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La Battaglia di Capo Teulada nel film “La nave bianca”

Il 27 novembre 1940 si combatteva nelle acque a sud della Sardegna la Battaglia di Capo Teulada (o di Capo Spartivento) che confermò, al netto della notte di Taranto, la “potenza in essere” (o meglio la fleet in beeing) della Flotta italiana nel Mediterraneo (https://www.giornidistoria.net/27-novembre-1940-la-battaglia-di-capo-teulada/).

La eco mediatica del combattimento navale, sostenuto dal regime fascista, fu talmente elevata che ispirò la sceneggiatura di un film che ebbe all’epoca molto successo. Quasi un anno dopo infatti, il 14 settembre 1941, dopo la presentazione al Festival di Venezia, esce nelle sale italiane il film “La Nave Bianca”.

L’azione si svolge su una nave da battaglia dove viene realisticamente narrata la vita e la routine di bordo. Nei momenti di riposo i marinai si dedicano alla corrispondenza e il loro pensiero è rivolto alle persone più care. Ricevuto l’ordine mollare gli ormeggi, la nave salpa le ancore e dirige nella zona di operazioni dove ingaggerà un cruento scontro navale subendo un colpo devastante che la danneggerà gravemente. Numerosi marinai rimangono feriti e vengono trasportati su una nave ospedale, una nave bianca appunto, dove prestano servizio con impareggiabile dedizione le infermiere volontarie della Croce Rossa. Attraverso le meticolose cure ricevute, i marinai riacquistano in breve tempo la loro energia, ma il pensiero che la loro nave, colpita, non rientrerà mai più in porto li rattrista profondamente. Ma presto anche essa, sebbene gravemente danneggiata, rientrerà in porto e l’allegria, unita a un pò di commozione, ritornerà tra i feriti.

Diretto da un giovanissimo Roberto Rossellini (trentaquattrenne) al suo esordio alla regia, con la supervisione di Francesco De Robertis, è la prima parte di una “trilogia della guerra fascista” che continua con Un pilota ritorna (1942) e L’uomo dalla croce (1943).

Distribuito dalla Scalera, prodotto dal Centro Cinematografico del Ministero Marina e girato con attori non professionisti sulla nave ospedale Arno e su una vera nave da battaglia, il film per il taglio documentaristico, l’attenzione ai minimi fatti e ai gesti quotidiani, rappresenta l’anticipazione del neorealismo postbellico, di un’idea di cinema come strumento di rivelazione della realtà nel suo farsi.

Se di Roberto Rossellini, uno dei maggiori registi affermatisi in Italia e all’estero, sappiamo tutto o quasi, poco o niente invece si sa di Francesco De Robertis, capitano di fregata della Marina, ufficiale dell’ordine della Corona d’Italia, osservatore d’aeroplano, regista cinematografico, pittore pubblicitario, scrittore di commedie teatrali e di soggetti cinematografici.

Nato il 16 ottobre 1902 a San Marco in Lamis (Foggia), fu ammesso nel 1917 all’Accademia Navale, conseguendo nel 1923 la nomina a guardiamarina. Dopo una serie di imbarchi, nel 1925-1926 da sottotenente di vascello partecipò alla campagna d’Africa nelle acque della Somalia settentrionale a bordo dell’incrociatore San Giorgio, e quindi nel 1928, tenente di vascello, partecipò a Taranto al corso di osservazione aerea, venendo destinato fino al 1930 presso la 143a Squadriglia idrovolanti alla Spezia, e quindi nel 1935 presso la 144a Squadriglia a Livorno. Collocato a domanda in aspettativa per motivi privati fu nel 1932 richiamato in servizio e destinato nel 1934 a bordo del cacciatorpediniere Francesco Crispi in qualità di ufficiale in 2a; nel 1936-1937 fu in comando delle torpediniere Curtatone e Calatafimi, e quindi comandante in 2a del cacciatorpediniere Lanzerotto Malocello. Collocato a domanda in congedo provvisorio rinunciò all’avanzamento, venendo trattenuto temporaneamente in servizio fino al marzo 1938, quando fu posto in ausiliaria.

Richiamato in servizio attivo per esigenze militari eccezionali, nel marzo 1939, dopo un breve periodo di comando del cacciasommergibili Albatros, fu poco dopo l’entrata dell’Italia nel secondo conflitto mondiale destinato a Roma al Centro cinematografico del ministero, che nel periodo della sua permanenza, 1940-1943, potenziò notevolmente.

Promosso nel 1942 capitano di corvetta, fu congedato dal richiamo del temporaneo servizio nell’agosto del 1945, collocato a riposo nel 1949 e trasferito nella riserva nel 1950, dove fu promosso capitano di fregata cinque anni dopo. Morì a Roma il 2 febbraio 1959.

Ingegno vivace, sostenuto da una vasta cultura letteraria e dotato di una fine sensibilità artistica portò sullo schermo – con nuovi criteri coronati da successo – la vera vita dei sommergibilisti in guerra, diventando nel 1940 il pioniere del neorealismo cinematografico con il film “Uomini sul fondo”, un’opera di stile dove i marinai-attori entravano nella parte con autenticità e sincerità di espressione. Seguì la supervisione del film “La nave bianca” (1942), del regista Roberto Rossellini, noto maestro del neorealismo, su soggetto del Centro cinematografico della Marina e, sempre da regista, “Alfa Tau!” (1942), altro film sulla guerra sottomarina. Seguirono numerosi altri film, fra i quali si ricorda “Mine in vista”, “Marinai senza stellette”, “Uomini e cieli” e, nel periodo post bellico, “Carica eroica” (1952), “Mizar” (1953), “Uomini ombra” (1954), “La donna che venne dal mare” (1956) e “Ragazzi della Marina” (1958), tutti film a carattere e ambientazione marinara.

Dipinse con molta originalità cartoline, copertine di libri e manifesti pubblicitari, sempre a sfondo marinaro, con le doti tipiche dell’illustratore di professione, con l’uso di pochi colori, con la ricerca della semplificazione delle forme aperte alle istanze grafiche del futurismo. Fu inoltre scrittore di varie commedie teatrali e di numerosi copioni di film, destando sempre molto interesse per la perizia tecnica e i criteri creativi lontani dalle convenzioni.

Se oggigiorno abbiamo ancora documentazione visiva sull’attività operativa della Marina italiana nel periodo del secondo conflitto mondiale, molto lo dobbiamo a questo personaggio dai molti interessi artistici, sempre riconducibili ai suoi trascorsi in Marina.

C.V. Leonardo Merlini
Direttore del Museo Tecnico Navale di La Spezia

La parte biografica di Francesco De Robertis è tratta dal prezioso volume P. Alberini, F. Prosperini, Uomini della Marina 1861-1946, Ufficio Storico della Marina Militare, Roma, 2016 (https://www.difesa.it/Area_Storica_HTML/editoria/2016/Uomini_della_Marina/Pagine/index.aspx