Da Padula a Barranquilla, in Colombia. La storia della famiglia Chirolla
Padula, pittoresco Comune della Valle di Diano, ad un’ottantina di chilometri a sud di Salerno è oggi celebre per la Certosa di San Lorenzo, oltre ad essere la patria di nascita del grande poliziotto Giuseppe Petrosino, detto “Joe”, figura emblematica della lotta alla mafia, alla cui memoria è stato dedicato un bellissimo museo (proprio nella sua casa di nascita), oltre ad un prestigioso premio, destinato a chi si è distinto nella lotta al crimine organizzato. Un tempo, tuttavia, Padula fu tra le principali località del Salernitano che vide partire centinaia e centinaia di famiglie, che, spesso anche clandestinamente, raggiunsero le lontanissime Americhe (del Nord, Centrale e Meridionale), in cerca di un avvenire migliore, di una vita più decorosa, rispetto a quella che Garibaldi e i “Mille” non ebbero modo di garantirgli, dopo aver deposto i Borboni. L’emigrazione Padulese non guardò a confini e a rischi di sorta, raggiungendo Paesi e località impensabili. Un caso particolare è rappresentato dalla Colombia, ove si sarebbero stabiliti, nella seconda metà dell’Ottocento, decine di emigrati provenienti da Padula, molti dei quali avrebbero dato vita alla Comunità italiana di Barranquilla, la più importante città caraibica della allora “Nuova Granada”. Su tale argomento vi sono molti riferimenti, soprattutto in Internet, oltre a vari libri e saggi dedicati all’emigrazione, ove vengono ricordati anche i principali personaggi che, proprio a Barranquilla fecero fortuna, dando vita ad importanti attività commerciali, imprenditoriali e professionali[1]. In essi, tuttavia, non vengono citati altri illustri emigrati Paludesi, che pure avevano contribuito al progresso nel solo di quella città ma anche dell’ospitale Nazione Sudamericana. Questo è il caso di Niccolò Chirolla, un abile muratore che lasciò Padula ai primi degli anni Ottanta, dando vita, dopo non poche peripezie personali, proprio a Barranquilla, unitamente al proprio cugino, ad una importate Casa Commerciale. Quella che segue è la loro vicenda.
Da Padula a Barranquilla
Niccolò Chirolla, membro di un’antica famiglia originaria di Atripalda (Avellino)[2], nacque a Padula il 10 settembre del 1858, figlio primogenito di Francesco Saverio Pasquale Chirolla, un affermato cappellaio nato a Padula il 1° ottobre del 1830 e di sua moglie, Maria Gaetana Angela Cavoli, sua coetanea, i quali si erano uniti in matrimonio il 13 dicembre di due anni prima. Il giovane visse nella Valle di Diano sino ai primi degli anni Ottanta, allorquando raggiunse, nientepopodimeno che la lontanissima L’Avana, capitale dell’isola di Cuba, che in quel frangente stava disperatamente cercando l’indipendenza dalla Spagna. Niccolò rimase molto legato alla bellissima isola caraibica, tant’è vero che molti anni dopo, nel corso del 1897, risulterà tra i finanziatori dell’Esercito di Liberazione Cubano, con la donazione di una cospicua donazione di pesos[3]. Niccolò Chirolla rimase a La Havana sino agli inizi del settembre 1884. Il 9 settembre, a bordo del vapore “Niagara” raggiunse, infatti, Ellis Island, unitamente al compaesano Antonio Rienzo, un artigiano trentenne, suo futuro parente. Non abbiamo affatto idea di quando Niccolò lasciò, invece, gli Stati Uniti per raggiungere il Messico centrale, seconda tappa della sua “avventura americana”. Sta di fatto che attorno al 1887, l’emigrante italiano è già titolare, in quel di Catorce, nello Stato di San Luis Potosì, della “Nicolás Chirolla e Comp. Comerciantes en a Barrotes”, specializzata nel import ed export di prodotti alimentari, intrattenendo rapporti anche con l’Europa, come ci confermano alcune partite di merce dirette a Görz, l’odierna Gorizia[4]. E fu proprio a Catorce, ove Niccolò era giunto con il futuro suocero, Alessandro Sarli e con il compaesano Giuseppe Ferrigno, che il 15 gennaio del 1894, dall’unione fisica con la messicana Mariana Banda nacque il piccolo Nicolás, battezzato col nome di Nicolás Banda e che il commerciante di Padula avrebbe poi legittimato ufficialmente, dinanzi alla Municipalità di quel pueblo (Lgs. Villaggio) il successivo 14 di febbraio.
