23 ottobre 1934. Francesco Agello diventa l’uomo più veloce del mondo
Erano le 14:56 del 23 ottobre 1934 quando i meccanici fecero scivolare il Macchi Castoldi MC.72 sulle acque del lago di Desenzano, a pochi metri dagli hangar che custodivano aerei e idrovolanti del Reparto Alta Velocità. Il maresciallo stava per laurearsi come “l’uomo più veloce del mondo”, un primato assoluto di velocità per idrovolanti su circuito di tre chilometri a bordo di quella che è stata definita da esperti e appassionati “una Ferrari del cielo”, oggi custodita al Museo Storico dell’Aeronautica Militare. Novant’anni dopo, grazie all’impegno del colonnello Dario Bovino, comandante del Centro Storiografico e Sportivo di Vigna di Valle e del suo staff, il mito rivive nella culla dell’aviazione italiana, a pochi chilometri da Roma. Tutto questo per celebrare Francesco Agello e il suo record senza precedenti.
Non furono poco le difficoltà da superare: per gli ingegneri, i meccanici e gli specialisti della Regia Aeronautica. Non era semplice mettere a punto quel bolide dell’aria. Agello lo sapeva benissimo. Entrare nel cockpit dell’Mc.72 richiedeva grande professionalità e sangue freddo. Poi arrivò il grande giorno e Francesco Agello raggiunse l’Olimpo della storia dell’aviazione. Un percorso iniziato molti anni prima in occasione della Coppa Schneider, una competizione per idrovolanti che coinvolgeva il mondo aeronautico anche sotto il profilo di valutazione del progresso tecnologico in campo motoristico e nell’aviazione civile. Tuttavia, ben presto, diventò una gara di pura velocità su circuito triangolare.
Il fondatore di questa gara fu Jacques Schneider, un finanziere appassionato di aerei e mongolfiere, ed offriva un premio di 1.000 sterline al vincitore. Il nome ufficiale della competizione, in francese, era “Coupe d’Aviation Maritime Jacques Schneider”. La prima edizione si tenne a Monaco nel 1913 con la vittoria di Maurice Prevost, un francese. Poi nel 1914 fu la volta di un inglese, Howard Pixton, prima di lasciare spazio alle armi e alla guerra con lo scoppio del Primo conflitto mondiale. La corsa degli idrovolanti riprese nel 1920 e l’Italia si aggiudicò l’ambito trofeo con Luigi Bologna a bordo di un Savoia S12bis a Venezia. Nel 1921 il trionfo fu ancora tricolore con Giovanni De Briganti con il Macchi M. 7bis. Poi arrivò lo stradominio inglese ma soprattutto Usa con David Rittenhouse e James Doolittle
Fu però il 1926 l’anno della svolta, quando gli italiani “fuoricasa” volarono negli Stati Uniti per andare a riprendersi il trofeo dell’alta velocità dell’aria. Il velivolo usato fu il Macchi M.39. Il 12 e 13 novembre la vittoria tornò in mani italiane grazie alla prestazione, con una velocità media di 394 km/h. Il Macchi era una vera e propria Ferrari dell’acqua e con le sue grandi caratteristiche aerodinamiche divenne il capostipite di tutta una serie di idrocorsa (anche inglesi) che ne avrebbero ripreso le caratteristiche. Fu l’ultima vittoria italiana. La competizione durò fino al 1931. Poi le luci dei riflettori si spensero e la Coppa Schneider dopo tre vittorie consecutive degli inglesi il 13 settembre finì definitivamente in Gran Bretagna. Oggi la mitica coppa è conservata, insieme all’aereo vincitore, un Supermarine S. 6B al “Museo della Scienza” di Londra.
Tuttavia l’Italia proseguì nelle sperimentazioni e da lì a qualche anno il record stabilito dagli inglesi venne abbondantemente superato dal maresciallo Francesco Agello, nato a Casalpusterlengo il 27 dicembre del 1902. Un uomo di sport che in gioventù era stato impegnato a livello agonistico nella ginnastica, nel nuoto, nelle competizioni in bicicletta e nel calcio. A queste inclinazioni sportive aggiungeva anche la passione per la motocicletta e per la velocità. Così nel 1924 si impegnò e conseguì l’ambitissimo brevetto di pilota. Quattro anni dopo fece domanda per entrare nella neo costituita “Scuola Alta Velocità di Desenzano” sulle rive del Garda.
Da poco si era disputata l’edizione della “Coppa Schneider” disputata a Venezia nel 1927. Gli assi Arturo Ferrarin e Mario De Bernardi, purtroppo, si erano dovuti ritirare a causa di improvvisi guasti meccanici. Il comando della scuola era affidato al Colonnello pilota Mario Bernasconi. Così il 15 maggio 1928 Francesco Agello fece il suo ingresso all’idroscalo di Desenzano, sicuramente attratto dallo spirito temerario, ma anche attirato dalla dura, inesorabile selezione attraverso la quale dovevano passare molti piloti prima di giungere all’ambito traguardo di vedersi appuntare l’ambitissima “V” di colore rosso sopra l’aquila d’oro, come segno distintivo di un reparto di elite impiegato per l’alta velocità. L’addestramento di Agello e degli altri piloti fu molto duro: si trattava di percorrere per sette volte un circuito di 50 km a forma di triangolo acutangolo, con due virate di quasi 180°.
