Giorni di Storia

date, nomi, avvenimenti che raccontano il '900

History FilesIn Primo PianoNomi

Gaetano Pepe: da Presidente della Società Dante Alighieri in Brasile alla Grande Guerra

Gaetano Pepe

Già in epoca precedente all’unificazione italiana del 1861, la presenza dei Meridionali in Brasile era una realtà consolidata, e ciò anche grazie agli ottimi rapporti che correvano tra il Regno del Brasile di Pedro II e quello delle Due Sicilie, in mano alla Dinasta Borbonica. Tra i tanti commercianti, fazendeiros, contadini, marittimi ecc. che operavano, prevalentemente tra Rio de Janeiro e San Paolo, molti erano gli originari della Provincia di Salerno, anche se, in verità, il vero e proprio esodo di massa da questa entità geografica avverrà solo dopo il 1870, in un periodo di profonda crisi economica per l’Italia. Nella futura Capitale Paulista, dunque, furono in tanti gli oriundi Salernitani che vi si trasferirono – spesso anche da altri Paesi vicini al Brasile, come l’Argentina e l’Uruguay, ove avevano avuto le prime esperienze migratorie – approfittando del frenetico progresso che il giovane Stato Paulista avrebbe favorito dopo la proclamazione della Repubblica Federativa del Brasile, nel 1889. Da tale momento in poi, San Paolo, divenuto per l’appunto uno Stato autonomo, passò all’avanguardia del nuovo Brasile come il più importante e nevralgico centro del Paese, sia a livello economico che socio-culturale. Ciò contribuì ad attrarre oltre Oceano nuove “linfe vitali”, sia dalla vecchia Europa, in generale, sia dall’Italia e, quindi, dal suo Meridione, in particolare. Ecco spiegato il perché raggiunsero in quel frangente San Paolo e il resto del Brasile anche molti giovani laureati e diplomati (fu la prima “fuga di cervelli” dall’Italia). Grazie a loro, la città e lo stesso Stato Paulista avrebbe vissuto una nuova stagione. Una stagione nella quale il progresso avrebbe toccato i vari aspetti della vita: dalla scienza alla cultura, dall’industria alle arti, così come le atre professioni, e così via. Tra i tanti abili commercianti che “abbandonarono” il Sud Italia in cerca di una vita migliore vi fu anche un giovane “padre di famiglia”, Antonio Pepe, il quale avrebbe fatto fortuna in quel di San Paolo del Brasile, potendo così offrire ai propri figli una vita migliore. Fra loro vi fu anche Gaetano Pepe, il primogenito, del quale oggi nessuno saprebbe dire chi sia stato, ma che un tempo – circa un secolo addietro – fu, oltre che celebre Avvocato e attivo industriale, anche uno dei più importanti uomini di cultura dello Stato di San Paolo, indimenticabile Presidente del locale Comitato della Benemerita “Società Dante Alighieri” ed altro ancora.

Da Sicignano degli Alburni al Brasile (1875 – 1884)

Sicignano degli Alburni (così denominata dal 1928) è oggi un piccolo paese della Provincia di Salerno, incastonato fra la Valle del Tanagro e i Monti Alburni, ridotto ad appena 3.000 abitanti. Con alle spalle una storia straordinaria, risalente al 450 a.C., la località avrebbe, tuttavia, vissuto, tra il 1870 e gli inizi del Novecento, un vero e proprio esodo, che avrebbe costretto non poche famiglie ad abbandonare l’Italia, avventurandosi in non sempre facili avventure transoceaniche. Fra queste vi fu anche la famiglia di Antonio Pepe, un carrettiere nato a Pagani (Salerno) il 19 marzo 1854, il quale si era unito in matrimonio, nella stessa Sicignano, con la signorina Carmela Carnevale il 30 settembre del 1874. Da tale matrimonio sarebbe nato, esattamente il 31 dicembre del 1875, nella casa di contrada Scorzo, il primogenito, al quale fu imposto il nome di Gaetano. In seguito, la famiglia sarebbe stata allietata dalla nascita di Pasquale, il 27 gennaio 1881 e Giuseppe, venuto alla luce il 3 aprile del 1883, tutti nati a Sicignano, mentre il resto della famiglia ebbe origine in Brasile, come vedremo a breve.

