Internati militari italiani: una storia dimenticata
La loro fu una scelta: quella di dire “No” ad allearsi con Hitler e Mussolini, a costo della loro stessa vita. Non fu una scelta facile. Tra gli ufficiali vi furono anche motivazioni di carattere più spiccatamente ideale, come la fedeltà al giuramento al re, considerato responsabile del dramma in cui si era caduti. Comunque, a prescindere dalle ragioni del “NO!”, fu una scelta non facile, poiché i soldati italiani facevano parte di una generazione educata a non prendere decisioni autonome. “Credere, obbedire e combattere” era il motto di quei giovani inquadrati, fin dall’infanzia, nelle formazioni fasciste dei balilla e dei giovani fascisti e lo stesso concetto di Patria, all’apice di ogni loro aspirazione ideale, dovette essere rielaborato. Il loro “NO!” fu il primo passo verso la riconquistata libertà di pensiero. E’ il caso di Paolo Desana, futuro ministro dell’agricoltura, e dei “360 di Colonia”