Giorni di Storia

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Germania e Italia insieme per non dimenticare la storia degli IMI

Le immagini scattata di Vittorio Vialli, il fotografo dei lager, scorrono per raccontare e fare memoria dei 650mila Internati Militari Italiani che dissero “NO!” al nazifascismo quando l’Ambasciatore della Repubblica Federale di Germania in Italia Hans-Dieter Lucas varca la soglia del Museo “Vite di IMI”. Ad accoglierlo Nicola Mattoscio, Presidente dell’Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, dall’Internamento, dalla Guerra di Liberazione e loro Familiari: “Qui viene ripercorsa la vicenda dei 650mila IMI-Internati Militari Italiani che, dopo un lungo e oscuro periodo di silenzio, quanto mai controverso e difficile per Italia e Germania, è stata oggetto di interesse nel 2008 da parte dei governi dei due Paesi, che nominarono una specifica Commissione di storici con lo scopo di occuparsi del passato di guerra italo-tedesco e in particolare del destino degli internati militari italiani deportati in Germania” ha spiegato il Presidente Mattoscio ricordando il 70esimo anniversario della Liberazione celebrato nell’aula di Montecitorio il 18 aprile 2015 con i Presidenti di Camera e Senato, e con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in aula insieme a molti giovani e il 24 aprile 2018, giorno in cui il Capo dello Stato accolse al Quirinale i rappresentanti delle Associazioni partigiane, combattentistiche e d’arma. Tra queste anche l’ANRP: “Quella degli IMI fu una Resistenza senz’armi già all’indomani del 1943” ha aggiunto Mattoscio e “i soldati italiani che si rifiutarono di collaborare con la Repubblica Sociale Italiana e con gli ex Alleati tedeschi pagarono un prezzo altissimo venendo deportati nei campi di concentramento dove furono trattati così duramente che ben 50.000 non fecero più ritorno”.

Museo Vite di IMI. Da sinistra: il Prof. Enzo Orlanducci, il Presidente ANRP Nicola Mattoscio, l’Ambasciatore tedesco in Italia Hans-Dieter Lucas, il Vice Presidente ANRP Luciano Zani

Un luogo il Museo di Via Labicana a Roma che ogni giorno è meta di scolaresche e studenti perché, come ha sottolineato lo storico Luciano Zani, Vice Presidente dell’ANRP “occorre non disperdere la memoria e il ricordo come testimonia il Presidente Onorario dell’ANRP Michele Montagano, che a 102 anni prosegue la sua attività affinché la storia degli IMI venga sempre ricordata”. Ed è proprio percorrendo gli spazi museali che l’Ambasciatore Hans-Dieter Lucas si è imbattuto nella teca dell’allora sottotenente del Regio Esercito Michele Montagano: “Sono in mano dei Tedeschi. La mia coscienza d’Italiano è integra. Avvisate famiglia. Viva l’Italia” scrisse il giovane ufficiale di proprio pugno su un foglio, velocemente, prima di salire a bordo del vagone che lo conduceva in Germania nei campi di internamento. Come lui migliaia di giovani soldati italiani. Una storia che ha colpito l’Ambasciatore Hans-Dieter Lucas nella sua visita, accompagnato dalla professoressa Rosina Zucco, Direttrice del Museo “Vite di IMI” e da tutta la dirigenza dell’ANRP. Tutti, poi, si sono trasferiti tra le installazioni del “Cortile della Memoria”, un altro importante luogo a cui si accede terminato il percorso delle sei sale espositive. E’ qui che si passa dalla storia alla vita presente utilizzando il linguaggio dell’Arte, non solo per le capacità espressive originali proprie degli artisti, ma anche per creare un momento di distacco e rielaborazione degli eventi storici. Nel Cortile della Memoria trovano spazio sculture di ogni genere e dimensione, realizzate appositamente per questa esposizione a volte anche dopo un intensa attività di formazione per meglio illustrare agli artisti provenienti da diversi paesi del mondo ogni minimo risvolto del contesto storico riguardante gli IMI.

