Giorni di Storia

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4 luglio 1979, Missione Boat People: le operazioni della Marina Militare nel Mar Cinese Meridionale

E’ il 27 giugno 1979 quando arriva l’ordine trasmesso da Roma agli incrociatori lanciamissili Vittorio Veneto e Andrea Doria che si trovano rispettivamente a Tolone e Barcellona. Occorre rientrare immediatamente in Italia per una missione nel Mar Cinese Meridionale. Le unità della Marina Militare vengono approntate in pochissimi giorni e assieme alla nave ausiliaria Stromboli costituiscono l’8° Gruppo Navale al comando dell’Ammiraglio di Divisione Sergio Agostinelli. Da La Spezia, il 4 luglio, salpa Nave Andrea Doria mentre da Taranto il 5 luglio lo Stromboli e il Vittorio Veneto, in piena guerra fredda, negli anni in cui il mondo è diviso in due blocchi contrapposti: da una parte i Paesi dell’Alleanza Atlantica tra cui l’Italia e dall’altra i Paesi aderenti al Patto di Varsavia. Una missione non facile per gli equipaggi italiani che puntano la prua una zona di operazione rischiosa per prestare soccorso ai profughi vietnamiti che scappano dopo anni di conflitto.

Taranto, 5 luglio 1979. La gente saluta l’equipaggio di Nave Vittorio Veneto e Nave Stromboli in partenza per il Mar Cinese Meridionale – Foto Marina Militare

Missione Boat People del giornalista Vincenzo Grienti attraverso documenti, relazioni, fotografie e testimonianze custodite nell’Archivio dell’Ufficio Storico della Marina Militare e negli archivi privati dei protagonisti che parteciparono all’operazione umanitaria ricostruisce l’attività della Marina Militare in estremo oriente condotta per la prima volta dal secondo dopoguerra al di fuori del bacino del Mar Mediterraneo: la partenza, la navigazione, gli imprevisti, la ricerca e il soccorso con il determinante ausilio della componente elicotteristica fino al salvataggio e l’accoglienza a bordo delle “navi grigie” dei profughi vietnamiti e, infine, il rientro delle tre navi a Venezia.

Luglio 1979, il salvataggio notturno dei profughi vietnamiti da parte dell’equipaggio di Nave Andrea Doria – Foto Marina Militare

“Le vicende storiche rievocate in questo libro illustrano proprio quanto c’è di attuale e immutabile nella naturale propensione marittima del nostro Paese – scrive l’Ammiraglio di Squadra Enrico Credendino, Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, nella prefazione al volume -. Basti pensare, in tempi più recenti, alla portaerei Cavour che, appena entrata in servizio, attraversava in pochi giorni l’oceano per soccorrere i superstiti del terremoto di Haiti del 2010; alle forze anfibie intervenute in aiuto della popolazione di Derna, dopo la violenta alluvione del 2023; a Nave Vulcano che, avvalendosi delle sue elevate capacità logistiche e di assistenza sanitaria, ha operato con efficacia presso Al Arish, in favore delle vittime della terribile guerra di Israele contro Hamas ancora in corso”.

Nel libro Missione Boat People emerge la flessibilità, l’addestramento, le capacità professionali e l’esperienza frutto di un’antica tradizione marinaresca, ma anche l’umanità di ufficiali, sottufficiali e marinai, che salvarono quasi mille persone tra donne, bambini, anziani e uomini del “popolo delle barche” per dar loro una vita dignitosa e un futuro diverso in Italia. Un’operazione che nel 1979 venne sostenuta dal Governo e dalla Chiesa attraverso il Ministero della Difesa e la Marina Militare con il grande supporto della rete diplomatica italiana in prima linea nel dare supporto alle unità navali.

I marinai italiani durante il salvataggio dei profughi – Foto Marina Militare

Al termine della missione, a fine agosto 1979, gli equipaggi ricevettero gli elogi del Presidente della Repubblica Sandro Pertini e furono ricevuti in Vaticano da Giovanni Paolo II in segno di gratitudine per l’importante opera umanitaria svolta nelle acque del Mar Cinese Meridionale.

L’allora ministro della difesa Attilio Ruffini e l’Ordinario Militare, Mons. Schierano a Venezia insieme ai profughi arrivati in Italia – Foto Marina Militare

“Nel 1979, in un contesto di grande emergenza, i nostri marinai accorsero, sfidando ogni pericolo; lo fanno ancora oggi, spesso in un clima di confusione istituzionale e di indifferenza generale; lo fanno diventando, sempre e comunque, braccia e cuori che, in certo senso, sanno seguire e tracciare, anche per noi, la “rotta giusta”, perché continuano a portare avanti il compito di soccorso nei confronti dei migranti e dei profughi, semplicemente come un servizio verso fratelli che sono nel bisogno” scrive monsignor Santo Marcianò, Ordinario militare per l’Italia, nella post-fazione al libro che descrive il  quadro storico-internazionale e geopolitico di un mese dieci anni prima della caduta del Muro di Berlino chiamando la Marina Militare in un’area, quella asiatica, che aveva già registrato dal 1950 al 1953 l’influenza sovietica e statunitense  nella guerra di Corea sottolineandole non solo l’aspro confronto in termini ideologici e politici, ma anche sul fronte militare con il dispiegamento di forze di terra e aeree. Più di un decennio dopo, con la guerra in Vietnam, dal 1964 al 1975, si registrò la fuga per motivi politici di centinaia di persone e il fenomeno dei così detti boat people oggetto di attenzione dei mass media.

L’arrivo dei profughi vietnamiti a Venezia – Foto Marina Militare

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La copertina di Missione Boat People