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13 aprile 1861. Italia-Usa: oltre 160 anni di relazioni bilaterali

13 aprile 1861. La scoppio Guerra di Secessione americana era scoppiata da un giorno (12 aprile 1861 al 23 giugno 1865). L’allora Segretario di Stato William H. Seward ‘’accusò ricevuta’’ del dispaccio di Camillo Benso, Conte di Cavour. Arrivava dall’Italia e informava che Vittorio Emanuele II aveva assunto il titolo di Re d’Italia. A consegnare questa importante missiva fu il Ministro Residente negli Stati Uniti Giuseppe Bertinatti. Un atto formale, quasi burocratico, ma dal grande significato diplomatico. E’ il giorno nel quale vennero avviate le relazioni diplomatiche tra i due Paesi.  Un legame fatto di persone e di condivisione di interessi culturali ed economici, dalla storia e dalle imprese di Cristoforo Colombo e Amerigo Vespucci fino all’Alleanza Atlantica e ai consessi internazionali dove l’Italia è presente insieme agli Stati Uniti d’America.

“Nell’anno in cui la Repubblica Italiana celebra il 160mo anniversario di vita dell’unità del Paese, ricorrono anche i 160 anni delle relazioni diplomatiche tra Italia e Stati Uniti d’America, avviate il 13 aprile del 1861 – ha scritto in un messaggio il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del 160° anniversario dei rapporti tra gli Stati Uniti e l’Italia -. Un lungo cammino abbiamo percorso insieme da allora. La nostra profonda amicizia si è progressivamente rafforzata negli ultimi settantacinque anni, radicandosi nella comune adesione ai valori di libertà, pace, democrazia. I costanti e fecondi scambi sociali e culturali tra i nostri popoli la alimentano, così come il contributo fornito dalla ampia e operosa comunità di origine italiana negli Usa e dai cittadini statunitensi residenti nel nostro Paese. Un legame che ci vede impegnati, in una prospettiva convintamente transatlantica, a sostenere e promuovere le libertà civili e i principi democratici, in un quadro di sicurezza e stabilità internazionale teso a promuovere lo sviluppo economico e il progresso sociale – ha aggiunto Sergio Mattarella -. Sfide globali senza precedenti ci spingono, ancora una volta, a unire volontà ed energie a livello nazionale, internazionale e nei consessi multilaterali che hanno dimostrato, nei decenni, efficacia di azione”.

Washington. Il ministro degli esteri italiano Luigi Di Maio e il Segretario di Stato USA Anthony J. Blinken – Foto MAECI

Proprio in occasione dei 160 anni di relazioni bilaterali una celebrazione significativa è stata quella che ha visto il ministro degli esteri Luigi Di Maio volare a Washington in visita ufficiale, dove ha incontrato il Segretario di Stato Antony Blinken e la Speaker della Camera dei Rappresentanti, Nancy Pelosi. Il ministro Di Maio è stato il primo ministro degli esteri ad essere ricevuto dalla nuova Amministrazione guidata dal Presidente degli Stati Uniti Joe Biden.

Al riguardo Luigi Di Maio e Antony Blinken il 2 aprile del 2021 hanno scritto una lettera congiunta sul quotidiano La Repubblica dal titolo “Usa-Italia, le sfide comuni” pubblicata nel sito dell’Ambasciata d’Italia a Washington dove vengono spiegati gli orizzonti e i percorsi condivisi di questi 160 anni di rapporti bilaterali

160 anni e oltre di impegno comune, anche nell’avanzamento della frontiera spaziale, sulla Stazione Orbitante e, come di recente, con la presenza della Portaerei “Cavour” della Marina Militare a Norfolk, in Virginia, nella base navale della Seconda Flotta della US Navy. Un’occasione che ha visto l’accoglienza il 12 febbraio 2021 dell’ammiraglia della Squadra Navale della Marina italiana, impegnata nella campagna “Ready for Operations” (RFO), proprio dall’Ambasciatore d’Italia negli Stati Uniti Armando Varricchio. Il diplomatico nel suo saluto all’equipaggio e al comandante della portaerei “Cavour”, Capitano di Vascello Giancarlo Ciappina, ha ricordato proprio “il 160esimo anniversario dello stabilimento delle relazioni diplomatiche bilaterali tra l’Italia e gli Stati Uniti”.

L’Ambasciatore d’Italia negli Stati Uniti Armando Varricchio a bordo di Nave “Cavour” – Foto Marina Militare

I nostri sono Paesi alleati e amici, ha detto l’ambasciatore Varricchio, “il cui rapporto è figlio di quella tradizione marinara che spinse un navigatore genovese ad affrontare onde e correnti allora sconosciute” sottolineando come nave Cavour resta  “un campione esemplare della nostra Italia e il migliore esempio di una virtuosa collaborazione nel campo della sicurezza e dell’industria”. La portaerei italiana è approdata nella costa atlantica degli Stati Uniti proprio al termine di una impegnativa navigazione di diciassette giorni, di cui dieci di traversata oceanica, dopo aver lasciato il 28 gennaio 2021 la base navale di Taranto. La campagna RFO ha avuto l’obiettivo di ottenere la certificazione all’impiego operativo dei nuovissimi velivoli del programma Joint Strike Fighter (JSF) F35-B. “Supportare gli alleati italiani nella certificazione della loro portaerei accresce la nostra esperienza comune nella sicurezza e abilità di combattimento” ha spiegato il comandante della seconda flotta della US Navy, l’Ammiraglio Andrew Lewis. Un traguardo importante per la Marina Militare. Infatti, dal momento in cui gli F35-B inizieranno la regolare attività operativa l’Italia entrerà a far parte di una élitè di pochi Paesi al mondo in grado di esprimere una capacità portaerei con velivoli di 5^ generazione, diventando di fatto l’unico paese dell’Unione Europea a vantare questa capacità.

