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10 giugno 1918: due eroi dietro la Festa della Marina Militare

Un successo navale frutto del genio e della creatività degli uomini della Marina sia sul piano strategico sia su quello del morale. Fu l’azione di Premuda del 10 giugno 1918 che sancì la supremazia italiana durante la Prima Guerra mondiale. Fu l’ultimo capitolo di un conflitto sopra e sotto il mare, parallelo a quello combattuto lungo la frontiera Nord-Orientale della penisola.

Questa impresa fece istituire il 13 marzo 1939 la Giornata dedicata a una delle più significative e ardite azioni compiute dalla Regia Marina e da allora, ogni 10 giugno, la Marina Militare, celebra la Festa della Marina e l’eroica impresa del Comandante Luigi Rizzo e del Guardiamarina Giuseppe Aonzo. Al comando rispettivamente dei MAS 15 (nella foto dell’Ufficio Storico della Marina Militare) e MAS 21 attaccarono una formazione navale austriaca nelle acque antistanti Premuda (costa dalmata), provocando l’affondamento della corazzata austriaca “Santo Stefano”.

Per approfondire vai nella pagina web dell’Ufficio Storico della Marina Militare

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(nella foto la corazzata austriaca  Szent Istvan affonda – Foto Ufficio Storico della Marina Militare)

Nel triennio celebrativo, a cento anni della Grande Guerra, durante la quale la Marina Militare si è distinta e ha dato il suo contributo sia nel campo dell’Aviazione Navale, che nella guerra silenziosa combattuta dai sommergibili in Adriatico, si darà maggiore impulso e importanza storica rendendo omaggio al Grande Ammiraglio Thaon di Revel e agli uomini della Marina.

Per saperne di più leggi l’approfondimento nel sito della Marina Militare e guarda la fotogallery nel sito www.marina.difesa.it

Chi furono gli eroi di Premuda

Tra le azioni più esaltanti della Marina italiana durante la Prima guerra mondiale l’impresa di Premuda del 10 giugno 1918 che ebbe come protagonisti il Capitano di Corvetta Luigi Rizzo e il Guardiamarina di complemento Giuseppe Aonzo. A bordo rispettivamente del MAS 15 e del MAS 21 portarono a segno un’azione contro la corazzata austro-ungarica Wien e la Szent Istvan.

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(nella foto il Comandante Rizzo tra Aonzo e Gori, eroi di Premuda)

Luigi Rizzo

La storia di Luigi Rizzo inizia in Sicilia. Nasce a Milazzo, in provincia di Messina, l’8 ottobre 1887 e cresce in una famiglia dai grandi valori marinareschi. A otto anni è già “marinaretto” a bordo della barca comandata dal padre.

Nel 1905, non ancora diciottenne, ottiene la licenza d’onore all’Istituto Nautico di Messina conseguendo il diploma di aspirante al comando di navi mercantili. Poi si imbarca come mozzo sul veliero “Speme” parte da Genova a Buenos Aires.

Nel 1912 diventa Capitano di Lungo Corso e il 17 marzo assume il grado di Sottotenente di Vascello di complemento della Riserva Navale nella Marina Militare. Nell’estate del 1914 rientra in Italia perché richiamato alle armi prima all’isola de La Maddalena, poi, come istruttore, a Venezia.

Con lo scoppio della Prima Guerra mondiale il 28 luglio 1914 e l’entrata nel conflitto dell’Italia il 23 maggio 1915, Luigi Rizzo è impegnato prima nella difesa marittima di Grado che le fa assegnare una medaglia d’argento al valor militare, poi, trasferito nella nuova arma dei MAS, è in prima linea nelle più difficili azioni di guerra in Adriatico.

Missioni che faranno “guadagnare” sul campo due medaglie d’oro al valor militare, tre d’argento e la promozione a Tenente di Vascello per meriti di guerra (cfr. F. Andriola, Luigi Rizzo, Ufficio Storico della Marina Militare, Roma 2000).

Nel dicembre del 1917 gli fu conferita la prima medaglia d’oro al valor militare per l’affondamento, sempre a mezzo di siluri lanciati dal MAS da lui comandato, di Nave “Wien”, un’unità corazzata austriaca posizionata nelle acque del porto di Trieste.

Nel febbraio 1918 è protagonista della “Beffa di Buccari”, un’azione all’interno del sistema difensivo austriaco che risolleva lo spirito delle forze armate italiane dopo la disfatta di Caporetto. Poi l’azione, detta di Premuda perché si svolge nelle acque antistanti all’omonima isola della Dalmazia per la quale viene insignito della seconda medaglia d’oro al valor militare.

