Il Capitano Emilio Verrascina: dai cieli d’Italia al Coliseo di Buenos Aires (1904 – 1966)
Dopo il 2 giugno del 1946, in relazione all’esito del Referendum istituzionale che sancì il passaggio dell’Italia da Monarchia costituzionale a Repubblica, non tutti gli italiani accettarono di buon grado il responso delle urne, nel senso di voler continuare a vivere ancora in un Paese che aveva deciso – giustamente aggiungiamo noi – di cambiar vita, dopo le tragedie che quell’assurda guerra mondiale aveva comportato per il mondo intero. Furono veramente in tanti gli italiani che vollero seguire il destino dell’ex Re d’Italia Umberto II di Savoia, che scelse l’esilio con tutta la sua famiglia il successivo giorno 13 giugno, proprio dopo l’avvento della nostra sofferta e amata Repubblica. Gran parte di loro non si rendevano probabilmente conto del fatto che la Repubblica Italiana sorgeva al culmine di fatiche, dolori ed eroismi impersonati dalla Resistenza e dalla stessa Guerra di Liberazione, condotta assieme alle truppe Anglo-Americane. Era una mèta che l’Italia si meritava di raggiungere, dopo quasi cinque anni di guerra, due dei quali di lotta senza quartiere contro le odiose truppe d’occupazione nazi-fasciste, che tanti lutti avevano comportato all’intero Paese. Fu, però, un vero peccato, forse anche una iattura per l’Italia il fatto che fra i tanti che lasciarono per sempre la Penisola vi furono anche affermati uomini di cultura e funzionari della Pubblica Amministrazione che si dimisero dai loro incarichi, in quanto rimasti fedeli ai Savoia. Fra questi pure non pochi ufficiali, sottufficiali e soldati delle Forze Armate, i quali si rifiutarono di giurare fedeltà al nuovo Stato. Con loro la nostra Patria avrebbe certamente vissuto una stagione diversa, potendo contare ancora sulle loro esperienze e sull’incondizionato amore verso l’Italia. Ma ciò non fu. Fra questi vi era anche l’allora Capitano dell’Aeronautica Emilio Verrascina, uno dei tanti eroi dell’Arma Azzurra, il quale, dimessosi anzitempo dalla Forza Armata, preferì emigrare in Argentina, affrontando così le difficoltà di una nuova esistenza. Quella che segue è la sua affascinante vicenda umana e professionale.
- Da Tricarico a Caserta (1904 – 1920).
La storia che vi proponiamo ebbe inizio a Tricarico, una rinomata cittadina in provincia di Matera, il 14 giugno del 1904, quando la signora Angela Panico mise al mondo il piccolo Emilio, ennesimo rampollo di Nicola Verrascina, proprietario ed esercente un celebre molino della zona. Emilio avrebbe trascorso la propria infanzia e adolescenza nella sua amata Tricarico almeno sino al 1920 – come asseriscono gli storici Petriella e Sosa Miatello[1] – anno nel quale il giovane si sarebbe arruolato nel Regia Aeronautica, Forza Armata che in verità non esisteva ancora, essendo stata istituita da Italo Baldo solo nel 1923.
- Il servizio nella Regia Aeronautica (1923 – 1940).