San Paolo del Brasile in una cartolina degli inizi del Novecento

Gli anni Paulisti (1884 – 1917)

Sicignano degli Alburni è stata una delle tante località, nell’ambito dell’estesa Provincia della Campania, ad “offrire” molte vite all’emigrazione italiana nel mondo, coinvolgendo varie Nazioni e Continenti. Fra i principali Stati dell’America Latina ove maggiore fu la concentrazione del Meridionali vi fu certamente il Brasile, méta della stessa famiglia Pepe. Antonio Pepe, con la moglie e i tre figli, ultimo dei quali, Giuseppe, di appena un anno, giunse a San Paolo del Brasile il 25 aprile del 1884, sbarcando da un vapore proveniente da Genova. Assolte le procedure amministrative presso l’Hospedaria di San Paolo (la Ellis Island Brasiliana), la famiglia s’avventurò nella popolosa città, quasi certamente accolta da qualche paesano, se non un parente che vi era giunto qualche tempo prima di loro. In San Paolo, i coniugi Pepe avrebbero avuto altri tre figli, nell’ordine: Virginia, Alfonso e Teresa. Antonio si sarebbe ben presto trasformato in un commerciante, tanto è vero che nel 1897, quindi 13 anni dopo il suo arrivo nella Capitale Paulista, lo troviamo censito, nel settore dedicato ai “Commercianti su Commissione” in un noto Annuario Americano, con indirizzo “São Paulo. Capital, Itapetininga, 26/A[1].

Le ottime condizioni economiche della famiglia consentirono al giovane Gaetano, così come ai fratelli più piccoli, di poter studiare, raggiungendo, quindi, anche gli scranni universitari, tanto da ottenere la laurea in Scienze Giuridiche e Sociali presso l’Università di San Paolo. Dopo aver esercitato per qualche tempo la professione di Avvocato, Gaetano Pepe preferì dedicarsi all’imprenditoria, tanto da divenire comproprietario del più grande Cappellificio del Brasile, lo stabilimento “Serricchio – Pepe & C”, fondato nel 1900 assieme a Nicola Serricchio, il quale dagli originari 43.000 cappelli all’anno prodotti nel 1900 era passato ai 500.000, prodotti nel 1910, contando su ben 220 operai. Il 15 agosto del 1907, l’Avvocato Pepe si unì in matrimonio con la signorina Stefania Collamarini, originaria di Ancona, ove era nata il 25 dicembre del 1877, una nota cantante d’opera (mezzosoprano), dalla quale, purtroppo, non avrà figli[2]. Uomo di punta della Società Paulista, Gaetano Pepe fu un convinto assertore dell’italianità d’oltre Oceano, tanto da essere membro o finanziatore, come del resto lo era stato il padre Antonio[3], dei più importanti Sodalizi sorti fra italiani, dalla “Società Dante Alighieri” allo “Istituto Medio Dante Alighieri”, dalla “Società Operaia Umberto I”, da lui fondata agli inizi del Novecento, alla “Croce Rossa” al “Touring Club Italiano”, che pure fondò personalmente nel corso del 1916, per non parlare dei vari Comitati sorti anche in Brasile, sia in occasione dei vari terremoti che avevano colpito la Patria lontana (1905, 1908 e 1915), sia allo scoppio della “Grande Guerra”, quando a San Paolo fu fondato il “Comitato Pro-Patria”, del quale il Pepe fu membro ordinario[4]. E fu proprio nei primi anni di guerra, che il grande Avvocato e Imprenditore di Sicignano degli Alburni avrebbe coinvolto anche la moglie nelle sue attività filantropiche. Scopriamo, infatti, che: <<…la signora Stefania si prodiga come patronessa di tutte le opere di beneficenza e, più ancora, dando il contributo della sua arte lirica meravigliosa nelle soirées sia a beneficio della Santa Casa di Misericordia, come dell’Ospedale Italiano e del Comitato femminile. Resteranno memorabili i grandi concerti dati al Teatro Municipale e la splendida Esposizione artistica organizzata dalla Dante a favore del Pro-Patria e delle vittime del Ceará, dove, nel libro degli acquirenti il commendatore Pepe tiene il primo posto e l signora Stefania concesse l’incanto del suo talento con nobile abnegazione>>[5]. Non solo, ma egli avrebbe anche finanziato, con i suoi proventi finanziari, le attività dell’Ospedale Italiano, avrebbe sottoscritto il celebre fondo “Pro Flotta Aerea”, così come avrebbe elargito donazioni alle famiglie dei caduti italiani nella recente guerra “Italo-Turca” del 1911 – 1912.  Nel corso dello stesso 1911, lo troviamo, inoltre, persino Console Onorario della Repubblica Argentina a San Paolo. Resosi benemerito verso l’Italia, anche grazie alla sua generosità di natura economica, l’Avvocato Pepe fu nominato Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia già nel 1913, allorquando fu eletto Presidente della “Dante Alighieri” di San Paolo, promosso Cavaliere Ufficiale nel 1913, Commendatore nel 1916 e, infine, Grande Ufficiale negli anni Trenta. Nell’aprile del 1917, nel momento nel quale la sua celebrità aveva varcato anche l’Oceano, raggiungendo così la Madrepatria, Gaetano Pepe si meritò ben due pagine della seguitissima rivista “L’Illustrazione Italiana”, nell’ambito di un servizio dedicato al benemerito Comitato Paulista della citata “Dante Alighieri”.