“L’attività della Scuola – così come scriveva il colonnello Mario Bernasconi – unita al progresso dell’idrovolante e del motore, che sono totalmente italiani in ogni loro particolare, ha permesso di ottenere tali risultati. Gli uomini, forgiati nei diuturni faticosi e pericolosi voli, si sono abilitati a portare apparecchi di così elevata velocità il cui peso, di tre tonnellate, è distribuito su pochi metri quadrati d’ala caricati, ciascuno, con più di 200 chilogrammi. Essi effettuano partenze dall’acqua a velocità di flottaggio di 250 km/ora per ritoccarla anche a più di 300 km orari, compiono virate sviluppanti enormi forze centrifughe, dominano motori di circa 3.000 C.V. di potenza”.
Fu l’impegno, lo spirito di abnegazione, il coraggio e la voglia di portare alto il nome dell’Italia nello sport e nel mondo dell’aviazione che il 23 ottobre 1934 Agello conquistò il primato di velocità. Il volo non durò più di 15 minuti, il tempo necessario per compiere i quattro passaggi regolamentari alla media di 709,209 km orari. Il primato precedente, stabilito il 10 aprile 1933, era di 682,078 km orari. I documenti relativi alla prova furono inviati dall’Aero Club d’Italia, alla Federazione Aeronautica Internazionale per l’omologazione. Così Francesco Agello entrò nella storia e il giorno dopo tutte le prime pagine dei giornali parlarono di lui e dell’impresa sul Garda.
Il motore FIAT AS6 da quasi 3000 cv stabilì un record tutt’oggi imbattuto per idrovolanti con motore tradizionale a pistoni. Il Myseo Storico dell’Aeronautica Militare di Vigna di Valle, in collaborazione con il 5° Reparto Comunicazione diretto dal generale Urbano Floreani e con l’Ufficio Storico della Forza Armata guidato dal colonnello Gerardo Cervone, ha organizzato una due giorni memorabile per valorizzare il rinnovato MUSAM che custodisce la collezione più numerosa di idrocorsa al mondo: oltre all’MC-72 e al suo motore ancora funzionante sono esposti altri tre splendidi bolidi dell’aria che parteciparono proprio alla Coppa Schneider. Uomini e velivoli che hanno scritto insieme agli equipaggi pagine importanti della storia aeronautica italiana e internazionale.
Proprio per il 90° anniversario del record di Agello, il MUSAM presenta ai suoi visitatori uno speciale percorso dal titolo “Rosso Corsa” seguendo il quale si potrà rivivere, attraverso una selezione dei velivoli esposti, l’evoluzione tecnologica in ambito aeronautico, dagli albori della Storia del Volo sino ad oggi. In questa speciale ricorrenza, si è voluta inoltre rilanciare la collaborazione con assolute eccellenze del Made in Italy, che fanno della Velocità e del Rosso, il loro tratto distintivo. Non si poteva che iniziare rinnovando il forte legame identitario che nasce dal famoso “Cavallino Rampante”.
Proprio sabato 26 ottobre l’Open Day del MUSAM, presso l’Aeroporto “Luigi Bourlot” di Vigna di Valle, accoglierà appassionati, curiosi e visitatori in un all’insegna dell’alta velocità nel ricordo del 90° anniversario del Record di Velocità per Idrovolanti stabilito dal Maresciallo Francesco Agello.
Sarà proprio il comandante della base, colonnello Dario Bovino, ad aprire le porte dell’antico idroscalo facendo accedere gratuitamente alle strutture per una giornata all’insegna della velocità dal tema “ROSSO CORSA”. Grazie ad importanti collaborazioni nazionali e internazionali, sarà possibile vedere in esposizione statica l’originale Ferrari 126CK – 1980 del pilota Gilles Villeneuve, la tuta, il volante e il casco di Charles Leclerc, tutti provenienti dal Museo Ferrari di Maranello. Sarà l’occasione per ricordare le belle sfide tra la Rossa di Maranello e l’F-104 e l’Eurofighter dell’Aeronautica Militare. Inoltre, saranno presenti anche molti altri interessanti cimeli provenienti dal National Museum dell’USAF (United States Air Force).
L’evento sarà preceduto da una due giorni di conferenze e seminari ad invito, per questioni di capienza dei locali: Mercoledì 23 ottobre la giornata sarà dedicata alle scuole, mentre Giovedì 24 si terrà un forum storico-scientifico con la presenza di illustri storici e rappresentanti dell’industria.
Il Centro Storiografico e Sportivo di Vigna di Valle. Un po’ di storia
E’ ubicato sulle sponde del Lago di Bracciano, in un contesto naturale di rara bellezza e ospita due singolari realtà dell’Aeronautica Militare: il MUSAM (Museo Storico dell’Aeronautica Militare), ha il compito di divulgare la cultura aeronautica, la storia e le tradizioni della Forza Armata. Nell’ambito delle celebrazioni per il Centenario di costituzione dell’Aeronautica Militare è stato ampliato e completamente ristrutturato ed è oggi visitabile secondo le modalità indicate sul sito ufficiale. Dalla riapertura avvenuta nel maggio 2023 si sono già superati abbondantemente i 100.000 visitatori. Il Centro Sportivo dell’Aeronautica Militare contribuisce alla tutela del patrimonio sportivo nazionale attraverso un’attenta ricerca dei migliori talenti d’interesse nazionale e internazionale. Grazie ad uno staff di altissimo livello, assicura agli atleti l’adeguato supporto durante tutte le fasi di preparazione agonistica e contribuendo al loro sviluppo tecnico sia a livello pratico che teorico.
Vincenzo Grienti
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