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Alberto Maggi, giornalista e 007 al servizio di Churchill

Faceva parte dell’Operazione WHITEHORSE, cavallo bianco, in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale, assieme agli agenti segreti britannici del SOE, lo Special Operations Executive del Primo ministro Winston Churchill. Usava un alias, ovvero uno pseudonimo, il nome in codice utilizzato da tutti gli agenti dell’intelligence di Sua Maestà. Il suo era quello di GAVINO Alberto, contadino. Era a Vicenza il 17 luglio del 1944.

Il suo vero nome era però Alberto Maggi, di professione giornalista ed era della provincia di Ancona. Più dettagliatamente di Serra San Quirico. Una cittadina amena nell’entroterra marchigiano di poco più di tre mila anime.

Nemmeno l’amministrazione comunale di Serra San Quirico, al momento di dedicargli una targa alla memoria al suo sacrificio come partigiano, era a conoscenza di cosa si occupasse in realtà Alberto Maggi. Ovvero che era un agente segreto britannico, arruolato dall’agente del SOE Max Salvadori. (Leggi nel blog di Nicoletta Maggi l’articolo su Max Salvadori, agente segreto marchigiano anche lui).

Nella foto sopra Max Salvadori

La targa in marmo è posizionata presso la Piazza principale della città, nella facciata del comune, sopra l’arco d’ingresso della piazza e tra altre due lastre commemorative. La maggior parte delle persone che passando la intravede, non ha il più pallido sentore del ruolo britannico di quel ragazzo. Non era un eroe locale.

Riporta l’epigrafe in rosso cardinale: IL POPOLO SERRANO MEMORE DELLE GESTA EROICHE DEL PARTIGIANO MAGGI ALBERTO IMMOLATOSI PER DIFENDERE LA LIBERTÀ E LA GIUSTIZIA NEL GIORNO DELLA TRASLAZIONE – TRANSACQUA – TRENTO – 17 OTTOBRE 1944 – SERRA S. QUIRICO – 8 MAGGIO 1949.

Di sicuro le autorità comunali e gli storici serrani non saranno al corrente nemmeno ora, visto che il National Archives di Londra solo da poco tempo ha deciso di desecretare il file personale di Alberto Maggi di Serra San Quirico, provincia di Ancona. In base al documento di quasi 50 pagine, le notizie su Alberto Maggi dovevano essere declassificate non prima del 2024. Il governo britannico ne ha anticipato la diffusione.

Apprendiamo che Alberto Maggi era nato il 14 luglio del 1923. Nella sua scheda accanto al nome compare la data del 19 novembre del ‘45. Era già deceduto.  Al momento della morte nel 1944 Alberto Maggi aveva soltanto 21 anni. Non aveva nemmeno potuto assaporare la gioia della fine della guerra. Come indirizzo di contatto Alberto Maggi ne dà uno di Roma in via Flaminia, 158. Qui pare si fermasse suo padre Armando che a Roma aveva una società di automobili FIAT al 50%. Subito accanto, la precisazione che Alberto si recava spesso a Serra San Quirico, Ancona. Contatto: presso Luccarini Francesco, (sua madre si chiamava Lucarini Michela, nda).

Nella voce relativa all’occupazione c’è la qualifica di journalist, giornalista. Lavorava al Piccolo ma da Roma. A seguire, le inclinazioni politiche. La risposta è assente.

La parte più interessante del file britannico è racchiusa nella sua History, la sua storia. Contattò a metà novembre del 1943 il N. 1 dello Special Force, lo pseudonimo delle operazioni del SOE in Italia con a capo Roseberry, Munthe e Max Salvadori.

In una delle pagine si legge: by whom was he engaged, (da chi è stato reclutato) e qui compare il nome del Lt. Col (tenente) M. Salvadori. Anche Maggi era antifascista e marchigiano come l’ufficiale del SOE Max Salvadori. Apprendiamo poi che inizia il servizio da agente britannico l’8 dicembre del 1943. Come stipendio base riceveva 5 scellini, 0,25 sterline al giorno. Quando era sul campo 10 scellini, 0,50 sterline al giorno.

Alla fine di dicembre del 1943 fa un corso di paracadutismo in un campo aereo vicino a San Vito dei Normanni, in Puglia, a 13 km ad ovest di Brindisi.