Gaetano Pepe in una foto del 1911

Il ritorno in Italia (1917 – 1949)

Il Comm. Pepe visse ininterrottamente in Brasile sino alla fine del 1917, data nella quale fece riorno in Italia, essendo stato mobilitato, su base volontaria, nei ranghi del Regio Esercito, con il grado di Sottotenente del 12° Reggimento Artiglieria da Campagna, partecipando così all’ultimo periodo del conflitto mondiale. Dopo la fine della guerra, Gaetano Pepe fu trattenuto in servizio per qualche tempo, venendo promosso Tenente di Cavalleria della Milizia Territoriale, a far data dal 30 marzo 1919. Nel 1922, allorquando gli verrà conferita la Croce al Merito di Guerra, egli risulta, oramai, nella posizione della Riserva di Complemento, iscritto presso il Regio Distretto Militare di Napoli, città ove si era trasferito definitivamente, o meglio la città ove avrebbe vissuto gran parte dell’anno, alternando, infatti, alcuni periodi nella sua natia Sicignano. E fu proprio a Napoli che il Comm. Pepe si diede, quasi completamente, al giornalismo e, ovviamente, alla vita associativa, sempre nell’ambito della “Dante Alighieri” e di altre Associazioni. Egli continuò anche a pubblicare importanti testi, nei quali ovviamente si sarebbe occupato dell’importanza che aveva la lingua italiana, ma anche di tematiche storiche. Era stato a Roma, invece, ove aveva dimorato per alcuni mesi dopo la smobilitazione, che, nel corso del 1920, occupandosi stranamente di una questione giuridica, il Pepe avrebbe composto il suo primo testo in Italia. Trattasi del libro “Alcuni appunti in materia di cittadinanza”, pubblicato per i tipi dello Stabilimento Poligrafico per l’Amministrazione della Guerra. Nel 1923, invece, lo troviamo autore del pamphlet dal titolo “Le riforme consolari: relazione al 28° congresso della Dante a Padova”, edito dalla stessa Società. Fu, quindi, la volta del libro dal titolo “Al servizio dell’Italia: prima, durante e dopo la guerra, scritti e discorsi “, edito a Genova dalla “Dante Alighieri” nel 1932. Nel 1933 diede, poi, alle stampe il libro “Sulla via dell’impero”, edito dalla “Dante Alighieri” di Milano, cui fece seguito “Il tricolore sventola su Adua: i morti del ’96 vendicati”, edito nel 1934 a cura della Sezione Napoletana Volontari di Guerra (Napoli, R. Tip. Editrice Pansini). Gaetano Pepe, come si ricordava prima, avrebbe mantenuto uno strettissimo legame con Sicignano, tanto da dedicargli non poche energie. Nel 1921 – 1922, tanto per citare un esempio tangibile, approfittando della sua carica di Presidente della Sezione Napoletana dell’Associazione Volontari di Guerra, ma soprattutto di quella di Presidente della locale Sezione dell’Associazione Combattenti e del relativo Comitato proponete, riuscì a fare erigere, nella piazza principale di Sicignano, un bellissimo monumento (il “Soldato del Piave”) in onore dei caduti della “Grande Guerra”, opera di un suo amico, lo scultore Umberto Rancher, in quel frangente Professore presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli[6]. Non solo, ma dal 1927 al 1932 sarebbe stato anche il primo Podestà del piccolo centro del Salernitano. L’Avvocato Gaetano Pepe si spense a Napoli il 25 novembre 1949, pianto dalla sola moglie, l’amatissima signora Stefania, e nel silenzio più completo delle cronache.

Il più celebre libro di Gaetano Pepe

Gaetano Pepe, l’amore per la cultura e per la “Società Dante Alighieri”

Nell’aprile del 1917, in piena “Grande Guerra”, la celebre rivista “L’Illustrazione Italiana” – lo abbiamo già anticipato prima – dedicò un ampio reportage al Comitato Paulista della gloriosa Società “Dante Alighieri”, il nobile Sodalizio culturale sorto nel 1889, su iniziativa di un gruppo d’intellettuali guidati da Giosuè Carducci, i quali s’erano ispirati ad un’idea formulata l’anno prima, a Macerata, dall’irredentista triestino Giacomo Venezian, allora docente di Diritto in quella Regia Università. Fu, quindi, in quella precisa occasione (aprile 1917) che l’Italia intera conobbe la storia – aggiungiamo noi, veramente affascinante – di Gaetano Pepe, che da alcuni anni era divenuto Presidente di quel Benemerito Comitato. Ebbene, la “Dante Alighieri” di San Paolo del Brasile è una Istituzione sorta il 7 agosto del 1902, così come deliberato dal Consiglio Centrale, in Italia, peraltro sulle ceneri del “Circolo Pedagogico” che aveva operato nella stessa Capitale sotto la guida del Prof. Francesco Manzione, che per primo ne fu eletto Presidente. A partire dal 1905, il Comitato non operò più, per poi riprendere vigore il 25 febbraio del 1907, ricostituito nel corso di una riunione tenutasi presso la locale Camera di Commercio Italiana.

