Buenos Aires: i cento anni del monumento dedicato a Cristoforo Colombo
Il 15 giugno di cento anni orsono veniva inaugurata a Buenos Aires, nel Parco Columbus, tra la Casa Rosada (sede della Presidenza della Repubblica) e la Avenida La Rabida, il monumento a Cristóbal Colón, un monumentale complesso celebrativo del grande navigatore genovese Cristoforo Colombo, scopritore delle Americhe. Opera dello scultore italiano Arnaldo Zocchi[1], il monumento traeva origine dall’iniziativa personale del noto imprenditore italo-argentino Antonio Devoto[2], il quale, anche a nome della poderosa Comunità italiana stanziata a Buenos Aires, promosse, già nel corso del 1907, una raccolta di fondi onde realizzare un monumento da donare alla Repubblica Argentina in vista del centenario della gloriosa “Rivoluzione di Maggio” (data nella quale si tenne il Cabildo Abierto che diede vita alla costituzione della Primera Junta che governò in nome di Ferdinando VII), che si sarebbe tenuto il 24 maggio del 1910. E fu proprio quella la data nella quale fu posta la prima pietra del basamento, sul quale sarebbe stata poi collocata la statua che, nel frattempo, il Zocchi stava concependo in Italia. I lavori di realizzazione dell’importante manufatto subirono, tuttavia, molti anni di ritardo, in parte causati anche dallo scoppio della “Grande Guerra”. Terminato l’immane conflitto, la statua di Colombo fu smantellata ed inviata a Buenos Aires, ove fu assemblata e predisposta per l’inaugurazione, cerimonia alla quale purtroppo non ci sarebbe stato lo stesso Devoto, essendo morto cinque anni prima.
La statua fu motivo di vero orgoglio per la comunità italiana di Buenos Aires, soprattutto in relazione al fatto che essa andava ad occupare un posto d’onore, proprio di fronte alla Casa Rosada. Ciò ne avrebbe aumentato il rispetto dinanzi alla Nazione intera, oltre che nella lontana Patria natia: rispetto che gli italiani si erano dovuti faticosamente guadagnare nel corso di lunghi decenni di lotte e fatiche. In verità, il centenario dell’indipendenza dell’Argentina aveva rappresentato l’occasione per erigere nuovi monumenti, sia nella capitale che nel resto del Paese. Tali iniziative avevano giocoforza coinvolto le varie comunità di immigrati, tutte invitate a presentare idonee proposte alla competente Commissione del Centenario. Fu così che le comunità di immigrati di Italia, Spagna, Francia e Germania fecero a gara onde “accaparrarsi” il miglior posizionamento per i rispettivi monumenti. È chiaro come la statua di Cristoforo Colombo, che sarebbe sorta dietro la Casa Rosada, nel Parque Colón appositamente eretto e già occupato da un’enorme fontana, fu una scelta felicissima che pose gli italiani in una posizione di elevata importanza. Al momento dell’inaugurazione, la statua di Colombo risulta collocata su un’alta colonna, con il celebre navigatore che reggeva una mappa in mano e rivolto verso il mare, guardando verso l’Europa. Un’iscrizione sul monumento, tratta dalla Medea di Seneca, alludeva all’esistenza del Nuovo Mondo, tanto che la scoperta di Colombo rappresentava il compimento di una vera e propria profezia. Alla base della colonna c’erano una serie di statue allegoriche raffiguranti Scienza, Civiltà e Genio. Su un’altra parte della base, si trovavano le figure allegoriche della Fede e della Giustizia Cristiane, intesi come valori estrinsechi della civiltà europea portati nel Nuovo Mondo proprio da Colombo. In verità, i piani originali dell’opera architettonica non legavano direttamente Cristoforo Colombo all’Argentina, tanto che la Commissione del Centenario richiese apposite aggiunte al Zocchi.
Furono, quindi, realizzati dei bassorilievi, uno con la richiesta di Colombo rivolta ai reali di Spagna (Isabella e Ferdinando) onde poter navigare verso ovest. L’altro, invece, raffigurava lo stesso Colombo al suo ritorno in Spagna, portando seco alcuni schiavi indigeni. La storia dell’Argentina ci ricorda che durante il bombardamento[3] di Plaza de Mayo, del 1955, il complesso monumentale Colombiano fu danneggiato dallo scoppio di alcune bombe cadute nei paraggi, mentre nel corso del 1987 alla base del monumento fu addirittura collocato un ordigno ad oc, che per fortuna non esplose. La storia più triste del monumento ci porta, poi, al marzo del 2013, allorquando l’allora Presidente della Repubblica Argentina, Cristina Fernández de Kirchner decise di rimuovere il monumento di Colombo, onde sostituirlo con uno dedicato a Juana Azurduy de Padilla, eroina dell’indipendenza boliviana, capo dell’esercito rivoluzionario di Mestiza[4]. La statua, opera dello scultore argentino Andrés Zerneri, fu commissionata con un finanziamento e con l’appoggio diretto del Presidente boliviano Evo Morales. Fu inaugurata nel luglio 2015. Nel giungo dello stesso 2013 la statua di Cristoforo Colombo fu, quindi, smontata e per alcuni anni giacque in pezzi a terra, in attesa di essere collocata altrove. La drastica decisione non fu ovviamente accolta con favore da parte della comunità italiana stanziata in Argentina, così come da tanti altri argentini, che si proclamarono indignati. Furono, quindi, combattute non poche battaglie legali riguardo alla sua destinazione.
