Clivio 1943, gli “angeli del bene” in azione per la vita
“Nel periodo delle persecuzioni razziali nazi-fasciste, nel 1943, la Signora Nella Molinari ha organizzato l’espatrio in Svizzera di numerosi ebrei, fra i quali i componenti di due famiglie, la famiglia Colonna e la famiglia Ghedalia”. Inizia così la dichiarazione giurata del 21 dicembre 2015 della signora Elena Colonna custodita nell’allegato alla documentazione di Proposta per il conferimento della medaglia di “Giusto tra le Nazioni” alla memoria del maresciallo maggiore della Guardia di Finanza Luigi Cortile e della signora Nellina Costanza Marazzi-Molinari.
“La famiglia Colonna constava di dieci persone. Il giorno 9 ottobre 1943 transitarono la madre, Pia Colonna Orefice, e le figlie Ersilia ed Elena. Furono accompagnate da Nella Molinari in piena notte verso il confine e quindi fatte passare oltre il reticolato dal Maresciallo della Finanza Luigi Cortile. Abbiamo saputo solo di recente, con dolore e sgomento, che l’eroico Maresciallo Cortile è perito nel campo di concentramento di Mauthausen” prosegue la signora Colonna nella sua dichiarazione redatta in data 25 maggio 2016 e conservata nel fondo Nucleo di Ricerca, nel fascicolo “Luigi Cortile”. E’ solo una delle testimonianze che narrano le azioni degli “angeli del bene” che dopo l’8 settembre 1943, quasi alla fine della Seconda guerra mondiale, si prodigarono per aiutare profughi, ebrei e ricercati dai nazi-fascisti.
Dopo la firma dell’armistizio per l’Italia inizia la guerra di Liberazione. Due lunghi anni di conflitto e di resistenza in una penisola divisa in due che vedeva al sud l’avanzata degli Alleati anglo-americani e al nord la presenza della Repubblica Sociale Italiana ancora alleata con Adolf Hitler. E’ in questo contesto storico che molti uomini lavorano clandestinamente, a rischio di essere scoperti e uccisi, per salvare centinaia di vite umane dalla prigionia e dalla deportazione. Tra questi Don Gilberto Pozzi, il maresciallo della Guarda di Finanza Luigi Cortile e la signora Nella Marazzi Molinari, fondatori della cellula O.S.C.A.R. acronimo di Organizzazione Scout Collocamento Assistenza Ricercati. Il gruppo di Clivio era dedito all’espatrio clandestino in Svizzera di ex prigionieri, dissidenti ed ebrei e si collegava all’azione delle “Aquile Randagie”, un movimento scout segreto nato e vissuto durante il periodo del ventennio fascista. Era stata una norma, la n. 5 del 9 gennaio 1927, una delle cosiddette “Leggi Fascistissime”, ad aver decretato lo scioglimento dei reparti scout nei centri inferiori a ventimila abitanti con l’obbligo di inserire l’acronimo ONB (Opera Nazionale Balilla).
Una delle attività della O.S.C.A.R. era anche quella di stampare documenti falsi con l’aiuto di timbrifici e amici che lavorano in questura. Il rischio era altissimo, così come varcare il confine, continuamente sorvegliato e recintato con filo spinato. E se per i documenti falsi i fiancheggiatori erano amici della questura, nei punti di valico, alle frontiere, come nel caso di Clivio, erano gli uomini della Regia Guardia di Finanza come “il buon doganiere” Luigi Cortile a fornire supporto alla O.S.C.A.R. non senza rischi. Infatti, non mancavano commilitoni che dopo l’8 settembre avevano scelto di aderire alla Repubblica Sociale Italiana e questo poteva creare non pochi problemi a chi come il maresciallo Cortile era impegnato a “coprire” ricercati, ebrei e dissidenti.
Il 16 ottobre del 1943 passarono in Svizzera, con le stesse modalità “le figlie Graziella e Nella Colonna, con la zia Gilda Colonna – ricorda Elena Colonna nella sua dichiarazione conservata presso il Museo storico delle Fiamme Gialle di Roma -. Due settimane più tardi transiterà il padre Ugo Colonna senior, da solo. Nello stesso mese di ottobre venne fatta passare la famiglia Ghedalia, composta da cinque persone. La madre Esther Ghedalia, e i figli Giovanna, Laura, Flora e Mosè al completo”. I finanzieri di Clivio, Nella Molinari, ma anche don Gilberto Pozzi, rischiarono tantissimo, ma erano consapevoli di essere dei “contrabbandieri di Cristo”. Don Pozzi non era un prete qualunque e oltre ad essere tra i fondatori della cellula O.S.C.A.R non mancava di fare squadra con i confratelli sacerdoti dei paesini limitrofi a Clivio. Tra questi don Gioacchino Brambilla che amministrerà la parrocchia di Viggiù per oltre 25 anni e don Giovanni Bolgeri, parroco di Saltrio per circa 40 anni. Con essi collaborarono numerosi finanzieri del posto, ufficiali e sottufficiali. Non erano tempi facili e occorreva essere attenti e riservati. Non erano poche le spie e i delatori. Per salvare vite umane occorreva lavorare nell’ombra.
“Don Gilberto coinvolse in questa nobilissima missione proprio il maresciallo di finanza Luigi Cortile, che dal 1935 dirigeva la Regia Dogana di Clivio – racconta il Gerardo Severino, Direttore del Museo Storico della Guardia di Finanza nell’introduzione al libro Il contrabbandiere di Cristo edito dal Comune di Clivio -. Cortile, da buon cristiano praticante, comprese appieno l’esigenza e la drammaticità del momento storico. Mi piace pensare – scrive il Colonnello Severino – alla prima volta che don Gilberto espose al maresciallo Cortile la questione magari rivolgendogli col cuore in mano la frase: fai passare questa povera gente, siamo tutti fratelli, caro Luigi, dimostrando così al mondo intero di come il Signore Iddio lo avesse designato uomo della Provvidenza come lo avrebbe definito alcuni anni dopo Monsignor Giacinto Tredici, Vescovo di Brescia, ma soprattutto suo compagno di Seminario”.
L’opera umanitaria di don Gilberto, della signora Nella, che in quegli anni era anche in attesa di un figlio, e di don Gilberto fu ostacolata dai fascisti tanto che don Pozzi venne catturato e imprigionato nel carcere di San Vittore a Milano. Uscì grazie all’intervento del cardinale Alfredo Ildefonso Shuster, Arcivescovo di Milano mentre il maresciallo Cortile morì nel campo di concentramento di Mauthausen-Melk. La signora Nella Marazzi-Molinari si spense anni dopo nel 1987. Nel 2006 l’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano conferì la Medaglia d’Oro al Merito Civile al maresciallo Cortile.
Di don Gilberto Pozzi, così come della signora Nellina Molinari, se ne parla spesso anche sui giornali locali, ma pur sempre limitatamente ai giorni nei quali si celebra il 27 gennaio. Dopo di che il tutto rientra in quella abituale e consolidata pratica del dimenticatoio, nel quale viene relegata la Memoria della Shoah, tant’è vero che ancora oggi non è stato possibile apprezzare il conferimento di una Medaglia d’Oro Alla Memoria anche nei loro riguardi, così come è stato chiesto e ottenuto, invece, dalla Guardia di Finanza in ricordo del maresciallo Luigi Cortile.
Vincenzo Grienti