Emilio visse la propria gioventù in una famiglia e in contesti storici molto particolari per l’Italia. Ancor bambino, egli vide la sua Patria impegnata in due conflitti, la guerra “Italo-Turca” (1911 – 1912) e la “Grande Guerra” (1915 – 1918), nel corso della quale erano caduti un centinaio di concittadini. Anche il padre, Nicola, così come alcuni dei suoi familiari più stretti, era stato mobilitato in guerra, costretto a lasciare moglie, figli e la stessa attività commerciale. È verosimile ritenere – facendo i dovuti calcoli riguardo all’età posseduta da Emilio nel 1920 – che il giovane lucano si sia arruolato nella Regia Aeronautica fra il 1923 e il 1924, quando Emilio aveva compiuto 19 anni d’età. Il giovane lasciò, quindi, Tricarico, non volendo seguire evidentemente il progetto paterno di lasciargli gradualmente in gestione il molino, nel frattempo divenuto elettrico in quel di Tricarico[2], per raggiungere la Scuola Specializzati dell’Arma Aeronautica, che allora era organizzata su due basi, Roma e Capua. In una delle due sedi egli avrebbe frequentato il corso di formazione, al termine del quale, conseguiti i gradi di Sergente, fu destinato presso uno dei tanti Stormi che componevano allora la neonata Arma Azzurra. Non avendo potuto visionare il suo Stato di Servizio non siamo in grado di ricordare le varie tappe della carriera di Emilio Verrascina. Possiamo aggiungere che attorno al 1927 lo troviamo in servizio presso l’81^ Squadriglia del 1° Stormo Caccia Terrestre, che in settembre sarebbe stato inviato di stanza a Campoformido (Udine), in quel frangente posto agli ordini del Colonnello pilota Luigi Govi. Dopo aver scalato i primi gradi della categoria, il 22 maggio 1928 il già Sergente Maggiore Verrascina, molto probabilmente si trovò in procinto di raggiungere le Colonie Africane, essendo risultato idoneo al “Servizio Coloniale”[3]. Nel corso del 1930 il nostro protagonista fu destinato all’Accademia della Regia Aeronautica, che allora aveva sede presso la Reggia Vanvitelliana di Caserta, da qualche anno lasciata libera dalla Scuola Ufficiali della Regia Guardia di Finanza. Fu proprio qui che nel corso del 1931, promosso ormai Maresciallo di 3^ classe, a far data dal 31 dicembre 1930[4], Emilio Verrascina ottenne l’abilitazione al pilotaggio dell’apparecchio A.300/6, a decorrere dal 14 agosto[5]. Nel corso dello stesso anno il Maresciallo Verrascina superò brillantemente le prove di ammissione per la stessa Accademia. Ne sarebbe uscito con il grado di Sotto Tenente in servizio permanente effettivo un anno dopo, il 28 luglio 1932, destinato al “Comando Aviazione Sardegna”[6]. Il Tenente Verrascina prestò servizio in Sardegna per alcuni anni, tanto che il suo nome viene associato a tale Comando anche negli anni 1933 e 1934, come emerge dagli “Annuari Ufficiali” della Forza Armata. A far data dal 15 ottobre dello stesso ’34, l’ufficiale pilota Emilio Verrascina fu nominato “Istruttore professionale” e per questo assegnato alla Scuola di Pilotaggio presso la stessa Regia Accademia Aeronautica[7]. Qui avrebbe prestato la propria attività solo per alcuni mesi, tanto è vero che il 1° aprile del 1935 fu trasferito a Campoformido, di nuovo presso il gloriosissimo 1° Stormo Caccia Terrestre, allora posto agli ordini del Colonnello pilota Vincenzo Velardi[8]. Si trattò, in verità, di una destinazione momentanea, in quanto il 15 gennaio del 1936 il Tenente Verrascina sarà uno dei membri del 1° Stormo che andrà a far parte della 153^ Squadriglia del neo costituito 6° Stormo C.T., con sede presso lo stesso Aeroporto di Campoformido, posto agli ordini del Ten. Col. Vincenzo Velardi[9]. Presumiamo che l’ufficiale lucano abbia continuato ad appartenere a tale formazione anche nei quattro anni seguenti, partecipando, molto probabilmente, anche alla “Guerra di Spagna”, ove operò il 6° Stormo.
- La partecipazione alla 2^ Guerra Mondiale (1940 – 1943).
