Peppino Impastato. Un giovane contro la mafia
Un impegno contro la mafia nella Sicilia periferica degli anni Settanta stretta nella morsa delle organizzazioni criminali e nell’Italia concentrata a combattere il terrorismo. Questo il contesto storico e sociale in cui si registra l’uccisione di Peppino Impastato a Cinisi, a 30 Km da Palermo. Quel 9 maggio 1978 tutto il Paese è sotto choc per il ritrovamento a Roma del cadavere di Aldo Moro dopo 55 giorni di prigionia. In Sicilia Peppino Impastato muore dilaniato da una violenta esplosione. Peppino è un militante della sinistra extraparlamentare e da ragazzo si è battuto contro la mafia denunciandone i traffici illeciti e le collusioni con la politica. Il mandante del suo assassinio è il capo indiscusso di Cosa Nostra negli anni Settanta, Gaetano Badalamenti, che abita a “cento passi” dalla casa della famiglia Impastato. Peppino rompe il silenzio dell’omertà e della paura attraverso le trasmissioni di una piccola Radio e insieme ai suoi compagni di battaglia attacca Badalamenti.
L’emittente radiofonica si chiama Radio Aut ed è autofinanziata. La sua scelta è quella di fare controinformazione e soprattutto satira nei confronti della mafia e degli esponenti della politica locale. (la biografia di Peppino Impastato)
Nel film di Marco Tullio Giordana si parte da Cinisi, paesino siciliano tra mare e roccia, a pochi passi dall’aeroporto di Punta Raisi, snodo per traffici di droga. Peppino abita a cento passi dalla casa di Tano Badalamenti, il boss che regna sulla piccola cittadina dove tutti sanno, ma nessuno vede e sente niente. Un muro di omertà che viene rotto proprio dalle denunce radiofoniche del giovane. Sono gli anni delle rivolte studentesche del Sessantotto a Roma e nelle altre grandi città italiane. Nelle periferie d’Italia si guarda tutto dalla televisione. Per Peppino la sfida è quella di dire no alle regole imposte dalla mafia. Per lui e per i suoi amici di Radio AUT la priorità è quella di stare al fianco dei contadini che si battono contro l’esproprio delle loro terre per ampliare un aeroporto. E’ così Peppino si avvicina al Partito Comunista, ma nota una certa lentezza di azione. Così fonda un giornale. Fa opera di denuncia senza mezze misure e pur essendo avvertito e contrastato dal padre, Peppino fa nascere il circolo “Musica e cultura”. Iniziano gli anni delle denunce attraverso le mostre fotografiche fino ad arrivare a Radio AUT, una emittente che diventa famosa in tutta la Sicilia. Pur avvisato e minacciato, Peppino cerca forme di impegno sempre più incisive. Nel 1978, in vista delle elezioni comunali, decide di candidarsi nelle liste di Democrazia Proletaria. Due giorni prima del voto salta in aria sui binari della ferrovia. La morte viene rubricata come ‘incidente sul lavoro’.