Fu, invece, nella seconda metà degli anni Novanta, che Don Nicolás si trasferì in Colombia, esattamente a Barranquilla, ove già era attiva una ben nutrita colonia di Padulesi. Sempre in Colombia erano emigrati, nel frattempo, altri esponenti della famiglia Chirolla, alcuni dei quali attestati nella città di Cartagena. Di lì a qualche tempo, raggiunse i Caraibi anche il cugino, Angelo Raffaele, nato a Nola il 30 agosto 1860, il quale inizialmente fissò dimora ad Aguachica, nel Dipartimento di Cesar, a circa 400 chilometri da Barranquilla, ove il 10 novembre del 1894 divenne padre di Angelo Raffaele, nato dall’unione con la colombiana Micaela Mendez de Alvarez, nativa della stessa Aguachica (Angelo Raffaele si è spento a Magangué il 28 settembre 1982). Di lì ad un anno circa, Raffaele seguì, quindi, il nostro Niccolò a Barranquilla.
Con lui aprì una nuova “Casa Commerciale”, la “Nicolas & Rafael Chirolla”, la stessa con la quale iniziò ad operare nelle attività di import dall’Europa, sempre di prodotti alimentari, fra i quali i preziosi vini e fichi del Cilento, per non parlare degli ottimi olii che si producevano, già allora, nella Valle di Diano e nel resto del basso Salernitano. Già nel 1897, la Società aveva ormai assunto una portata tale da essere obbligata al deposito dei libri contabili, quali il “Libro Mastro”, così come emerge da un provvedimento del Tribunale di Barranquilla del 23 marzo[5]. Gli ottimi affari consentirono alla Società di assumere non pochi impiegati ed operai, consentendo l’arrivo da Padula di altri parenti e amici, tra i quali il resto della famiglia Sarli, nel cui ambito, Don Nicolas prese anche moglie. Ebbene, dal matrimonio con Margherita Sarli nacque, il 31 agosto del 1902, il secondogenito: il piccolo Raffaele, così chiamato in onore del cugino paterno, e molto probabilmente anche alcune figlie. Raffaele Chirolla junior visse in Colombia per tutta la fanciullezza e l’adolescenza. Mentre il fratellastro, Nicolás rimase a Barranquilla per il resto della vita, Raffaele, per volontà del padre, fece ritorno in Italia, esattamente a Genova, ove frequentò la Facoltà di Medicina presso la locale Regia Università.
Avendo mantenuto la cittadinanza italiana, il giovane fu iscritto nelle liste di leva del Comune di Padula, in attesa della chiamata alle armi per l’assolvimento del servizio di leva, presso il Regio Distretto Militare di Salerno[6]. Laureatosi nel corso del 1932, Raffaele superò il successivo esame di Stato, che gli avrebbe consentito di poter esercitare la professione, che nei primi tempi lo vide operare nella bellissima Napoli. In quel frangente, Raffaele viene così censito: <<Raffaele Chirolla, fu Niccolò, nato a Barranquilla il…>>, elemento che ci consente di segnalare che, nel frattempo, l’imprenditore Niccolò Chirolla era “passato a miglior vita”[7]. In quello stesso frangente storico, la “Casa di Commercio” si trasferì a Magangué, un Comune del Dipartimento Bolivar, sulle sponde del Rio Magdalena, a circa 280 chilometri da Barranquilla, prendendo sede in Calle del Comercio, ove la troviamo ancora attiva nel corso del 1946, col solo nome di “Casa Comercial Rafael Chirolla” [8], la quale acquistò un edificio di elevato interesse storico, oggi noto come “Edificio Chirolla”. Rafael Chirolla, classe 1860, si sarebbe poi spento nel corso del 1952 nella stessa Magangué, attorniato da figli e nipoti. Nel 1940, il Dottor Raffaele Chirolla, figlio di Don Nicolas senior, è invece già tornato a Padula, ove lo troviamo al primo posto nell’elenco dei medici condotti esercenti in quel Comune, segno evidente che si era trasferito in paese già da qualche tempo[9]. Alcuni anni dopo, il Dottor Chirolla si trasferì, tuttavia, in Venezuela, ove nel corso del 1958 fu nominato Direttore della Infermeria rurale a Casanay, nel Distretto di Ribero, Stato di Sucre[10]. In Italia, esattamente a Salerno, in località Torrione, rimase, invece, a vivere suo figlio, che ovviamente portava il nome di Nicola, come il grande nonno. Non disponiamo, purtroppo, di ulteriori notizie riguardo alla famiglia Chirolla rimasta a vivere a Barranquilla, dopo la morte di Niccolò e il trasferimento del figlio Raffaele in Italia.