Non disponiamo, purtroppo per mancanza di atti ufficiali, di ulteriori informazioni certe riguardo ai trascorsi militari del nostro protagonista nel periodo che precedette lo scoppio della 2^ guerra mondiale. Sappiamo solo che, alla data del 6 giugno del 1940, nell’imminenza dell’entrata in guerra dell’Italia, il Capitano della Regia Aeronautica Emilio Verrascina, appartenente al ruolo “Naviganti”, entrò a far parte della gloriosa 192^ Squadriglia Caccia, facente parte dell’87° Gruppo del 30° Stormo Bombardamento Terrestre. Lo Stormo proprio quel giorno avrebbe lasciato l’aeroporto militare di Ciampino, in Roma, per raggiungere quello di Sciacca, nei pressi di Augusta, reparto posto allora agli ordini del Colonnello pilota Antonio Serra, dipendente dall’11^ Brigata Aerea “Nibbio”, in quel frangente comandata dal Generale Giuseppe Barba in quel di Castelvetrano. Sin dall’inizio delle operazioni di guerra, lo Stormo effettuò ricognizioni offensive, ma anche scorte ai convogli diretti o provenienti dall’Africa, bombardamenti diurni e notturni alle basi aeronavali di Malta, Tunisi e Biserta, oltre che di formazioni navali nemiche[10]. Al pilotaggio del suo bombardiere “S. 79 MM21826 192-2” (il glorioso trimotore SIAI-Marchetti S.M. 79 Sparviero) il Capitano Verrascina, già nel luglio del ’40, si distinse in una serie di brillanti operazioni aeree. Il 10 luglio, il giorno seguente all’inizio della nota battaglia aeronavale di Punta Stilo, nel corso di una faticosa missione su La Valletta ( Malta), il suo aereo sostenne una durissima lotta conto un caccia Hurricane inglese, con tanto di scontro a fuoco, brillantemente sostenuto dal suo mitragliere di bordo, Giuseppe Gorini.
Il valor dimostrato in questa e in altre missioni compiute in novembre nei pressi dell’isola di La Galite, gli valsero il conferimento di una Medaglia d’Argento al Valor Militare[11] e, in seguito, anche di una Croce di Guerra, sempre al Valor Militare. Nel corso del 1941 il Capitano Verrascina frequentò, con esito favorevole, classificandosi 3° in graduatoria, il 1° corso straordinario di volo senza visibilità, il quale ebbe termine il 5 marzo, molto probabilmente presso la Scuola di Volo di Malpensa[12]. Il 30° Stormo rimase a Sciacca sino al 7 settembre dello stesso ’41, data nella quale fu trasferito a Forlì, per un periodo di riposo degli uomini e per il riarmo dei reparti stessi, anche in vista della consegna dei nuovi apparecchi Cant Z. 1007 bis, sui quali gli equipaggi svolsero l’opportuno addestramento. Nel corso dello stesso anno la bandiera dello Stormo sarebbe stata decorata con la Medaglia d’Argento al Valor Militare, proprio per il valore dimostrato nei cieli del Mediterraneo Centrale, dal giugno al settembre del 1940. Verso la fine di giugno del 1942, l’87° Gruppo, al quale continuava ad appartenere il Capitano Verrascina, fu destinato in Egeo, stanziato presso l’Aeroporto di Gandurra, operando così nel settore del Mediterraneo Orientale. In tale frangente il reparto si distinse in altre importanti missioni, quali i bombardamenti notturni nelle zone del Canale di Suez e di Haifa, ovvero degli Aeroporti di Ismailia e di El Quantara. All’eroismo dei suoi Aviatori seguì l’eroico sacrificio di non pochi dei suoi uomini migliori, quali, ad esempio, lo stesso Ten. Col. Mario Giuliano, Comandante dell’87°, alla cui memoria fu conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare. Il 30° Stormo svolse la sua attività sino al 25 agosto del 1943, allorquando sia lo Stormo che l’87° Gruppo rimasero di stanza in Egeo, in attesa degli eventi scaturiti a seguito dell’invasione anglo-americana della Sicilia, nel precedente mese di luglio. Il 30° Stormo, che in quel frangente si trovava agli ordini del Colonnello Luigi Gori-Savellini, si sciolse dopo l’armistizio dell’8 settembre ’43, non prima di aver offerto degna resistenza contro i nuovi nemici, i tedeschi[13]. Da questa data in poi non siamo in grado di aggiungere altri elementi riguardo al destino dell’ufficiale.
