I cento anni del Trattato Victoria-Vélez
L’8 maggio del 1924 fu firmata la legge con la quale si concordava il ristabilimento delle relazioni diplomatiche tra le Repubbliche di Colombia e di Panama, ma anche la negoziazione di un trattato sui confini, che di fatto fu poi concluso nell’agosto dello stesso anno. Meglio noto col nome “Victoria-Vélez”, il trattato poneva fine ad un lungo attrito tra i due Paesi Latinoamericani, sorto nel 1903, anno in cui Panama, sollecitata come vedremo dagli Stati Uniti d’America, decise di separarsi dalla Colombia, Nazione alla quale apparteneva da lunghissima data. Il “Trattato” fu, quindi, salutato da entrambi i Paesi come un evento importantissimo, e non solo perché consentiva agli stessi di riprendere i rapporti interrotti vent’anni prima, ma soprattutto assicurare quell’interscambio commerciale, necessario per il decollo industriale cui i due Stati tendevano a conquistare.
Antefatto storico
Occorre precisare che in America Latina, quale come norma giuridica per la delimitazione dei confini[1] terrestri degli Stati indipendenti che via via si formarono dopo le varie rivoluzioni anti-spagnole, fu adottato il principio del c.d. “Uti Possidetis Juris” riferito all’anno 1810, secondo il quale detti limiti dovevano essere gli stessi delle principali Divisioni politiche delle remote Colonie spagnole nel Continente americano rapportate proprio a quel periodo. Nel caso della Colombia, il suo territorio coincideva con confini dello storico Viceregno della Nuova Granada. Allorquando, il 20 agosto 1739, il Re di Spagna ricostituì il Vicereame della Nuova Granada, che aveva già istituito nel 1717, gli furono assegnate, tra le altre, le province di Panama, Portobelo, Veraguas e Darién, dando così vita ad un territorio vastissimo. Nel 1810, l’anno per l’appunto delle rivoluzioni e dei “pronunciamenti” anti-spagnoli, le diverse province che facevano parte del Viceregno cominciarono a proclamare la propria indipendenza dalla Spagna. Successivamente, il 10 novembre 1821, la Villa de Los Santos fu dichiarata <<città libera e indipendente sotto gli auspici e la garanzia della Colombia>>, così come avrebbe fatto la provincia di Panama. Il 28 novembre dello stesso anno, infatti, sotto la guida dell’allora Colonnello José Fábrega, Panama dichiarò la propria indipendenza dalla Spagna, unendo così i propri destini alla Repubblica di Colombia (la “Grande Colombia” sorta per volere di Simón Bolívar). Quando questa si dissolse, nel 1830, Panama rimase tuttavia parte dello Stato di Colombia.
Le province di Panama e Veraguas erano già entrate a far parte del Dipartimento dell’Istmo, in conformità con le disposizioni della Legge di Organizzazione Territoriale della Colombia, emanata nel mese di giugno 1824. Il 12 dicembre 1846 fu, poi, firmato il “Trattato Mallarino – Bidlack”, con il quale agli Stati Uniti d’America fu assicurato il diritto di transito attraverso l’Istmo. Da parte loro, gli Americani del Nord avrebbero garantito la neutralità dell’Istmo, nonché i diritti di proprietà e la sovranità della Nuova Granada sul medesimo territorio. La storia dei due Paesi confinanti ci ricorda, quindi, che con il Decreto del 7 agosto 1847 si dispose la redazione della nuova carta geografica della Repubblica, dove furono stabiliti i limiti provinciali del territorio del Darién: <<Presso il fiume Atrato, dalla sua foce fino alla confluenza con il Napipí e attraverso questo fino alla sua sorgente, da dove sarà seguito in linea retta fino alla Baia di Cupica nell’Oceano Pacifico>>. Molto più preciso fu, invece, l’articolo 70 della Legge 9 giugno 1855, con il quale si indicarono i nuovi confini dello Stato: <<Ad est, da Cabo Tiburón fino alle sorgenti del fiume La Miel e seguendo la catena montuosa attraverso il Cerro de Gandi fino alla Sierra de Chugargún e Altos de Aspavé, e di là fino al Pacifico, tra Cocalito e Ardita>>. Il 6 settembre del 1861 fu, poi, redatta la c.d. “Convenzione di Colombo”, attraverso la quale Panama entrò definitivamente a far parte degli Stati Uniti della Nuova Granada.