Fu, quindi, proprio in quella circostanza che ne fu eletto Presidente il nostro protagonista, affiancato dalla figura del Segretario, nella persona di Nicola Ancona Lopez, contando su ben 600 soci, 32 dei quali della categoria “Perpetui[7]. Da quel momento in avanti, l’uomo avrebbe esercitato un ruolo estremamente decisivo nella tutela della lingua italiana, protagonista di una ineguagliabile stagione. Nel 1911, in un testo dedicato agli italiani all’estero si ricorda, tanto per citare un esempio tangibile, il ruolo che il Presidente Pepe stava svolgendo in quel contesto anche in favore della Comunità italiana stanziata in San Paolo. In particolare, apprendiamo che si era fatto interprete dell’iniziativa di fondare un asilo infantile, di fatto realizzato su un terreno che si fece donare dall’industriale Egidio Pinotti Gamba[8]. Strenuo difensore della Lingua dei Padri: <<Quando il Governo della Repubblica Argentina soppresse l’insegnamento della lingua italiana in quelle scuole, il comm. Gaetano Pepe, sebbene investito dell’ufficio di console onorario dell’Argentina, non mancò di elevare nella stampa la sua voce di protesta contro un provvedimento inopportuno e non giusto, rivendicando agli italiani emigrati nelle repubbliche del Sud America il diritto di far apprendere ai loro figli l’idioma della madre patria>>[9]. Eccellente penna, il Comm. Pepe era anche un ottimo giornalista, fra l’altro anche direttore di una seguitissima rivista letteraria, <<Bios. Rivista Bimensale Illustrata>>, composta solo in italiano e che aveva visto uscire il suo primo numero il 7 agosto del 1896. Di grandissimo valore sarebbero stati, oltre ai suoi innumerevoli saggi e articoli, i libri tematici. Memorabile sarebbe stato il suo “L’italianità della Dante Alighieri”, edito nel 1914 dalla Casa Editrice Pocai-Weiss. Fece, quindi, seguito il libro “Per l’Italia”, edito nel 1915, sempre dalla Pocai Weiss & C. di San Paolo. Fu, infine, la volta del testo dal titolo “La scuola italiana in S. Paolo del Brasile”, edito per la stessa Casa Editrice nel corso del 1916.

 Col. (a) GdF Gerardo Severino
Storico Militare

 

 

 

[1] Cfr. Joseph P. Smith, Commercial Directory of the American Republics, Washington, 1897, pag. 352.

[2] La Collamarini aveva iniziato la carriera nella stessa Ancona, ove aveva studiato con il Maestro Polidori. A 18 anni già cantava alla Scala di Milano. Negli anni seguenti, prima di raggiungere il Brasile, aveva eseguito tournee artistiche presso i Teatri San Carlo, di Napoli, Fenice di Venezia, a Trieste, Vienna ed altre capitali europee.

[3] Don Antonio Pepe si sarebbe spento nella stessa San Paolo, esattamente nella casa di Rua Ipiranga, n. 167, il 17 novembre del 1911, sepolto presso il Cimitero di Cerqueira César.

[4]  Cfr. “Comitato Italiano Pro-Patria San Paolo”, in <<Gli Italiani nel Sud America ed il loro contributo alla Guerra 1915 – 1918>>, Buenos Aires, Edizioni Arigoni – Barbieri, 1922, pag. 538.

[5] Cfr. “Il Comitato della Dante Alighieri in San Paolo del Brasile”, in <<L’Illustrazione Italiana>>, 15 aprile 1917, pag. 317.

[6] Cfr. Maria Rosaria Nappi (a cura di), La Campania e la Grande Guerra: i Monumenti ai Caduti, Roma, Gangemi Editore, 2011, pag. 138.

[7] Cfr. “La Dante Alighieri. Comitato di San Paolo”, in Antonio Piccarolo, <<L’Emigrazione Italiana nello Stato di S. Paolo>>, San Paolo del Brasile, Liv. Magalhaes, 1911, pag. 267.

[8] Cfr. Alfredo Cusano, Italia d’Oltre Mare. Impressioni e ricordi dei miei cinque anni in Brasile, Milano, Stabilimento Tipografico Enrico Reggiani, 1911, pag.166.

[9] Cfr. “Il Comitato della Dante Alighieri in San Paolo del Brasile”, in <<L’Illustrazione Italiana>>, 15 aprile 1917, pag. 316.