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Resistenza. Pietro Stallone e la difesa del Palazzo delle Poste di Bari

Bari, 9 settembre 1943: il giorno dopo l’armistizio annunciato dal maresciallo d’Italia Pietro Badoglio, l’Italia è spaccata in due. A sud gli Alleati anglo-americani risalgono lo stivale con l’obiettivo di respingere i nazi-fascisti mentre a nord si costituisce la Repubblica sociale italiana fedele a Benito Mussolini nonostante la caduta del fascismo il 25 luglio 1943. Sono i giorni del disorientamento e dello sfaldamento delle Forze Armate, dentro e fuori i confini nazionali. Nelle città e nei piccoli centri della penisola la reazione dei tedeschi non si fa attendere: rastrellamenti, uccisioni e deportazioni sono all’ordine del giorno. Moltissimi militari, ormai stanchi di una guerra inutile, con l’aiuto della popolazione civile organizzano sacche di resistenza che aiuteranno a rafforzare l’azione dei gruppi partigiani contro gli occupanti.

palazzo_della_postaNel capoluogo pugliese, il Palazzo delle Regie Poste, sede degli impianti telegrafici e telefonici di Stato, diventa un luogo simbolo della resistenza barese. Il generale Nicola Bellomo (accusato ingiustamente dagli inglesi, fucilato nel ‘45, ma decorato con la medaglia d’argento al valor militare nel 1951, ndr), una volta venuto a conoscenza della notizia che la Wehrmacht aveva organizzato un’azione dei guastatori per distruggere le principali infrastrutture portuali della città pugliese, raccolse alcuni nuclei di militari italiani presso la caserma della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale e della Guardia di Finanza. Alla Direzione delle Poste il personale in servizio con l’aiuto dei Carabinieri della Censura Postale si organizzarano anch’esse per difendere la sede, indubbiamente un luogo strategico-militare molto importante. È qui che emerge la grande figura di Pietro Stallone e di altri sindacalisti che rischiarono la loro stessa vita per difendere gli impianti radio telegrafici e telefonici (da leggere il libro di Vito Antonio Leuzzi Inferno su Bari. Bombe e contaminazione chimiche 1943-1945, Edizioni Dal Sud, ndr).

Stallone, che dopo il 25 luglio del ‘43, aveva ricostituito la Federazione postelegrafici e telefonici, essendo anche stato nella Prima guerra mondiale un ufficiale radio telegrafista, riunì la milizia al postale al 90 per cento convincendoli che il loro dovere prima di tutto era quello della fedeltà all’Italia in difesa prima di tutto del lavoro, della patria, della libertà e del Re. All’arrivo dei tedeschi la battaglia la reazione fu immediata e decisa tanto da far arretrare i nazisti difendendo anche Radio Bari, utile strumento di informazione e comunicazione nella costituenda rete radiofonica dell’Italia liberata dagli Alleati. Fu proprio a Bari, grazie anche a quest’azione, che i sindacati dei dipendenti della Pubblica amministrazione, come ebbe modo di scrivere Pietro Stallone «si dettero convegno negli ultimi mesi del 1944 per gettare le basi del sindacato unitario».

Un fatto storico, quello del 9 settembre ‘43, che oggi viene ricordato in una lapide al Palazzo delle poste di Bari, così come la figura di Pietro Stallone che nella sua vita si battè per far istituire il Ministero delle Poste e Telecomunicazioni mentre nel 1953 in quallità di consigliere Enpas riuscì a far estendere il diritto di assistenza sanitaria a tutti i pensionati pubblici.

A questo sindacalista nato a Bitonto, nel barese, il Comune di Roma ha dedicato un Largo nel V Municipio e il Comune di Bari una strada.