Mauricio Obregòn Arjona. Il diplomatico colombiano che amò così tanto l’Italia
Il 1° maggio del 1924, mentre gran parte degli italiani guardava altrove, in quello che sino a due anni prima era stato il giorno dedicato alla “Festa dei Lavoratori”, di fatto soppressa dal Regime, a Varese si spegneva, nella silenziosità più completa delle cronache giornalistiche, un giovane colombiano di nome Mauricio Obregón Arjona, che si trovava in città per affari. L’uomo non era, tuttavia, una persona qualunque, tale da giustificare tale scelta. Egli era, prima di tutto, uno dei più importanti industriali serici della Colombia, ma anche un apprezzato diplomatico in servizio presso il Consolato Generale di Barcellona. Lo vogliamo ricordare, a cento anni dalla scomparsa, con questo contributo.
Da Barranquilla a Varese
Mauricio Obregón Arjona nacque a Barranquilla nel corso del 1892 (anche se in alcuni testi viene citato l’anno 1888), da Evaristo Obregón Díaz Granados, commerciante di semi di 40 anni e da Isabel Arjona Sardá, di anni 36. Evaristo Obregón Díaz Granados era nato il 22 settembre 1848, a Santa Marta, Magdalena, da Andrés José de los Dolores Obregón y Ujueta e da María Dolores Ramona Díaz Granados y Munive. Si era sposato con Isabel Arjona Sardá il 18 luglio 1873 a Santa Marta, mettendo al mondo 10 figli, tra maschi e femmine. Dal 1872 si era trasferito per affari a Barranquilla, che allora era la principale città commerciale della Colombia. Qui avrebbe creato la Casa Commerciale “Evaristo Obregón y Cia”, la quale importava tessuti dall’Inghilterra ed esportava bestiame nei Caraibi, tra le altre attività. Mauricio visse, quindi, per qualche tempo a Hurst Green, Lancashire, Inghilterra, Regno Unito, assieme a gran parte dei suoi fratelli. Qui, i giovani Obregón, assieme alla madre, Isabel, erano giunti nel corso del 1901, molto probabilmente per motivi di studio, considerando anche che fu proprio nel Regno Unito, precisamente ad Oxford, che si sarebbe laureato in Ingegneria il fratello maggiore, Rafael. Secondo alcune fonti, in Gran Bretagna, Mauricio frequentò il liceo a Stonyhurst, ma non sappiamo se ebbe poi modo di accedere a qualche College, anche se alcuni storici ne citano i suoi studi di Ingegneria meccanica.
I fratelli Obregón Arjona avrebbero legato la loro fama e le proprie fortune alla fondazione della celebre azienda tessile “Fábrica de Tejidos Obregón”, un moderno stabilimento di produzione tessile, che iniziò ad operare a Barranquilla il 25 ottobre 1910, di proprietà della vecchia Società Commerciale “Evaristo Obregón y Compañía”. Don Evaristo si era “fatto le ossa” gestendo una prima fabbrica per la produzione di sapone, “La Costeña”, sempre a Barranquilla. L’azienda tessile fu, almeno agli inizi, gestita dai figli maggiori di Don Evaristo: Gregorio, Rafael, Mauricio, Evaristo, Andrés e Carlos. L’appalto dei macchinari era stato concluso in Inghilterra dallo stesso Don Evaristo, padre di Mauricio, prima che questi morisse prematuramente, nel 1909, a Parigi. La morte del padre sconvolse, quindi, i piani di Mauricio, così come degli altri fratelli, i quali furono costretti a tornare in un primo tempo in Colombia, dovendo collaborare Dona Isabella, la madre, e i fratelli maggiori nella gestione dell’azienda di famiglia.
Per questo motivo, Mauricio rimase legato per il resto della sua breve vita al mondo dell’imprenditoria tessile, in virtù del quale aveva più volte visitato anche l’Italia del Nord, prima di abbracciare a pieno ritmo la carriera diplomatica, nel corso del 1920. Attorno al 1918, Amministratori della “Fábrica de Tejidos Obregón” risultano essere i fratelli Gregorio (il primo della nidiata), Rafael e Mauricio, mentre Pedro, l’ultimo dei figli, era il rappresentante legale. In realtà, l’uomo più importante nella vita della Società Tessile fu uno dei fratelli maggiori di Mauricio, il già citato secondogenito di Don Evaristo, Rafael Obregón Arjona (1883-1972), in quanto, oltre ad aver studiato Ingegneria in Inghilterra, avrebbe vissuto tutte le fasi dell’azienda, dalla sua costituzione alla liquidazione. Essendo tra i più giovani dei fratelli (il settimo in ordine di nascita), Mauricio ebbe, quindi, un ruolo piuttosto limitato nella gestione dell’azienda, anche se ne era stato uno tra i primi amministratori. Abile negli accordi commerciali, godendo anche dell’ottima conoscenza delle lingue straniere (inglese, francese e italiano), il giovane viaggiò molto, tra il Continente Americano (soprattutto Stati Uniti, nel 1916 e nel 1918) e l’Europa, nell’intenzione di promuovere l’azienda di famiglia, ma anche di stipulare accordi commerciali per l’esportazione dei prodotti finiti.