Dall’indipendenza di Panama al trattato “Victoria-Vélez” (1903 – 1924)
L’odierna Repubblica di Panama sorse, in generale, in relazione ad un contenzioso politico-economico e militare scaturito tra gli Stati Uniti e la Colombia, e, più nel concreto, dall’idea espressa dal Presidente americano, Roosevelt di aprire un canale che collegasse l’Atlantico al Pacifico, ovvero dal rifiuto, da parte della Colombia, di concedere la gestione dell’istmo a un consorzio Nordamericano. Nello specifico era accaduto che nell’agosto 1903, il Senato colombiano respinse una Convenzione, conclusa nel precedente gennaio tra il Governo della Colombia e quello degli Stati Uniti, per la quale questi acquistavano la proprietà perpetua del canale di Panama e una striscia di terreno ai lati del canale stesso. Tale rifiuto provocò una insurrezione in tutta la provincia di Panama.
Fu così che gli Stati Uniti inviarono nel territorio panamense la nave da guerra “Nashville”, sotto la protezione della quale, il 3 novembre 1903, i panamensi dichiararono la propria indipendenza dalla Colombia e la nascita della Repubblica di Panama. Fu Demetrio H. Brid, Presidente del Consiglio Municipale, la più alta autorità all’epoca, ad assurgere a Presidente de facto, tanto da nominare, il 4 novembre, un Governo provvisorio. Nel dicembre dello stesso anno (1903), rappresentanti della neonata Repubblica firmarono il “Trattato Hay-Bunau Varilla” con gli Stati Uniti, il quale garantì il diritto a questi ultimi di costruire e amministrare indefinitamente il Canale di Panama, che poi sarebbe stato aperto nel 1914-1915. Furono naturalmente gli stessi USA a riconoscere per primi il nuovo Stato indipendente del Centro America, al quale avrebbero assicurato una propria Guarnigione militare, destinata a difenderne sia i confini che gli interessi economici legati al futuro Canale. L’anno dopo, l’Assemblea Costituente elesse Manuel Amador Guerrero, importante membro del Partito dei Conservatori, primo Presidente costituzionale della Repubblica di Panama. Il 9 gennaio 1909 furono, quindi, firmati nuovi trattati tra Panama e gli Stati Uniti, che furono sottoposti all’esame dei rispettivi Governi. L’indignazione, che tale insanabile ferita suscitò nella Colombia contro gli Stati Uniti, sospettati di avere esercitato opera sobillatrice, si aggravò col palesarsi delle mire di questi sulle cose dell’America Centrale.
Le trattative, avviate dal Presidente colombiano Reyes nel corso dello stesso 1909, onde riallacciare buone relazioni con Washington, riconoscendo nei riguardi di Panama il fatto compiuto, diedero, tuttavia, origine a tali ammutinamenti e rivolte, che Reyes, per evitare la guerra civile, dovette dimettersi. Il confine tra i due Paesi fu delimitato da Cabo Tiburón, nell’Oceano Atlantico, e dagli Altos de Aspavé, lasciando che la sezione occidentale (settore Juradó) fosse definita da un Tribunale arbitrale. Rimaneva insoluta, quindi, la situazione con la Colombia, la quale verrà sanata solo dieci anni dopo l’inaugurazione del famoso Canale. Tre anni prima, Colombia e Stati Uniti, grazie al “Trattato Thomson-Urrutia”, del 1921, avevano ristabilito legami bilaterali, convenendo sul fatto che la Colombia poteva trasportare equipaggiamento militare e truppe, prodotti agricoli e beni industriali attraverso il Canale di Panama, senza pagare dazi, ma in cambio avrebbe riconosciuto sia l’indipendenza che i confini di Panama. In seguito a ciò, gli USA pagarono alla Colombia un indennizzo di 25 milioni di dollari, che il Governo di Bogotà avrebbe utilizzato per l’industrializzazione del Paese e l’ammodernamento delle infrastrutture. Ebbene, il “Trattato Victoria-Vélez” fu un accordo firmato cento anni orsono a Bogotà tra il Ministro degli affari esteri della Colombia, Jorge Vélez, e Nicolás Victoria Jaén, inviato straordinario e Ministro plenipotenziario di Panama, il 9 luglio del 1924. Tenendo a base i contenuti della Legge del 9 giugno 1855, fu, quindi, delimitata la frontiera terrestre tra Colombia e Panama, da Capo Tiburón, nell’Atlantico, fino a un punto equidistante tra le punte di Cocalito e Ardita, nel Pacifico. Il “Trattato” fu approvato con la Legge n. 65 del 23 dicembre 1924 dell’Assemblea Nazionale di Panama e con la Legge n. 53 del Congresso della Colombia del 5 dicembre 1924. Lo scambio di ratifiche ebbe luogo a Bogotá il 31 gennaio 1925, sanando così, una volta per tutte, il problema delle controversie sui confini tra i due Paesi sorte in seguito alla separazione di Panama dalla Colombia, nel 1903, e che il “Trattato Thomson-Urrutia” non era stato in grado di risolvere. Da quel momento in avanti, i confini furono territorialmente contrassegnati sulle cartine geografiche dei due Stati, seguendo la traiettoria Capo Tiburón fino al punto equidistante tra i punti Cocalito e Ardita, ma soprattutto presidiati dai militi dei rispettivi Corpi della “Guarda de Resguardo Nacional”, equivalenti della nostra Guardia di Finanza[2].
