Giorni di Storia

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Dal Cilento i pionieri del calcio brasiliano

Sono poco noti a gran parte dei lettori di Giorni di Storia le vicende storiche legate all’emigrazione Cilentana in Brasile, sviluppatasi già nel primo decennio che seguì l’unità d’Italia, così come sono poco noti i nomi dei principali esponenti che da quella terra che occupa la parte meridionale della Provincia di Salerno, soprattutto da Castellabate, giunsero in Sud America, dando così vita a veri e propri imperi economici, ovvero per “brillare” nei vari campi della società Brasiliana, principalmente nell’ambito dell’esteso e ricco Stato di São Paulo. Al di là degli affari, i Cilentani di São Paulo non trascurarono mai il mondo dell’arte e della cultura in generale, dando così vita o comunque frequentando i raffinati ambienti esclusivi della Capitale Paulista, ma anche e soprattutto il glorioso “Circolo Italiano”, attivo in São Paulo già da alcuni decenni. Il Sodalizio era sorto il 13 aprile 1911 per volontà di alcuni notabili italiani che avevano il desiderio di riunire in città l’ormai cospicua comunità nazionale trapiantata in Brasile. Diventò, quindi, il punto di riferimento per tutta la cittadinanza Paulista, soprattutto per le frange più povere, le quali avrebbero usufruito spesso della sua generosità.

San Paolo del Brasile in una cartolina d’epoca

Il Circolo, che si presentava già allora come un’associazione molto in vista nell’ambito sociale, era, infatti, particolarmente rinomato anche grazie alle sue molteplici attività che spaziavano dalla cultura, con l’organizzazione di eventi di prim’ordine (conferenze, concerti, mostre, ecc.), all’impegno sociale, con la cura dei più deboli e l’organizzazione di collette, aste e quant’altro. Ne era stato e ne era ancora principale organizzatore nonché “finanziatore” lo stesso Francisco Matarazzo, il potente imprenditore nativo di Castellabate, ove era nato nel 1854, il quale – è doveroso ricordarlo anche in questa circostanza – nel 1917, grazie al grandissimo sostegno economico offerto al proprio Paese d’origine, duramente impegnato nella “Grande Guerra”, si era guadagnato il conferimento da parte del Re Vittorio Emanuele III del titolo di “Conte di Licosa”. Non solo, ma sia il Matarazzo, sia altri “notabili” di Castellabate, quali il Barone Nicola Pepi, i vari esponenti delle famiglie imprenditoriali dei Comenale, De Vivo, Pentone e Perrotti, così come il noto musicista Alferio Mignone, erano stati tra i fondatori della Società Sportiva Palestra Italia, atto che porta la data del 26 agosto del 1914. Ribattezzata nel 1942 col nome di Sociedade Esportiva Palmeiras, volendo porre le distanze dall’Italia fascista con la quale il Brasile era entrato in contrasto, la squadra è oggi meglio nota semplicemente con il nome di Palmeiras, una polisportiva di ampio respiro ma soprattutto una rinomata squadra di calcio che ancora oggi milita in serie “A”.

Ad ispirare l’industriale Francisco Matarazzo (nella foto a sinistra) e gli altri mecenati Cilentani e Italiani era stata la tournée brasiliana delle squadre calcistiche del Torino, guidata dal giovane Vittorio Pozzi e della Pro Vercelli, già allora famose in mezzo mondo, appositamente invitate a São Paulo dalla “Liga Paulista”. Furono Luigi Cervo, Luigi Marzo, Vincenzo Ragognetti ed Ezequiel Simone (primo Presidente della storia del club), tutti impiegati delle Industrie Riunite Matarazzo, i veri artefici della squadra “Palestra Italia”, i cui colori non potevano che richiamare l’amatissimo tricolore italiano: maglia verde con maniche e collo bordati di rosso e pantaloncini e calzettoni bianchi. Dal 1914 in poi fu un crescendo di successi per la “Palestra Italia”, i cui meriti agonistici varcarono l’Oceano, raggiungendo la lontana Madrepatria, grazie all’abile penna di un report d’eccezione, Giannicola Carmine Matarazzo (figlio del futuro Senatore del Regno, Andrea Matarazzo, fratello di Francisco), il quale seguì la squadra nei suoi numerosi cimenti, in giro per l’esteso Paese Sudamericano.

La medesima squadra, a quel punto, fu un tutt’uno con il calcio internazionale, come è facile riscontrare leggendo sia i numerosi articoli dell’epoca, che i saggi e libri ad essa dedicati negli ultimi tempi, primo fra tutti Palestra Italia. Quando gli italiani insegnavano il calcio in Brasile di Vincenzo Fratta (Roma, Ultra Sport, 2014), un ottimo testo che ha reso giustizia riguardo ai meriti conseguiti dal nostro Conte Matarazzo anche nel campo delle attività sportive. È chiaro, tuttavia, come fra i membri della squadra non potevano certo mancare proprio i ragazzi originari del Cilento, spesso rampolli delle stesse celebri famiglie prima citate, i quali avevano però bisogno di un proprio campo.

Francisco Mignone in una foto del 1921

Fu così che la “Sociedade…” allestì a proprie spese in São Paulo uno dei più rinomati stadi di calcio che la città avesse mai avuto. Il progetto fu affidato al noto architetto italiano Armando Brasini, celebre per aver firmato alcune delle più importanti opere architettoniche realizzate in Italia in quel frangente storico, prima fra tutte la futura Caserma “Vittorio Emanuele III”, di Viale XXI Aprile, a Roma, futura sede della Legione Allievi della Regia Guardia di Finanza (oggi del Comando Generale del Corpo), un autentico gioiello dello stile Liberty. In esso vi si cimentò per decenni il fior fiore della gioventù Paulista (compresa quella Cilentana e Italiana in generale che viveva in quello Stato), fra i quali gli stessi figli maggiori del Prof. Mignone, il centravanti Francisco Paolo, poi celebre pianista e compositore (São Paulo, 3 settembre 1897 – Rio de Janeiro, 19 febbraio 1986) e Domingos, come ci ricorda una rara foto d’epoca, risalente ai primi anni ’20, che li ritrae fra i membri della pioneristica squadra. Erano, quelli, tuttavia, gli anni in cui lo stadio sarebbe stato definito anche con l’appellativo di “Estádio Parque Antárctica”, dal nome della Companhia Antarctica de Bebidas, un’industria di bevande che nel 1920 aveva rilevato la proprietà del Club. Molti anni dopo, un nuovo stadio fu costruito nel medesimo sito, in conformità con i requisiti della Fifa, chiamato Allianz Parque.

Feola bacia la coppa vinta nel 1958

I Mignoni non furono certo i soli a muovere i primi passi nel mondo del calcio proprio a São Paulo. Basti ricordare la figura del celebre Vicente Italo Feola (São Paulo, 20 novembre 1909 – 6 novembre 1975), anch’egli originario di Castellabate, che qualche anno dopo diverrà un astro internazionale del calcio Brasiliano, prim’ancora che celebre allenatore che avrebbe portato il Brasile alla sua prima vittoria mondiale, nel 1958 in Svezia. Ma questa è un’altra storia, che speriamo di riprendere allorquando il Comune di Castellabate gli vorrà dedicare una via, così come ha recentemente richiesto il Presidente della “Fondazione Fioravante Polito”, Davide Polito, che proprio a Santa Maria di Castellabate dirige uno splendido Museo Biblioteca del Calcio, che invitiamo i nostri numerosi lettori a visitare (per informazioni: www.fondazionepolito.it).

*Ten. Col. Gerardo Severino
Direttore del Museo Storico della Guardia di Finanza