La mitica macchina Enigma al Museo Tecnico Navale di La Spezia
Un International Marconi Day davvero speciale, quello che si è celebrato a La Spezia nei giorni del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi. Al Museo Tecnico Navale, diretto dal contrammiraglio Leonardo Merlini, la 36 edizione non sarà archiviata così facilmente nella mente e nel cuore di grandi e piccini che hanno potuto riscoprire la storia dello scienziato bolognese. E’ stato ancora una volta lo storico istituto culturale della Marina Militare ad accogliere una stazione radio gestita da radioamatori appartenenti alle locali sezioni dell’Associazione Radioamatori Italiani, dell’Associazione Radioamatori Marinai d’Italia e del Coordinamento Stazioni Marconiane Italiane che hanno “unito via etere” i luoghi della vita di Marconi. Fu grazie al supporto della Marina Militare che Guglielmo Marconi effettuò le prime sperimentazioni di comunicazioni wireless dalla terra al mare, proprio al largo della Spezia utilizzando le risorse dell’Arsenale e il know-how del personale civile e militare. Una pietra miliare nella storia della radiotelegrafia senza fili che segnò nel 1897 una svolta. Il Museo Tecnico Navale della Marina Militare conserva ancora oggi un documento di inestimabile valore relativo a quei giorni pionieristici: i nastri originali, noti come “zone telegrafiche”, contenenti i messaggi in alfabeto Morse scambiati durante quella che fu la prima comunicazione radiotelegrafica tra terra e mare nella storia.
Questi documenti straordinari e unici sono stati presentati al pubblico in due sessioni giornaliere grazie alla collaborazione dei volontari del gruppo International Wireless Studies. Tra le novità di quest’anno la macchina Enigma, famosa per il suo ruolo fondamentale nelle comunicazioni criptate durante la Seconda guerra mondiale. I segreti dell’apparecchio cifrante più famoso al mondo, anche per via di famosi libri e film, è stata mostrata e spiegata in due appuntamenti dall’esperto di elettronica e radiotecnica Bruno Grassi, collaboratore del Museo Tecnico Navale di La Spezia.
Una storia quella della macchina “Enigma” che parte da lontano. Nella guerra segreta dei codici cifrati nel secondo conflitto mondiale, il 12 giugno 1940 segna una data storica per quella che, dopo anni di segretezza su disposizione del Governo inglese, è diventata nota come Ultra Secret. Si registrò allora la decrittazione di un messaggio della Luftwaffe che diceva «Knickebein Kleve ist auf punkt funf drei grad zwei vier minuten nord und eins grad west eingerichtet», ossia “fascio gamba-piegata di Kleve è diretto sul punto con coordinate 53 gradi 24 primi nord e 1 grado ovest”. Il merito fu del gruppo di matematici e crittografi, tra i quali Alan Turing, riuniti dalla Royal Air Force nella Stazione X di Bletchley Park, a 75 chilometri da Londra. L’intercettazione riguardava la conversazione tra due tedeschi che parlavano dell’utilizzo di un fascio di onde radio capace di orientare i bombardieri nazisti sugli obiettivi nemici.
Nacque così il mito di Ultra anche se dal maggio del 1940, durante l’invasione della Francia, i britannici erano già in grado di “leggere” diversi messaggi della Luftwaffe. Quello del 12 giugno 1940 fu diverso. Si trattava di un intercettato senza l’aggiunta di alcuna chiave di Enigma ogni carattere era chiaro. Insomma, non era un messaggio cifrato, ma la prima evidenza concreta circa la radioguida avversaria. A quel 12 giugno 1940 si arrivò a partire dalla decisione di Hans-Thilo Schmidt, un impiegato che aveva accesso alla macchina Enigma militare, di fornire ai francesi due documenti denominatiGebrauchsanweisung für die Chiffriermaschine Enigma e Schlüsselanleitung für die Chiffriermaschine Enigma.
Erano i manuali dell’Enigma meccanica di tipo commerciale in servizio presso le forze armate germaniche fino al 1938. Costava trentamila marchi e molte imprese la utilizzavano. I polacchi, convinti che la Germania qualora fosse entrata in guerra avrebbe senza dubbio invaso la Polonia, si misero al lavoro con i più bravi accademici dell’Università Poznan – come Marian Rejewski, Jerzy Rózycki e Henryk Zygalski – progettando una macchina chiamata “bomba”, per via del ticchettio simile al timer di una bomba a orologeria, e decifrando Enigma dopo aver individuato un limite del sistema. L’invasione della Polonia nel 1939 però fermò tutto. Alan Turing riprogettò la “bomba” e le chiavi tedesche furono forzate, dando come prodotto il testo in chiaro.
I rapporti tra Guglielmo Marconi la Marina Militare furono sempre strettissimi. La Forza Armata, infatti, seppe investire anzitempo sull’ingegno del giovane bolognese, sostenendolo nelle sue ricerche e dandogli materiale supporto attraverso il suo moderno Arsenale spezzino e le competenze dei suoi uomini, militari e civili. Marconi ricambiò concedendo le sue invenzioni che furono poi impiegate ma anche sviluppate dal personale della Marina.
(sotto il reportage trasmesso su TV2000 riguardante i nastri telegrafici di Marconi a 120 anni dagli esperimenti effettuati a La Spezia)
Durante la prima guerra mondiale, da tenente del Genio, Marconi passò a domanda nella leva di mare, conseguendo il grado di capitano di corvetta di complemento. Promosso capitano di fregata nel 1920, passò nella Riserva Navale nel 1932, raggiungendo il grado di ammiraglio un anno prima della morte. Il Regio Decreto n. 819 del 1932 (significativamente detta “Legge Marconi”), in base al quale la nomina ad ufficiale di complemento della Regia Marina poteva, e può tuttora, essere concessa a quei cittadini in possesso di spiccata professionalità, fu voluta dalla Marina pensando a Marconi, per continuare ad avvalersi del suo contributo innovativo in ambito tecnologico. Oggi, se su una moderna nave, sia essa militare o civile, si può avere la medesima configurazione comunicativa che si ha sulla terraferma, grazie ai satelliti e alle più sofisticate tecnologie, lo si deve a Guglielmo Marconi e ai propri principi che sono ancora oggi la solida base per ogni tipo di comunicazione, dalla semplice radiotelefonia al più sofisticato scambio di dati di ogni genere.
Da Pontecchio, vicino a Bologna, fino a connettere il mondo intero. I media vaticani ricordano con un videodocumentario il geniale inventore del wireless, premio Nobel per la Fisica nel 1909 e, su incarico di Pio XI, progettista e costruttore della Radio Vaticana. Il corto ripercorre le tappe più importanti della sua vita: dai primi esperimenti a Villa Griffone, alla consacrazione internazionale, ai primi studi sulle microonde che hanno anticipato la telefonia mobile come la conosciamo.
Una storia che continua ad affascinare non solo gli appassionati di radio-telegrafia, ma anche bambini, giovani e scolaresche che a centinaia, ogni anno, visitano il Museo Tecnico Navale della Marina Militare. Un luogo che fa entrare in contatto le nuove generazioni con la Forza Armata generando non poca passione ed entusiasmo alle imprese che ufficiali
Inoltre, è previsto uno spazio dedicato ai bambini, curato dall’Associazione Radioamatori Italiani, dove potranno cimentarsi col tasto telegrafico e sperimentare di persona la telegrafia.
Vincenzo Grienti