Il provvedimento dell’esecutivo, che inizialmente aveva previsto di trasferire il monumento a Mar del Plata, causò un attrito anche con il Governo municipale, allora guidato da Mauricio Macri, il quale rivendicava la giurisdizione sull’opera. Contemporaneamente anche le associazioni che riunivano le varie comunità italo-argentine si mobilitarono per salvaguardare l’originaria posizione dello storico monumento. Ma fu tutto vano. La vicenda s’avviò a felice conclusione nel corso del 2014, allorquando se ne decise l’erezione sul lungomare, in Avenida Costanera Rafael Obligado, adiacente all’Aeroparque Jorge Newberr. Nel giugno di quell’anno, infatti, il Governo nazionale e quello della capitale si accordarono riguardo alle modalità del trasferimento, ai costi del restauro e alla nuova ubicazione, con l’esecutivo nazionale che avrebbe sopportato la maggior parte delle spese necessarie.
I 250 pezzi attraverso i quali fu smontata la statua furono depositati in un magazzino nei pressi dell’aeroporto Newbery, ove rimasero fino alla collocazione, nel 2017, proprio di fronte al nuovo scalo aereo. Crollavano così le attese di moltissimi italo argentini, i quali sperarono sino all’ultimo che la statua del grande navigatore genovese potesse tornare a fare bella mostra di sé nel luogo ove per novant’anni era stata ammirata da milioni di argentini, proprio nel cuore della bellissima capitale. Gli anni durante i quali la statua fu accantonata ne produsse, tuttavia, seri danni, tanto da richiederne un attento programma di restauri.
Lo stesso sito prescelto per il nuovo collocamento abbisognò di un serio lavoro finalizzato al consolidamento del sottostante terreno, dovendo sostenerne il peso enorme del marmo (ben 623 tonnellate distribuite in 26 metri di altezza). Per una strana fatalità del destino anche la statua di Juana Azurduy fu spostata nel corso del 2017, in un luogo meno prominente rispetto alla “Casa Rosada”, ma comunque nel centro di Buenos Aires, di fronte al Centro Culturale Kirchner, operazione resasi necessaria onde consentire la costruzione del Paseo del Bajo. Il monumento, alto complessivamente 26 metri è costituito da un pilastro ionico coronato da una statua, alta 6,25 metri e realizzata in marmo di Carrara che raffigura Cristoforo Colombo che scruta verso oriente. Alla base del pilastro si sviluppa un gruppo scultoreo che rappresenta un gruppo di marinai che spingono in mare una caravella, sormontati dalle statue della Civilizzazione, del Genio, dell’Atlantico e della Scienza. Sulla parte posteriore si stagliano, invece, le sculture della Fede e della Giustizia. Sulla fronte del pilastro e del gruppo scultoreo si trova un’iscrizione recante la legenda: “A Cristoforo Colombo Palos III Agosto MCDXCII”, in ricordo della data della partenza del primo viaggio verso le future Americhe. Al di là della collocazione in sé resta comunque il fatto che l’Argentina, nonostante gli attriti fra i diversi poteri dello Stato, ma soprattutto di quanto è accaduto recentemente negli Stati Uniti d’America, ove non poche statue dedicate a Colombo sono state oggetto di vilipendio e violenze varie, ha continuato a perpetuare la memoria del grande Cristoforo Colombo, il quale non va assolutamente visto solo dal punto di vista dell’appartenenza ad un’area geografica o ad una comunità specifica, in questo caso l’Italia, ma, al contrario, come un uomo che appartiene all’umanità intera, avendo comunque segnato per sempre il corso della storia.
Ten. Col. Gerardo Severino
Direttore del Museo Storico della Guardia di Finanza
[1] Nato a Firenze nel 1862 era figlio d’arte, essendo scultore anche il padre Emilio. Arnaldo Zocchi è autore di numerosi monumenti, tra i quali una statua equestre del Generale Garibaldi a Bologna, e delle celebri quattro vittorie alate poste sul monumento del Vittoriano, a Roma, meglio noto come “Altare della Patria”. Celebre anche nel campo dei monumenti funebri, oltre che in Italia, le opere dello Zocchi si trovano anche in Argentina, Stati Uniti, Egitto e persino in Bulgaria. Arnaldo Zocchi è morto a Roma nel 1940. Al suo nome la capitale ha dedicato una via cittadina.
[2] Antonio Devoto (Lavagna, 12 marzo 1832 – Buenos Aires, 30 luglio 1916). È stato un imprenditore, banchiere e filantropo naturalizzato argentino. Fu un vero pioniere dell’emigrazione italiana in Argentina, tanto da scalare, in pochi decenni, i vertici della borghesia di Buenos Aires. Grazie ad una serie di importanti, ma anche rischiose iniziative imprenditoriali, egli divenne uno degli oligarchi più importanti ed influenti dell’Argentina della fine dell’Ottocento.
[3] Il bombardamento di Plaza de Mayo si verificò il 16 giugno 1955, allorquando una trentina di aerei dell’Aviación Naval attaccarono la Plaza de Mayo di Buenos Aires, nel tentativo di colpire la Casa Rosada. L’azione militare si inquadrava nel tentativo di colpo di Stato volto a rovesciare il governo di Juan Domingo Perón.
[4] Juana Azurduy de Padilla (Chuguisaca, 12 luglio 1780 – Salta, 25 maggio 1862. Combatté per l’indipendenza boliviana a fianco di suo marito, Manuel Ascencio Padilla, guadagnandosi il grado di tenente colonnello. Divenne celebre per il suo forte sostegno e la leadership militare degli indigeni dell’Alto Perù.
La statua di Colombo in un’antica cartolina d’epoca