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(Il testo dei volantini lasciati nel mare di Buccari da Gabriele D’Annunzio durante la missione – )

Finita la guerra, nel 1919, partecipa all’impresa di Fiume, dove ricopre anche la carica di Comandante della flotta del Quarnaro, e l’anno dopo lascia il servizio attivo con il grado di Capitano di Fregata.

Nel 1929 ricopre la carica di Presidente della Società di Navigazione Eola di Messina. Nel 1935, per meriti di guerra, è insignito del titolo di Conte di Grado e, nel 1941, di Premuda.

Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale rientra in Marina per occuparsi della difesa del Canale di Sicilia, ma è presto dispensato dal servizio per assumere, da Ammiraglio di Squadra della Riserva Navale, la Presidenza, del Lloyd triestino prima, dei Cantieri Riuniti dell’Adriatico poi.

In tale incarico, dopo l’otto settembre, ordina il sabotaggio dei transatlantici e dei piroscafi affinché non cadano in mano tedesca. Per questa sua direttiva è deportato in Germania. Rimpatriato al termine del conflitto, muore a Roma il 27 giugno 1951.

Giuseppe Aonzo

Il Guardiamarina Giuseppe Aonzo, invece, fu colui che guidò il MAS 21. Nasce a Savona il 24 maggio 1887. Figlio di Enrico, maestro d’ascia, e di Rosa, figlia di padroni di barca proprietari delle piccole e caratteristiche imbarcazioni liguri chiamate gozzi, anch’egli come Rizzo vive immerso in una famiglia dalle profonde tradizioni marinaresche.

A 7 anni è mozzo e può raccontare la sua prima esperienza di mare prendendo il largo sul brigantino “Andreina”. Inizia ad acquisire maturità ed esperienza a bordo di navi come “Maria Madre”, “Antonietta Accade” e “Aretusa” (P. Pagnottella, Per non dimenticare. Insieme a Luigi Rizzo c’era anche mio nonno, Marinai d’Italia, n. 28 novembre 2009).

Nel 1907 si arruola nel Compartimento Marittimo di Savona. Il 1° gennaio del 1908 è nominato allievo timoniere, nel maggio dello stesso anno timoniere e nell’ottobre è nominato sottocapo timoniere.

Il 12 novembre 1908 è posto in congedo illimitato, ma ritorna a bordo nel giugno del 1911 dopo aver conseguito la nomina a Scrivano, cioè aspirante ufficiale di coperta presso l’Istituto Nautico Leon Pancaldo di Savona. Un uomo “con il mare nel cuore” così come ha sottolineato il nipote nell’intervista di Pagnottella.

Grazie alla nomina a Scrivano si imbarca sul vapore “Noli” e fa continue rotte tra Dakar, nel nord dell’Africa, e Norfolk, negli Stati Uniti. Nel 1913 ritorna in Italia per preparsi e sostenere gli esami per il conseguimento della patente n. 1156 rilasciata dal Ministero della Marina Italiana. Esami superati brillantemente.

Una volta nominato Capitano di Lungo Corso, riprende il mare prima come Ufficiale in seconda e poi come primo Ufficiale, ma lo scoppio della Prima Guerra mondiale determina la mobilitazione generale e il Comandante Aonzo viene chiamato alle armi, nonostante l’Italia si sia dichiarata neutrale. Il 7 agosto 1914 la chiamata alle armi per la sua classe in caso di “eventualità” di coinvolgimento nel conflitto del nostro Paese.

Nominato capo timoniere di 2ª classe viene destinato all’imbarco in una delle navi della Regia Marina. Nel giugno del 1916 viene trasferito presso la base navale di Venezia in una squadra che resterà per sempre nella storia navale della Marina: la flottiglia MAS. Qui assume il comando di motosilurante antisommergibile.

La flottiglia Mas è senza dubbio la più piccola ma anche la più insidiosa unità da guerra della Regia Marina. Durante gli anni della Grande Guerra il Comandante Aonzo partecipò ad ardite perlustrazioni e pazienti agguati nei quali emerse la sua grande capacità ed esperienza. Tant’è vero che che nel gennaio del 1917 è promosso Guardiamarina di complemento.

I nostri MAS operavano in modo da sorprendere il nemico, attaccarlo quando prendeva il mare e incutergli timore tanto da farlo restare ridossato all’ancora nelle rade dei suoi porti. Al fine di non consentirgli di portare i suoi cannoni a riversare piombo sulle nostre coste Adriatiche e non mettere le sue prue su quelle nostre nel Mare Nostrum.
(P. Pagnottella, Per non dimenticare. Insieme a Luigi Rizzo c’era anche mio nonno, Marinai d’Italia, n. 28 novembre 2009).

Per saperne di più vai al sito della Marina Militare e nella pagina web dell’Ufficio Storico della Marina Militare

a cura di Vincenzo Grienti