- Una seconda vita in Argentina (1946 – 1966).
Il quarantaduenne Capitano Verrascina, che nel frattempo aveva contratto matrimonio con la signorina Wanda Bertuzzi, raggiunse l’Argentina nel corso del 1946, come ci conferma il citato “Diccionario Italo-Argentino”, in un periodo storico nel quale nel grande Paese Sudamericano stavano affluendo dall’Italia migliaia di persone, molte delle quali in fuga sia dai rigori della Legge, essendosi compromessi con l’occupante nazi-fascista, sia dalla diffusa povertà causata dalla recente guerra mondiale. Approfittando che in Buenos Aires viveva, sin dal 1925, suo fratello maggiore Francesco, classe 1902, Enrico non ebbe difficoltà alcuna nell’inserirsi rapidamente nella nuova realtà geografica. In Argentina, Francesco Verrascina, classe 1902, aveva compiuto studi tecnici, grazie ai quali era diventato un rinomato imprenditore, operante nell’ambito delle industrie del legno e delle costruzioni in generale, dando così vita alla nota “Verrascina & Sacchi S.R. Ltda” (poi “Verrascina & Sacchi S.A.C.I.F.”), di cui fu il primo Presidente, costituita il 1° luglio del 1944 unitamente all’altro fratello, Bernardino Maria (del quale purtroppo non abbiamo altre notizie) e a Pedro Sacchi, sita in Buenos Aires, Avenida Corrientes, n. 485, operante nell’ambito dell’importazione ed esportazione del legno e di altri materiali per le costruzioni. Nel 1953, assieme ad un altro dei suoi fratelli, Angelo, e ad altri soci, Emilio fondò anche la “C.I.F.O. – Sociedad Anonima Compañia Industrial Frigorifica”. Ed ancora, con gli stessi fratelli contribuì anche all’ampliamento della nota “Verrascina Hermanos S.A.”, con sede sempre in Buenos Aires, Avenida Cordoba, n. 323, come ci conferma il noto “Annuario Kraft – Gran Guia de la Repubblica Argentina” (anni 1964-1965, p. 316). L’ex ufficiale dell’Aeronautica Militare italiana si buttò a capo fitto nella nuova attività professionale, tanto da espandere i propri interessi anche ad altri settori dell’industria. Il “Diccionario Italo-Argentino” ci ricorda, quindi, che Emilio fu Presidente della “SABA S.A.”, ma anche socio della affermata “Maderamen S.R.L.”, molto attiva nell’importazione di legno e materiali per le costruzioni edili, con sede in Buenos Aires, Avenida P.te R.S. Pesa, n. 825. Sempre con il cugino Francisco ed unitamente al socio Clemente Lococo, noto imprenditore italo-argentino del settore cinematografico, Emilio diede, infine, vita anche ad una nuova società, la “Loveca S.R.L.”, la quale per molti anni avrebbe gestito, su concessione dell’Ambasciata d’Italia, il glorioso “Teatro Coliseo”, vanto della cultura porteña, il quale era stato inaugurato nel 1905, per poi entrare nelle disponibilità patrimoniali dell’Italia nel 1937. Emilio Verrascina, che assieme al fratello Francisco fu anche membro del “Circulo Italiano” di Buenos Aires, non dimenticò mai la Madrepatria e la sua amata Arma Azzurra, tanto è vero che nel 1963, ormai maturo Tenente Colonnello in congedo, fu uno dei fondatori della Sezione di Buenos Aires della “Associazione Ufficiali in Congedo dell’Aeronautica”, sorta grazie all’iniziativa del Maggiore pluridecorato Edmondo Olivero[14]. La nuova vita di Emilio Verrascina in Argentina durò giusto una ventina d’anni, un tempo brevissimo per un uomo così attivo e operoso che era lui. L’ufficiale dell’Aeronautica, eroico combattente del 30° Stormo Bombardieri si spense, purtroppo, a Buenos Aires il 15 settembre del 1966, ad appena 62 anni d’età, molto probabilmente nella sua casa in Calle Tucumàn, 255. Due anni dopo lo avrebbe seguito anche Francisco, anch’egli uomo di punta della Comunità italiana in Argentina, tanto da meritarsi, oltre alla Croce di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (conferitagli nel 1965) anche una menzione nel celebre “Diccionario Italo-Argentino”, al quale si deve l’origine di gran parte delle storie che abbiamo sin qui raccontato su questo portale storico.
