La Guardia di Finanza e la Grande Guerra. Una mostra all’aeroporto di Fiumicino
21 giugno 1918. Un giorno che nella storia viene ricordato per la “battaglia del Solstizio”. Una giornata in cui la Guardia di Finanza celebra il ricordo della vittoria durante la Prima guerra mondiale.
All’Aeroporto di Fiumicino si fa memoria del centenario della fine del primo conflitto mondiale e dell’eroico apporto fornito da oltre 12mila uomini delle Fiamme Gialle impegnate nel primo conflitto mondiale con 18 battaglioni e 4 compagnie autonome, oltre agli equipaggi del naviglio e ai distaccamenti nell’Egeo e in Albania.
La mostra ripercorre la storia della Guardia di Finanza fino ai nostri giorni. In un’area di 400 mq. visitabile gratuitamente è possibile soffermarsi a guardare, tra i numerosi e rari reperti esposti, il fucile con il quale il Finanziere Pietro Dall’Acqua esplose, la sera del 23 maggio 1915, il primo proiettile del conflitto per respingere un’incursione di soldati austriaci, ma anche ambientazioni ricostruite nelle loro reali dimensioni, che riproducono nel dettaglio i posti di comando e di combattimento utilizzati dai Finanzieri nella prima guerra mondiale. L’evento, realizzato con il contributo della Fondazione Cultura e Arte di Roma, ha registrato un grande afflusso di pubblico già dai primi giorni. Il contributo delle Fiamme Gialle nella Battaglia del Solstizio è riconducibile all’eroico 7° Battaglione mobilitato della Regia Guardia di Finanza sulla linea del Piave.
Dopo Caporetto il Regio Esercito Italiano resta con 38 divisioni delle 75 precedenti all’offensiva austro-tredesco sconfitta del novembre 1917. Sul nuovo fronte che va dalla Valle Dell’Astico passa sull’altipiano dei Sette Comuni e giunge lungo il Piave fino al mare i quattro battaglioni ci sono il 7°, 8° e il 10° Battaglione resteranno il llinea fino alla fine della guerra. L’Impero austro-ungarico è stremato dal blocco navale portato avanti dalla Regia Marina.
Alle 3 del mattino del 15 giugno 1918 gli austro-ungarici sferrano l’attacco lungo il Piave, l’artiglieria italiana è pronta al contrattacco. Il VII Battaglione delle Fiamme Gialle è schierato da Cava Zuccherina a Capo Sile. Un tratto di fronte molto ampio, ma i finanzieri non arretrano.
Quando il 21 giugno 1918 giunge l’ordine di attaccare gli austro-ungarici ai nuclei d’assalto del 7° Battaglione viene chiesto di effettuare un’azione difficile: tentare uno sbarco sulla sinistra del fiume Sile e attaccare il nemico forzando le linee austro-ungariche. L’obiettivo è di costituire due piccole teste di ponte, sgomberare il terreno circostante dalle truppe avversarie e prendere collegamento con una colonna di Bersaglieri. Con sei barchini fluviali, dette “zemole” i finanzieri attraversano il fiume. Sulle prime tre 40 uomini al comando del tenente Francesco Clericuzio, sulle altre tre 50 uomini guidati dal tenente Carlo Fornaca.
Alle 19,12 avviene lo sbarco del primo nucleo, quello del tenente Fornaca. Si tratta di otto uomini che arrivano sull’argine sinistro del fiume con gli ultimi colpi di bombarde. Annientati, a pugnalate, i primi bosniaci che incontrano, costituiscono rapidamente la prima minuscola testa di ponte nei pressi di Cà Rossi per dar tempo agli altri 35 uomini delle fiamme gialle di traghettare il fiume. Meno fortunato del nucleo Fornaca, che è il primo a mettere piede sul terreno riconquistato alla Patria, è il plotone Clericuzio. “Infatti – come viene raccontato dal colonnello Severino Vercelli – non riuscì a forzare il fiume nei pressi del Molino Comello: perché come la zemola, con una decina di uomini della 20a Compagnia, si staccò dall’argine destro del Sile, fu accolta da una tremenda raffica di mitragliatrici ed affondata. Gli uomini che erano dentro morirono quasi tutti. I Finanzieri della 20a, però, non si perdettero d’animo. Saputo che Fornaca era passato, si presentarono al Comandante della 53a e passarono anche loro con la zemola sconquassata del primo nucleo, galleggiante ancora per miracolo, ma facente acqua da tutte le parti. Giunti di là diventarono furie contro il nemico. Il prezioso, per quanto pericoloso, galleggiante non traghettò soltanto gli ottanta uomini del 7° Battaglione: esso quasi subito incominciò a ritornare pieno di austriaci e di trofei, ed in meno di un’ora si ammassarono sulla nostra sponda 136 bosniaci, quattro mitragliatrici, tre cannoncini e fucili, baionette, bombe a mano, cartucce in grandissima quantità. Furono momenti di indimenticabile soddisfazione per le Guardie del 7° Battaglione: a distanza di pochissimi mesi dacché stavano sul Sile erano riusciti a scrivere una fulgidissima pagina di gloria” (Gen. B. Marcello Ravaioli, La Guardia di Finanza nella Grande Guerra 1915 – 1918 in Atti del Convegno di Padova, 21 maggio 2015; fonte: Museo Storico della Guardia di Finanza)
Questo atto eroico del 7° Battaglione fece meritare la Medaglia di bronzo al valor Militare alla Bandiera di Guerra del Corpo. Da allora ogni 21 giugno si celebra la Festa della Guardia di Finanza in memoria della Battaglia del Solstizio.
a cura di Vincenzo Grienti
(La foto di copertina ritrae il Tenente Adamoli al Costesin, nella interpretazione di Vittorio Pisani)
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Video istituzionale dedicato ai cento anni della Battaglia del Solstizio che vide l’eroico VII Battaglione mobilitato della Regia Guardia di Finanza distinguersi sulla linea del Piave, meritando una Medaglia di bronzo al valor Militare alla Bandiera di Guerra del Corpo. Il filmato è stato realizzato da RAI Storia, anche con la collaborazione del Museo Storico del Corpo, dalla cui Fototeca, gestita dal Vice Brigadiere Giuseppe Saponara, sono tratte molte delle immagini d’epoca riprodotte nel medesimo. La consulenza storica è stata fornita dal Direttore dell’Ente, Maggiore Gerardo Severino.