Nel Giardino della Memoria: l’Ambasciatore tedesco in Italia Hans-Dieter Lucas con Nicola Mattoscio, Presidente ANRP, e il Prof. Enzo Orlanducci. Presidente Emerito ANRP

“La formazione e la scuola sono al centro dell’impegno sociale di un’associazione che, come l’ANRP, è impegnata sul fronte del recupero della storia e della memoria” ha spiegato durante la visita Enzo Orlanducci, Presidente Emerito dell’ANRP, ribadendo l’importanza di attivare iniziative culturali che accendano la luce dei riflettori su un luogo che preserva la memoria degli Internati Militari Italiani grazie anche all’amicizia e allo spirito di collaborazione tra Italia e Germania”. Per la storica Anna Maria Isastia il 2024 “è un anno importante perché rimette al centro la storia degli IMI. Infatti, nell’estate 1944, a seguito di un accordo tra Hitler e Mussolini, avvenne un secondo mutamento di status: da Internati Militari i soldati diventarono lavoratori civili, formalmente liberi. Questo, se complessivamente migliorò di poco la loro condizione, ne rese, però, più efficiente lo sfruttamento. La Germania aveva bisogno di forza lavoro in una fase critica della guerra. E i militari italiani vennero utilizzati come lavoratori coatti nelle fabbriche, nell’industria bellica, nelle miniere e nei campi”.

Un momento fondamentale nella vita degli IMI che viene ripercorso nelle sale del Museo. Infatti, non di rado vennero impiegati nello sgombero delle macerie e nella sepoltura dei cadaveri dopo i bombardamenti. Gli IMI vennero dotati di libretti di lavoro e, ancora una volta, dirottati a lavorare nelle aziende agricole, nelle miniere e nelle fabbriche in sostituzione dei soldati tedeschi al fronte. A seguito di questa nuova condizione di “lavoratori civili” vennero obbligati a lavorare anche gli ufficiali internati. Opporre un rifiuto significava rischiare di essere avviati ai campi di “rieducazione al lavoro” (i KZ) dove veniva programmato il loro sfruttamento fino allo stremo. Eppure non pochi militari italiani, anche in questa circostanza, ripeterono il loro “NO!” a qualsiasi tipo di collaborazione con i nazisti.

SPECIALE IMI (PARTE 1) – TV2000

“Credo che sia di grande importanza ricordare assieme questo importante capitolo buio della nostra storia comune ed è un’importante testimonianza non solo di questa resistenza, ma anche a favore della democrazia e della libertà ed è molto importante questo lavoro di ricostruzione della memoria” ha detto l’Ambasciatore Hans-Dieter Lucas che ha aggiunto: “E’ fondamentale trasmettere queste testimonianze anche perché si tratta di un capitolo che infonde coraggio proprio perché si tratta delle vicende di giovani soldati italiani che hanno avuto il coraggio di opporsi”. Una visita emozionante in cui l’Ambasciatore Hans-Dieter Lucas ha ribadito “il rispetto che gli ex IMI meritano per il loro NO! contro il nazismo e il fascismo e per ringraziare l‘ANRP e il team del Museo per il loro importante lavoro di ricostruzione della memoria”. Un lavoro che vede Italia e Germania “strettamente legate storicamente, culturalmente, politicamente ed economicamente”. Inevitabile il riferimento alla situazione internazionale di oggi e al ruolo comune di Germania e Italia: “L’obiettivo è quello di istituire un vero multilateralismo che sia tale a sostegno della pace e della libertà” ha concluso l’Ambasciatore.

SPECIALE IMI (PARTE 2)

Un progetto, quello del Museo “Vite di IMI” che ha radici lontane e motivazioni generali e specifiche che sono alla base della sua fisionomia “work in progress”. Aperto, interattivo, multimediale, quale percorso storico/documentaristico con indirizzo didattico/formativo, lo spazio espositivo è finalizzato a delineare, attraverso un originale allestimento, la vicenda dei circa 650mila militari italiani che, rifiutatisi dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 di collaborare con il nazifascismo, furono deportati e internati nei lager del Terzo Reich.

Il Museo, insieme all’archivio e alla biblioteca, quale Centro studi, documentazione e ricerca dell’ANRP, vuole essere  un ulteriore contributo a costruire tra l’Italia e la Germania una “nuova politica della memoria” in onore delle vittime, per mostrare che da quelle tragedie  i due Paesi sono riusciti ad uscire ed oggi lavorano insieme per un futuro di pace e di sempre maggiore coesione europea. Al Museo, realizzato con il sostegno dei Ministeri degli Affari Esteri italiano e tedesco tramite il “Fondo italo tedesco per il futuro”, è stata concessa l’Adesione del Presidente della Repubblica.

Vincenzo Grienti