Col. Gerardo Severino
Direttore del Museo Storico della Guardia di Finanza
[1] Cfr. Dionisio Petriella e Sara Sosa Miatello, Diccionario Biografico Italo-Argentino, Buenos Aires, Società Dante Alighieri, 1976, p. 695.
[2] Cfr. Ministero delle Finanze, Imposte sui redditi di ricchezza mobile – Elenco dei contribuenti privati possessori di redditi incerti e variabili – Provincia di Potenza, Roma, Libreria dello Stato, 1924, p. 223.
[3] Cfr. Ministero dell’Aeronautica, <<Bollettino Ufficiale>>, Supplemento al n. 5, Roma, 28 agosto 1928, pp. 34 e 35.
[4] Cfr. R. decreto 23 aprile 1931, in <<Bollettino Ufficiale>>, supplemento n. 4, p. 2, Roma, Ministero dell’Aeronautica, 1931.
[5] Cfr. Determinazione ministeriale n. 9774/C – 7-6 del 29 agosto 1931, in Ministero Aeronautica, <<Bollettino Ufficiale>>, Dispensa n. 37, Roma, Ministero dell’Aeronautica, 1931.
[6] Cfr. <<Annuario Ufficiale della Regia Aeronautica – Anno 1933>>, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1933, p. 81.
[7] Cfr. Ministero dell’Aeronautica, <<Bollettino Ufficiale>>, Anno 1935, Dispensa 3^, p. 37.
[8] Cfr. Ministero dell’Aeronautica, <<Bollettino Ufficiale>>, Anno 1935, Dispensa 15^, p. 344.
[9] Cfr. Ministero dell’Aeronautica, <<Bollettino Ufficiale>>, Anno 1936, Dispensa 18^, p. 256.
[10] Cfr. Stato Maggiore Aeronautica Militare, I Reparti dell’Aeronautica Militare Italiana – Cenni Storici – I Reparti decorati, 1^ Edizione, Roma, Stilgrafica, 1973, p. 94.
[11] Cfr. Ufficio Storico Aeronautica Militare, Elenco Nominativo dei Militari dell’A.M. decorati al V.M. durante il periodo 1929 – 1945, vol. M.Z., Roma (?), p. 441.
[12] Cfr. Circolare n. 170 – Ufficiali – , in <<Giornale Ufficiale>>, Dispensa 13^ del 1° maggio 1941, Roma, Ministero dell’Aeronautica, 1941, p. 541.
[13] Cfr. Stato Maggiore Aeronautica Militare, I Reparti dell’Aeronautica Militare Italiana – Cenni Storici – I Reparti decorati, op. cit., p. 95, ed ancora, La Regia Aeronautica 1943 – 1946 – Parte Prima, Dall’Armistizio alla Cobelligeranza, Roma, 1977, p. 78 e ss.
[14] Cfr. rivista <<Dinamica Social>>, Buenos Aires, 1963, p. 43.