Francesco Saverio Spinelli: da trombettiere a capitano di bande musicali militari in Uruguay
Già in passato, su questo stesso portale storico, abbiamo raccontato le vicende di un altro emigrante meridionale, tale Luis Paolillo, originario di Castellabate (Salerno), il quale tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento si era reso famoso, in Uruguay, per aver organizzato e diretto alcune tra le più importanti bande musicali militari, ovvero bande civiche, appena dismessa l’amata uniforme dell’Esercito di quel grande Paese del Sud America. E fu proprio in quella circostanza che evidenziammo il ruolo che avevano avuto non pochi oriundi italiani nella formazione della stessa tradizione musicale uruguayana, per non parlare dell’apporto fornito anche riguardo alla nascita e alla diffusione della musica e della stessa danza che tutto il mondo conosce oggi con il nome di tango. Tra gli italiani che si distinsero in tale campo proponiamo, in questa occasione, la figura di un altro protagonista di quella straordinaria stagione, la cui storia parte anch’essa dal profondo Meridione d’Italia, peraltro in un contesto storico nel quale l’emigrazione verso il Sud America predominava rispetto ad altre destinazioni.
Da San Rufo a Montevideo (1848 – 1870)
La vicenda legata al protagonista di questa storia, Francesco Saverio Spinelli, ebbe origine a San Rufo, un piccolo villaggio del c.d. “Vallo di Diano”, allora Comune del Circondario di Polla e, dopo il 1861, del Circondario di Sala Consilina, sempre nel Principato Citeriore, come veniva allora denominata l’odierna provincia di Salerno. Fu proprio qui che alle ore 16 del 25 febbraio del fatidico 1848, l’anno delle rivoluzioni e della 1^ guerra per l’indipendenza d’Italia, da Caterina De Vita, moglie ventottenne di Giuseppe Spinelli, coetaneo e affermato calzolaio del posto, nacque Francesco Saverio, battezzato lo stesso giorno nella Parrocchiale del piccolo centro[1]. Come emerge da una sua rara – e per certi versi inesatta – biografia, compresa in un poco conosciuto Dizionario degli Italiani stanziati nel Plata, Francesco Saverio Spinelli, che visse la propria adolescenza in un contesto storico fra i più delicati vissuti dalla provincia di Salerno, essendo travagliata dal brigantaggio post unitario oltre che da una povertà molto diffusa, avrebbe mosso i primi passi nel mondo della musica approfittando della posizione paterna, tanto da attribuire a Giuseppe Spinelli la professione di Professore di musica[2]. Il Dizionario, molto probabilmente andò incontro ad un errore, frutto forse di un’omonimia, in quanto sappiamo di certo che il padre di Francesco, anche lui di nome Giuseppe, si occupava di ben altro. Analoga inesattezza è quella secondo la quale il giovane Spinelli sarebbe stato – pensate alla tenera età di 12 anni – anche un volontario Garibaldino, nel ‘60, peraltro distinguendosi nei combattimenti di Ponte della Valle (Maddaloni) e a Capua, ove avrebbe anche meritato una medaglia al Valor Militare. Gli autori del Dizionario si sono, infatti, confusi con Francesco Spinelli fu Pasquale oppure con Stefano Spinelli, probabilmente suoi zii o cugini, i quali decisero di seguire l’Esercito Garibaldino che dallo stesso Vallo di Diano si stava dirigendo verso Salerno. Stefano Spinelli, in particolare, divenne in seguito Sergente dell’Esercito Meridionale, come evidenzia un testo specifico dedicato al contributo dei Salernitani al Risorgimento[3]. Ebbene, dopo aver frequentato le Regie Scuole primarie nella stessa località di nascita, Francesco, evidentemente appassionato di musica sin da bambino, convinse i genitori a farsi mandare a Cava dei Tirreni, ove dal lontano 1844 operava la celebre Scuola di Musica, con relativa Banda Cittadina, istituita dal Maestro Paolo Baldi. In quel frangente storico – siamo all’indomani della proclamazione del Regno d’Italia, la Scuola era diretta dal Prof. Stanislao Parisi, il quale nella vicina Salerno insegnava privatamente anche tromba e pianoforte. E fu proprio grazie al Prof. Parisi che il giovane Francesco Saverio Spinelli s’appassionò della tromba, strumento che avrebbe suonato per tutta la vita. Conclusi gli studi in quel di Cava dei Tirreni, il giovane Francesco Saverio fece ritorno a San Rufo, in attesa della partenza per l’assolvimento del Servizio Militare, che avrebbe prestato nel Regio Esercito.
