30 marzo 1981, attentato a Ronald Reagan
Ronald Reagan, eletto da pochi mesi Presidente Usa, si reca a un convegno di sindacalisti presso un albergo di Washington per pronunciare un discorso. All’uscita un giovane armato di pistola attenterà alla sua vita. Delle sei pallottole sparate solo una colpì Reagan a un lobo del polmone sinistro. Ferito gravemente alla testa invece il portavoce della Casa Bianca James Brady e altri due funzionari dei servizi di sicurezza. L’attentatore fu bloccato immediatamente dai body guard del Presidente Usa. Si trattava di un giovane venticinquenne, John Hinckley, per attirare l’attenzione su di sé. Dunque nessun complotto nonostante il periodo di guerra fredda in cui il mondo era piombato.
Reagan fu subito condotto all’ospedale e operato d’urgenza al polmone. Prima dell’anestesia chiede al chirurgo, William O’Neal se ha votato per lui, cioè repubblicano. Ma il chirurgo è invece un democratico. Reagan si salverà.