sull’attività italiana in loco che, seppur marginale, evidenzia un tentativo principalmente delle aziende italiane di ritagliarsi un ruolo nel mercato nordcaucasico con possibilità di sviluppi ulteriori nel quadro geopolitico dei rapporti Italia-Russia. Il quarto capitolo avrà come obiettivo, invece, quello di descrivere il terrorismo nel Caucaso settentrionale, delineandone un breve profilo storico e dottrinale, la cui origine è dovuta a quei conflitti interetnici e ai movimenti di indipendenza scaturiti dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica e dalle ingerenze di attori stranieri che hanno condotto una “strategia etnogeopolitica” volta a sfruttare la debolezza della neonata Federazione Russa. Terrorismo che ha rappresentato e continua a rappresentare una minaccia regionale con conseguenze a livello locale e regionale e collegamenti più o meno accertati a con il network del terrorismo internazionale o con i paesi dell’area mediorientale e del Golfo, sia per quanto riguarda l’esperienza dell’Emirato del Caucaso che successivamente con lo Stato islamico.