Il confine terrestre e marittimo tra Panama e Colombia è caratterizzato da un grande arco di forma concava dal lato panamense. La demarcazione è, quindi, di natura mista, nel senso che risulta un compromesso tecnico realizzato seguendo l’idrografia e la geografia locale, alternato a segmenti geometrici. In particolare, dall’Oceano Pacifico all’Altos de Aspavé parte una linea retta lunga 28 chilometri, mentre i restanti 238 chilometri dall’Altos de Aspavé al Mar dei Caraibi corrispondono a un confine naturale. Con una lunghezza pari a 266 km, il confine tra Panama e Colombia, sul quale sono presenti vari Uffici di Dogana e della Guardia di Finanza di entrambi i Paesi, rappresenta, in realtà, la vera linea di separazione tra l’America Centrale e quella Meridionale. A segnarlo sull’ampio territorio ci pensano 14 cippi di confine: due di essi (il primo e il quarto) sono di “primaria rilevanza”, mentre i rimanenti di “secondaria rilevanza”. Ogni cippo è in cemento armato, che varia per forma e dimensioni in base alla propria importanza. Su ognuno di essi sono collocate tre lastre di bronzo: una rappresenta lo stemma di Panama, accompagnato dalla scritta in maiuscolo “PANAMA”; il secondo lo stemma della Colombia e la parola “COLOMBIA”, infine, il terzo indica le coordinate geografiche del punto di riferimento. Ebbene, avviandoci a conclusione osserviamo che le operazioni di delimitazione furono fisicamente effettuate tra il 1935 e il 1938, con la sistemazione dei cippi, seguendo la millenaria tradizione romana, poi consolidatasi in gran parte dell’Europa, a partire dal XV secolo.
Conclusioni
Considerando il fatto che il Governo colombiano non pensava affatto che un giorno gli Stati Uniti d’America avrebbero restituito la Zona e il Canale a Panama, non fu mai specificato con alcuna clausola come sarebbero stati tutelati i propri diritti, né dal “Trattato Thomson-Urrutia” con gli USA, né tantomeno da parte Panamense, con il “Trattato Victoria-Vélez”. Del resto, come è noto, l’area del Canale di Panama è sempre stata oggetto di crisi internazionali, oltre che di annose controversie. Non solo, ma non avevamo precisato che lo stesso “Trattato Hay-Bunau Varilla”, firmato tra Panama e gli USA, generò un contenzioso diplomatico tra i due Paesi, che raggiunse il punto critico nelle rivolte popolari, ricordate dagli storici col nome di “Rivolte del Giorno dei Martiri”, innescate il 9 gennaio 1964, onde ribadire la sovranità del Paese nella zona del Canale[3].
Gli scontri iniziarono allorquando una bandiera panamense fu strappata da militari statunitensi, durante le proteste degli studenti panamensi per il diritto di issare la loro bandiera insieme a quella degli Stati Uniti d’America. L’esercito Statunitense cercò, quindi, di sedare gli scontri dopo che la polizia locale era stata sopraffatta. Al termine di tre giorni di violenze, una ventina di panamensi e quattro soldati statunitensi risultarono uccisi. Fu solo nel 1977, con la firma del “Trattato Torrijos-Carter” che si pose fine al contenzioso, grazie alla decisione degli Stati Uniti di trasferire il controllo del Canale a Panama. Ma questa è un’altra storia…
Col. (a) GdF Gerardo Severino
Storico Militare
[1] Il confine fu istituito per la prima volta, come demarcazione regionale, nel 1508, a seguito dell’emanazione di un decreto reale emesso per definire i territori dei Governatorati coloniali di Castilla de Oro e Nueva Andalucía, seguendo il fiume Atrato.
[2] Il “Trattato” fu ufficialmente registrato nel registro n. 814 dei Trattati della Società delle Nazioni in data 17 agosto 1925.
[3] Nel 1926, in realtà, era stato firmato fra i due Stati un vero e proprio “Trattato di Alleanza”, in virtù del quale la Repubblica di Panama si impegnava a schierarsi al fianco degli Stati Uniti in ogni evenienza.