È molto probabile che in Colombia siano rimasti a vivere gli eventuali altri figli e gli stessi nipoti di Don Nicolas e di suo cugino, Rafael, come ci confermano gli estremi di vari cittadini di Barranquilla, di Magangué e della Colombia in generale che portano con onore tale cognome, occupando posti molto importanti, sia nel mondo delle arti e della cultura, come il grande filosofo Gustavo Chirolla, delle professioni che della Pubblica Amministrazione. Una di loro, in particolare, la Dottoressa Maria Cristina Chirolla, nipote di Angelo Raffaele Chirolla Mendez, di Magangué, è stata per anni la Direttrice dell’Unità Antiriciclaggio della Procura Generale di Bogotà. Passata alla storia col nome di “La Procuratrice di Ferro”, la Chirolla è stata per anni al centro delle più delicate indagini contro i trafficanti di droga, tanto da essere più volte in procinto di essere assassinata. Nominata, infine, Console Generale della Colombia a Huston (Texas), il 2 marzo del 2006, qui è rimasta a vivere dopo essere andata in pensione[11]. Ma questa è un’altra storia…
Col. (a) GdF Gerardo Severino
Storico Militare
[1] Cfr. Raissa Pergola, Il contributo economico degli italiani in Colombia. Il caso migratorio di Padula tra fine Ottocento e Seconda guerra mondiale, in <<Altre Italie>>, gennaio-giugno 2021, p. 27 e ss.
[2] Il ramo si era trasferito a Padula da Atripalda attorno al 1801, data in cui è attestata la nascita di Nicola Chiarolla, di professione cappellaio.
[3] Cfr. “Relacion de las cantidades recolectadas por la agrupacion cubana de Barranquilla entre los colombianos y extranjeros simpatizadoras de la causa cubana y cuyes nombres y cantidades se enumeran para su publicacion el periodico PATRIA, las quales se han invertido y remitido al Tesorero de la Delegacion en Nueva York”, in <<Patria. Organo Oficial de la Delegacion del Partido Revolucionario Cubano>>, Nueva York, 5 maggio 1897, p. 3.
[4] Cfr. Rudolf Schiller, Lehrbuch der Buchhaltung Für Höhere Handelslehranstalten, Vienna, 1887, p. 111 e ss.
[5] Cfr. <<Diario Official>>, n. 10.394 del 19 luglio 1897.
[6] Cfr. Archivio di Stato di Salerno, fondo liste di leva anno 1902, Municipio di Padula.
[7] Cfr. “Elenchi dei laureati e diplomati che hanno superato l’esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio delle professioni di medico chirurgo, di chimico, di farmacista…”, in Ministero dell’Educazione Nazionale, <<Bollettino Ufficiale>>, n. 50 del 14 dicembre 1933, p. 3080.
[8] Cfr. <<Boletin de Comercio e Industrias>>, Mayo & Julio, Cortes El Grafico, 1946, p. 13.
[9] Cfr. <<Guida dei sanitari di Napoli e provincia e delle provincie di Avellino, Benevento, Salerno…– Anno 1946>>, p. 165.
[10] Cfr. “Resolución n. 351”, in Estado de Sucre, Memoria de la Secretaria General del Gobierno, Sucre, Heraldo, 1958, p. 223.
[11] Cfr. Gerardo Severino, Maria Cristina Chirolla “Procuratrice di Ferro”. Breve storia di una colombiana dal sangue italiano”, in www.reportdifesa.it, 2 settembre 2024.