E fu proprio in occasione della tradizionale visita di leva che nella relativa “Scheda Matricolare”, oggi conservata presso l’Archivio di Stato di Salerno fu riportata, alla voce “professione”, quella di “Musicante”, riferita gergalmente a chi suonava nelle allora numerose e diffuse Bande Musicali, attive quasi in ogni città, paese o villaggio del Regno. É verosimile ritenere che lo stesso Francesco Saverio, col rientro a casa abbia esercitato tale professione presso la stessa Banda Musicale di San Rufo, oppure abbia dato manforte al padre Giuseppe, così come avrebbe fatto il fratello più piccolo, Giovanni, che era nato a San Rufo nell’ottobre del 1851, ciò almeno sino al 1870, anno in cui il giovane decise di “cambiar vita” e di tentare anche lui la fortuna nelle lontane Americhe. Mentre Roma veniva liberata dalle truppe italiane del Generale Cadorna, Francesco Saverio Spinelli risiedeva già a Montevideo da qualche mese. Qui si era subito dato da fare, entrando a far parte della Banda Musicale del celebre “Battaglione Union”, sorto nell’omonimo quartiere (“Barrio”) di Montevideo. Qualche tempo dopo, fattosi conoscere come bravo trombettista, lo Spinelli transitò nella Banda Musicale del 2° Battaglione della Guardia Nazionale, che nel frattempo era stata istituita per la difesa del Paese, allora ancora “in attrito” con la vicina Argentina, ma anche turbato dalle guerre intestine tra le due fazioni politiche, i “Blancos” e i “Colorados”, come abbiamo più volte ricordato su Giorni di Storia.
Don Francisco Spinelli, da Trombettiere a Capitano di Bande Musicali Reggimentali (1875 – 1910)
Fu nel 1875 che il musicante Francesco Saverio Spinelli, oramai chiamato da tutti Don Francisco, fu arruolato nell’Esercito Nazionale della Repubblica Orientale dell’Uruguay, che allora si trovava sotto la Presidenza di Don Pedro José Varela Olivera. Inizialmente egli fece parte, come “Prima Tromba”, del glorioso 1° Reggimento Cacciatori, lo stesso complesso musicale che anni dopo avrebbe diretto il compatriota Angelo Michele Metallo (Originario di Calabritto, Avellino), per poi essere trasferito, con lo stesso ruolo, presso il Reggimento Artiglieria di Montevideo, ove prestò servizio per diversi anni. Di lì a qualche tempo, grazie alla sua bravura, Francesco Saverio fu nominato “Maestro istruttore musico”, iniziando così una rapida carriera che ben presto gli avrebbe consentito di cucire i galloni di Capitano sulla amata uniforme militare.
Con tale grado lo troviamo, infatti, già nel 1881, a poco più di dieci anni dal suo arrivo in Uruguay. La celebrità che lo accompagnò per tutto il periodo che l’uomo fece parte dell’Esercito Uruguayano travalicò anche i confini nazionali, raggiungendo la dirimpettaia Buenos Aires, anch’essa città ricolma di italiani. Ebbene, come ci ricorda la modesta biografia pubblicata nel Dizionario degli Italiani al Plata: <<Quando il generale Maximo Tajes, presidente della Repubblica Orientale (tra il 1886 e il 1890, n.d.r.), decise di restituire la visita che gli fece il dottor Michele Juarez Celman, presidente dell’Argentina, scelse la banda di musica diretta dal maestro Spinelli per accompagnarlo, come quella che si sarebbe fatta onore più delle altre per gli elementi che la componevano>>[4]. Attorno al 1899, il Capitano Spinelli era, invece, Maestro Direttore della Banda Musicale del 2° Reggimento Cacciatori, di stanza sempre a Montevideo, a ciò nominato dal Presidente della Repubblica, Juan Luis Cuestas, già nel 1897. Lo Spinelli avrebbe ricoperto tali grado e funzione sino al 1° marzo del 1910, data nella quale il grande musicista militare italo-uruguayano si spense prematuramente nella propria casa di Montevideo, pianto dalla moglie, Angela Bonino, dai figli, così come della copiosa comunità italiana che da anni lo seguiva, commossa e affascinata, durante le esibizioni pubbliche che il maestro amara regalare nei posti più importanti della bellissima Capitale Rioplatese.
Col. (a) Gerardo Severino
Storico Militare
[1]Cfr. Archivio di Stato di Salerno, fondo “Stato Civile”, Comune di San Rufo, Anno 1848, n. d’ordine 12, in data 25 febbraio 1848.
[2]Cfr. Dizionario Biografico degli Italiani al Plata, Buenos Aires, Barazzi – Baldassini Editori & Cia, 1899, p. 324.
[3]Cfr. Romolo Amicarella, Combattenti per l’indipendenza italiana della Provincia di Salerno, Lodi, Ellebi Editrice, 2000, p. 123.
[4]Cfr. Dizionario Biografico degli Italiani al Plata, op. cit. p. 325.