“Un’impresa strategica per il Paese e la Marina militare – ebbe modo di dire l’allora Capo di Stato Maggiore della Marina, Ammiraglio di Squadra Giuseppe Cavo Dragone, oggi Capo di Stato Maggiore della Difesa  – a cui dovrà affiancarsi quella più specifica di amalgama con l’intera forza marittima”.
L’ambasciatore Varricchio ha aggiunto come “il rapporto tra Stati Uniti e Italia guarda con decisione al futuro e alle sfide che dobbiamo affrontare insieme, a partire da quella della sicurezza. L’Italia, anche nella sua veste di Presidenza in esercizio del G20 e in stretto raccordo con gli Stati Uniti, è in prima linea per promuovere la lotta alla pandemia, per favorire la ripresa economica e per realizzare uno sviluppo sostenibile”.
Proprio sul tema della sicurezza, nel corso della navigazione la portaerei Cavour ha avuto l’occasione di svolgere attività addestrative in cooperazione con assetti aeronavali della US Navy, in particolare con il cacciatorpediniere Stout, un Maritime Patrol Reconnaissance Aircraft. Tra le attività svolte, le esercitazioni di difesa della forza navale da minaccia aerea, di comunicazioni e di manovre di formazione navale.

Nella storia dei rapporti bilaterali, tuttavia, non sono mancati periodi di tensioni. Nel 1891 il Governo italiano interruppe le relazioni diplomatiche come risposta all’episodio del linciaggio di undici italiani a New Orleans, in Louisiana. Una rottura nelle relazioni ci fu poi dal 1941 al 1943, mentre l’Italia e gli Stati Uniti erano in guerra. Con la fine della Seconda guerra mondiale e l’avvento della “guerra fredda” e della NATO opposta ai Paesi satelliti dell’URSS e del Patto di Varsavia, l’alleanza tra Italia e USA si è rafforzata diventando sempre più forte fino al crollo del muro di Berlino nel 1989 e successivamente durante le due guerre del Golfo.

Il “made in Italy” complice anche la presenza di migliaia di italiani in America si è fatto sempre più strada in tutti i settori della vita del Paese nord americano: in politica, nell’economia, nell’arte, nel cinema, nella scienza, nella ricerca e nello sport.  All’immigrazione tradizionale, iniziata nella seconda metà dell’Ottocento e proseguita a fasi alterne nel Novecento si è affiancato un nuovo crescente flusso di arrivi dall’Italia. Secondo i dati registrati all’anagrafe consolare, dal 2016 al 2020, gli italiani sono aumentati di 50 mila unità e toccano la soglia dei 314 mila iscritti.

“L’immigrazione italiana è costituita da professionisti e personale qualificato: professori o studenti universitari, economisti presso le Istituzioni Finanziarie Internazionali, scienziati e ricercatori presso numerose Università, think tank e i prestigiosi centri, come i “National Institutes of Health” e la NASA – si legge nel sito del portale ItalyUs160 creato appositamente per le celebrazioni delle relazioni bilaterali tra i due Paesei – . Numerosi sono anche i giovani italiani che investono nel Paese conservando però in Italia il centro principale dei loro interessi. Secondo i dati dell’ultimo censimento del 2010, gli Americani di origine italiana sono 17,3 milioni (quarto gruppo etnico di origine europea dopo Tedeschi, Irlandesi e Inglesi). Le due principali organizzazioni italo-americane, NIAF e OSIA stimano che gli Americani di origine italiana siano almeno 25 milioni. Da anni si assiste a una crescente attenzione per l’Italia da parte della comunità italo-americana, attratta dallo stile di vita italiano e dalla nostra qualità della vita, nonché dall’affermazione dell’immagine dell’Italia nei campi più diversi, dalla cultura alla moda, dal design alla gastronomia ed enologia, dalla ricerca all’alta tecnologia.

In occasione del 160esimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra l’Italia e gli Stati Uniti, l’Ambasciata d’Italia a Washington, in collaborazione con l’Archivio Storico Diplomatico e la Biblioteca del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, hanno presentato una mostra documentale sull’inizio delle relazioni diplomatiche tra Italia e Stati Uniti, a cura della Dott.ssa Federica Onelli, Archivista di Stato del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Questa mostra ripercorre una fase particolarmente significativa dello straordinario percorso che ha portato Italia e Stati Uniti ad essere, oggi, paesi amici, alleati fedeli. Una storia fatta di relazioni politiche, diplomatiche, economiche e culturali, di valori e principi condivisi, ma anche di consistenti flussi migratori tra i nostri Paesi.

“13 aprile, 1861. Una grande storia” crea uno spazio in cui i visitatori possono approfondire questa affascinante pagina della nostra storia comune, esplorando lettere, dispacci, rapporti, libri e accordi, a partire dalla prima espressione di interesse del Regno di Sardegna per il rafforzamento dei legami politici con gli Stati Uniti nel 1838, fino al riconoscimento da parte degli Stati Uniti del Regno d’Italia il 13 aprile 1861, un giorno dopo lo scoppio della guerra civile americana.

Per saperne di più

Il sito dell’Ambasciata d’Italia a Washington

“italyus160.org” il nuovo sito per celebrare il 160esimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra Italia e Stati Uniti

Fondazione Italia-Usa