La bellissima Italia, soprattutto la Lombardia (Brescia, Como e Varese), fu spesso la méta di alcuni dei suoi viaggi d’affari, nel corso dei quali mise a segno non solo buoni accordi commerciali, ma soprattutto ebbe modo di confrontarsi con le moderne tecnologie della produzione tessile italiana. La “Fábrica de Tejidos Obregón” avrebbe, infatti, acquistato nel nostro Paese nuovi macchinari e pezzi di ricambio, che gli avrebbero consentito non solo di aumentare la produzione tessile in Colombia, ma soprattutto di raggiungere standard qualitativi di altissimo prestigio. Questo intensivamente sino al 1920, anno in cui accettò di intraprendere la carriera diplomatica, per quanto attraverso una carica “Ad Honorem”. Il giovane fu, quindi, assunto nel Corpo Diplomatico (“Servicio Consular”) della Repubblica di Colombia per effetto del Decreto Presidenziale n. 506 del 1° maggio 1920.
Come prima destinazione, Mauricio si vide assegnare la stessa bellissima città di Barcellona, in Spagna[1]. Qui avrebbe ricoperto il prestigioso incarico di Segretario, Addetto Culturale presso quel Consolato Generale. E fu proprio a Barcellona, nel corso del 1919, che il Segretario Obregón Arjona si unì in matrimonio con Donna Madronita Andreu-Miralles, figlia di Salvador Andreu-y-Grau e Carmen Miralles-y-Galaup. Dalla loro unione sarebbero nati, in uno spazioso appartamento sulla Rambla, Mauricio (24 gennaio 1921), Marta (1° marzo 1923) e, infine, Maria (il 3 febbraio 1924). Don Mauricio, nonostante gli impegni diplomatici, non trascurò affatto gli interessi aziendali della famiglia, dai quali ovviamente traeva la vera fonte dei guadagni che gli consentivano da mandare avanti la propria, di famiglia. Ed è, molto probabilmente, proprio in tale ambito che il trentaseienne colombiano fece ritorno in Italia, esattamente a Varese, che allora era ancora una delle capitali italiane in fatto di produzione serica. Non conosciamo, purtroppo, i particolari del viaggio di lavoro. L’unico dato certo ci porta, purtroppo, alla tragica fine subita dal Diplomatico colombiano, il quale si spense, quasi certamente presso il locale Ospedale Civile, alle ore 2,40 del 1° maggio 1924.
Nonostante le ricerche eseguite in loco, questi sono gli unici elementi emersi dall’Anagrafe del Comune di Varese, che ovviamente ringraziamo per la collaborazione prestata. Il suo posto, in ambito Diplomatico, fu assunto dal fratello maggiore, Evaristo, che successivamente, nel 1932, diverrà persino Vice Console Onorario, sempre a Barcellona[2]. La sua eredità spirituale fu, invece, raccolta dal figlio maggiore, anche lui di nome Mauricio, il quale volle seguire l’esempio paterno. Ricordiamo, infatti, che Mauricio Obregón Andreu (Barcellona 1920 – Cartagena, 1992) studiò Ingegneria, Ingegneria Aeronautica e Architettura, rispettivamente a Oxford, MIT e Harvard. Il suo primo lavoro fu come Ingegnere di test di volo presso la Grumman Aircraft di New York. Anni dopo, assieme ad alcuni amici creò la Compagnia Aerea “Lansa” e in seguito fu direttore dell’Aerocivil.
Fu, quindi, Ambasciatore della Repubblica di Colombia in Venezuela, nei primi anni Cinquanta, e poi presso l’OAS, ma soprattutto uno dei fondatori e, poi, Rettore dell’Universidad de los Andes. Uomo di elevate doti culturali, fu editore della rivista <<Semana>>, nonché membro del Consiglio dell’Università di Harvard e direttore delle spedizioni di archeologia subacquea in Colombia e Giamaica. Amante del mare, una delle sue passioni sarebbe stata quella di seguire le tracce dei Vichinghi e dei Polinesiani, investigando negli archivi di tutto il mondo, per poi percorrerle. Riguardo, infine, all’impresa di famiglia osserviamo che fino al 1934, la Obregón era la più grande azienda tessile della Colombia. Nella seconda metà degli stessi anni ’30, la Fabbrica di Tessuti Obregón entrò, tuttavia, in un processo di stagnazione, peraltro comune alla perdita di dinamismo dell’intero settore industriale di Barranquilla. La “Fábrica de Tejidos Obregón” verrà, quindi, posta in liquidazione nel 1957, quando oramai anche il ricordo di Don Mauricio si era perso nei meandri della storia.
Col. (a) GdF Gerardo Severino
[1] Barcellona era una città molto cara all’intera famiglia Obregón, dalla quale era originaria. Vi si erano trasferiti, nel 1918, anche i fratelli Evaristo, Andrea e Pedro, il quale, quest’ultimo, vi si era sposato il 3 maggio del ’18.
[2] Cfr. <<Gaceta de Madrid>>, n. 347 del 12 dicembre 1932, p. 1820.