Nel gennaio del 1944 è la volta di un addestramento in sabotaggio a Castello di Santo Stefano, Monopoli, gli inglesi erano maestri in questa arte.

Alberto Maggi venne infiltrato alla fine del febbraio del 1944 con nove italiani del SIM (Servizio informazioni militare) tramite un sottomarino italiano nell’area di Pesaro, (operazione ADVENT). Ha contattato partigiani ed ha conseguito operazioni di sabotaggio con successo nel marzo del 1944. Ha lavorato con il Partito Comunista italiano a Roma fino alla Liberazione nel giugno del 1944 per poi riferire al N. 1 dello Special Force britannico.

Infiltrato nell’operazione WHITEHORSE il 17 luglio del 1944, alla ricezione del biplano con CIOFALO (Fiammetta) e CASOTTI (Galea).

Fu ucciso in azione da una pattuglia tedesca il 23 o il 24 ottobre del 1944 mentre operava con i partigiani della Brigata GRAMSCI. Sembra che la pattuglia fosse stata avvertita da una spia del suo arrivo. Così scrive al padre R.T. Hewitt dello Special Force britannico. Sepolto al cimitero di Transacqua, a Fiera di Primiero, nella provincia di Trento. Riconsegnato il 23 settembre del 1945. Al padre Armando Maggi venne donata dal governo britannico una ricompensa di 200 sterline. Fu richiesta una compensazione italiana postuma (infatti gli fu dedicata una targa a Serra San Quirico, nda.) ed una lettera di encomio

Nicoletta Maggi 

Vai all’articolo sul blog di Nicoletta Maggi

Chi è Nicoletta Maggi
Nicoletta Maggi è interprete simultanea e giornalista. Risiede nelle Marche, ma lavora da molti anni a Roma come addetto stampa. Ha lavorato in Inghilterra e in Germania.

I libri di Nicoletta Maggi

L’Angelo di Churchill

La storia di un agente segreto è, ovviamente, coperta da tanti misteri e da un inevitabile riserbo, così che si può convivere nella ridente Riviera del Conero con una vicina senza sospettare nulla della sua precedente vita. La bella spia inglese si faceva chiamare Jicky, come il profumo di Guerlain che utilizzava. Era stata scelta dal governo di Churchill, insieme con una sessantina di altre donne, battezzate poi come gli “angeli” di Churchill, per essere utilizzate in operazioni di intelligence. Jicky ha avuto una vita avventurosa, segnata anche dalle torture della Gestapo, ma soprattutto caratterizzata da grandi incontri, amori e passioni, senza mai far scoprire o rivelare il ruolo avuto durante la guerra. A una giovane allieva cui faceva ripetizioni di inglese racconterà poco prima di morire la sua vera identità e la sua incredibile vicenda, da cui questo racconto.

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Operazione Etna. L’infiltrazione britannica di agenti sovietici in Italia (con Bernard O’Connor)

Era l’inizio di luglio 1942 e il colonnello George Hill, rappresentante dello Special Operations Executive (SOE) britannico a Mosca, informò il maggiore Harold Seddon, capo della sezione russa dello SOE a Londra, che l’NKVD, il Ministero degli Interni sovietico, aveva due agenti Pickaxe destinati all’Italia. Si stavano preparando per la missione e uno di loro non poteva essere paracadutato. Chi era George Hill? Cosa era lo Special Operations Executive? Cosa ci faceva Hill a Mosca? Chi era Harold Seddon? Cos’era l’NKVD? Che legame c’era tra la Gran Bretagna e l’Unione Sovietica nel 1942? Cosa erano gli agenti Pickaxe? Chi erano i due agenti destinati all’Italia? Cosa ci facevano in Russia? C’erano altri italiani che sarebbero stati inviati? Qual era la loro missione in Italia? Perché uno di loro non poteva essere paracadutato? Cosa è successo a loro? I lettori avranno probabilmente visto James Bond o film di spionaggio simili o letto romanzi di spionaggio. Mentre gli autori di questo genere includono eccitazione, sesso, violenza e gadget sofisticati, la realtà dello spionaggio, del sabotaggio e della sovversione della Seconda Guerra Mondiale includeva alcuni di questi, ma che dire delle persone dietro le quinte che pianificavano la missione dell’eroe o delle eroine?

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