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20 novembre 1945: il Processo di Norimberga

Il 20 novembre 1945, in Germania, a Norimberga si apriva il processo che metteva sotto accusa i gerarchi nazisti complici di un regime che aveva dato vita a lager come Auschwitz dove furono internati e uccisi milioni di ebrei. Un’industria della morte che oggi ci deve ancora far riflettere.
Il processo contro i crimini del nazismo si concluderà con 12 condanne a morte, 7 a pene detentive e 3 assoluzioni. Fu nell’agosto del 1945 che gli Alleati costituirono un tribunale internazionale con 8 giudici, ovvero 2 rappresentanti per ciascuno dei Paesi vincitori, che vide imputati 24 tra i maggiori esponenti dello stato nazista. I processi contro gli uomini di Hitler furono ben 12, oltre a quello di Norimberga, e videro un totale di 185 accusati, tra medici, membri della polizia e della SS, capi industriali, ministri e alti funzionari dello stato nazista.

Il processo si svolse in una città distrutta dalle bombe degli anglo-americani, dove erano rimasti in piedi il Palazzo di giustizia e le carceri. Da qui la scelta di tenere il procedimento giudiziario nel centro tedesco, simbolo del regime creato da Adolf Hitler. Il 1° ottobre 1946, il Tribunale Internazionale per i crimini di guerra di Norimberga emette la prima di decine sentenze. 24 alti gerarchi nazisti furono chiamati a rispondere delle atrocità commesse durante il secondo conflitto mondiale. Il processo attirò nella città tedesca centinaia di cronisti, intellettuali e scrittori che davanti alle deposizioni si chiesero con forza perché tutto questo male. I giudici condannarono a morte Hermann Goering, capo della Gestapo e della Luftwaffe, e Joachim von Ribbentrop, ministro nazista degli affari esteri, ma anche Wilhem Keitel, capo della Wermacht, l’ammiraglio Doenitz e il maggior gerarca delle SS sopravvissuto alla guerra Ernst Kaltenbrunner. Furono solo i primi condannati di un lungo processo che proseguì fino alla fine degli anni Quaranta e che ebbe come imputati anche nazisti considerati minori nella scala gerarchica del potere costruito dal Fuhrer.

Ci volle del tempo perché la notizia si sedimentasse e che l’immaginazione mettesse insieme i pezzi, afferrasse il tutto e facesse delle distinzioni. Anche alla fine della guerra, come sappiamo dai resoconti della liberazione dei campi in Occidente, ci fu uno shock di “scoperta”. Durante tutto il conflitto, uomini e donne di buona volontà, non ebrei e anche ebrei stessi, non compresero appieno la portata o la natura della catastrofe. In particolare per quanto riguarda la motivazione dei nazisti, la loro determinazione a eliminare un intero popolo e la loro organizzazione di un massacro in tutta Europa, la comprensione spesso veniva meno (fonte: Yad Vascem).

Taylor Tedford durante i giorni del processo di Norimberga – Foto US ARMY

Sul processo che rimase storico sono state scritte centinaia di pagine: libri, articoli, saggi, ma anche documentari e film. Tra questi il libro di Taylor Tedford dal titolo Anatomia dei processi di Norimberga. Un volume edito da Rizzoli che ripercorre tutti i passaggi, anche inediti, che avvennero fuori e dentro l’aula processuale nel novembre 1945. Il tribunale di Norimberga, istituito dalle potenze alleate, fu chiamato a giudicare i crimini di guerra commessi dalla Germania nazista. Telford Taylor, ufficiale dell’intelligence americana, membro del collegio d’accusa americano nel primo processo e pubblico ministero negli altri dodici, unisce rigore storico e testimonianza partecipe per offrirci una prospettiva unica su quel fondamentale momento storico. Grazie alla sua profonda conoscenza di ciò che si svolse dentro e fuori dall’aula, l’autore svela i retroscena dei processi: le strategie e i rapporti tra i rappresentanti degli Alleati, le abilità professionali degli accusatori e i passaggi più complicati, le osservazioni personali dei giudici e le trattative riservate che precedettero le sentenze. Pagina dopo pagina, emergono i ritratti dei principali protagonisti – tra cui Goering, Hess, Kaltenbrunner, Ribbentrop e Speer –, le agghiaccianti deposizioni degli ufficiali delle SS e l’orrore incredulo dei giudici davanti alla proiezione dei filmati girati all’interno dei lager. Un resoconto approfondito e documentato di un evento epocale, la ricostruzione di un momento decisivo della storia recente che rimane di profonda attualità anche per il mondo contemporaneo.

Il tribunale del processo di Norimberga visto dall’alto (Fonte Usa Holocaust Memorial Museum)

Sulla storia del processo di Norimberga sono diversi i portali e i siti internet che dedicano ampio spazio a quanto accadde in quel 20 novembre. Tra questi sono da menzionare la pagina web dedicata dall’Usa Holocaust Memorial Museum  ma anche l’approfondimento sul website dello Yad Vascem

Nel febbraio del 1946 lo psichiatra americano Leon Goldensohn venne assegnato al carcere di Norimberga dove erano detenuti imputati e testimoni nel processo che doveva simboleggiare la fine del Reich. Davanti a lui sfilano Göring, Ribbentrop, Rosenberg, Hess e molti altri nazisti. Goldensohn, ebreo, si sforza di mantenere il massimo distacco professionale di fronte a queste figure. Per lui quegli uomini non sono solo pazienti da ascoltare, ma soprattutto soggetti da studiare per scoprire cosa si agita nelle loro menti. I taccuini dei suoi colloqui, selezionati e raccolti per la prima volta da Robert Gellately, sono un documento unico, indispensabile per capire “come si diventa nazisti”. Proprio di questo parla il documentario trasmesso dalla Rai all’interno del programma La storia siamo noi di Giovanni Minoli dal titolo “I taccuini di Norimberga” 

Non solo libri e siti internet, ma anche documentari come quello prodotto nel 1958 per la regia Feliz Podmaniczky che alterna le immagini del processo di Norimberga a carico dei massimi responsabili del nazismo alle prove delle atrocità commesse dal regime. Tre anni più tardi esce nelle sale cinematografiche Vincitori e Vinti, la storia di Dan Haywood, un anziano giudice statunitense, viene invitato a presiedere una corte penale militare in un processo intentato contro 4 gerarchi tedeschi, accusati di aver commesso crimini contro l’umanità durante il Terzo Reich; essi affrontano il processo ognuno a suo modo: chi non tradisce il suo antico ideale, chi invece, come Ernst Janning, si trincera dietro un assoluto silenzio, rifiutando così ogni difesa. diretto e prodotto da Stanley Kramer. La pellicola tratta del terzo dei dodici processi per crimini di guerra che le autorità statunitensi indissero a Norimberga nell’ambito dei processi secondari. Magistrale l’interpretazione di Spencer Tracy, Burt Lancaster e Christopher Plummer. 

L’altro film del 2000 invece è di Fedele, appassionante e palpitante cronaca del processo più famoso della storia: Norimberga. Al termine della Seconda Guerra Mondiale, 21 tra i più spietati esponenti del regime nazista vengono giudicati per i loro orrendi crimini contro l’umanità. A guidare l’accusa di Usa, Urss, Francia e Gran Bretagna, il determinato avvocato americano Robert Jackson. Un avvocato interpretato da Alec Baldwin. Il film con Brian Cox che interpreta Hermann Goering è diretto dal regista Yves Simoneau.

Giulio Marsili