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Sulle ali dei Carabinieri. 60 anni per il Servizio Aereo dell’Arma

Un volo lungo sessant’anni accanto agli italiani nella quotidianità e nei momenti delle tragedie. Nei cieli per dare supporto ai militari dell’Arma impegnati nel contrasto alla criminalità organizzata e ai traffici illeciti. Sempre in prima linea il Servizio Aereo dei Carabinieri, nato il 15 maggio 1964, quando a Frosinone, presso la “Scuola di Volo Elicotteri” dell’Aeronautica Militare, è stata istituita la 1^ Sezione Elicotteri Carabinieri. Oggi, il Raggruppamento Aeromobili Carabinieri (RAC) è la componente “operativa” del Servizio Aereo dell’Arma, il Reparto dipendente dalla Divisione Unità Specializzate Carabinieri, a sua volta subordinata al Comando delle Unità Mobili e Specializzate Carabinieri “Palidoro”.

Le capacità d’intervento dei Reparti Territoriali e delle Unità Specializzate dell’Arma sono accresciute dal sostegno del Servizio Aereo. Il RAC si occupa degli aspetti concettuali ed organizzativi per l’addestramento, l’operatività e la logistica dei Reparti che ne dipendono (Nuclei Elicotteri Carabinieri) ed esecutivo per il proprio livello di comando.

Il Raggruppamento Aeromobili Carabinieri ha la sua base all’Aeroporto di Pratica di Mare con compiti di coordinamento operativo dei Nuclei Elicotteri omogeneamente distribuiti sul territorio nazionale, a cui è devoluto il servizio di primo intervento nei rispettivi territori di competenza.

Alle dipendenze del Raggruppamento Aeromobili Carabinieri operano un Gruppo Volo (con un Nucleo Aeroplani e 2 Nuclei Elicotteri di Pratica di Mare e di Roma-Urbe); sedici Nuclei Elicotteri periferici, per garantire la copertura operativa dell’intero territorio nazionale con tempi di intervento contenuti in 30 minuti. Complessivamente la flotta si compone di 59 elicotteri e 2 velivoli ad ala fissa (aerei Piaggio P180). La componente aerea si integra con le unità a terra, per le quali assicura una vasta tipologia di interventi di sorveglianza e supporto: dall’ausilio per l’individuazione di autovetture in fuga o di persone in difficoltà al trasporto dei “Cacciatori”, dal monitoraggio dei servizi di ordine pubblico attraverso la trasmissione d’immagini con i sistemi di ripresa in dotazione al supporto dei reparti specializzati dell’Arma nel contrasto dei reati ambientali e in ogni altra possibile attività.

Il Servizio Aereo supporta inoltre unità dei Paracadutisti nell’attività aviolancistica di mantenimento della capacità operativa e svolge servizio di sostegno e trasporto nelle attività addestrative e operative del Gruppo di Intervento Speciale.

E proprio a Pratica di Mare il 25 settembre alla presenza del Comandante Generale, Generale di Corpo d’Armata Teo Luzi si è svolta la cerimonia di celebrazione del 60° Anniversario della fondazione del Servizio Aereo dell’Arma dei Carabinieri. All’evento, preceduto dalla deposizione di una corona di fiori in ricordo dei caduti del Servizio Aereo, ha preso parte una vasta platea di ospiti, dal Senatore Maurizio Gasparri ad Alessandra Bruni, Presidente Ente Nazionale per l’Aviazione Civile fino ai Comandanti Generali emeriti ed ex Comandanti del Raggruppamento Aeromobili Carabinieri (RAC). La cerimonia si è aperta con un saluto del Comandante del RAC, a cui è seguita la proiezione di un filmato celebrativo.

Il poeta Gabriele d’Annunzio, al quale si deve l’invenzione del neologismo “velivolo”, definì così il volo: “Il momento in cui si lascia la terra è di una dolcezza infinita”. Sulla scorta di emozioni sessantennali, tra le iniziative tese a celebrare la ricorrenza, è stato dunque presentato un foglietto erinnofilo, realizzato a cura dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, che cristallizza su carta l’anniversario della nascita di un’eccellenza dell’Arma dei Carabinieri.

Gen. Teo Luzi, Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri

“Nel corso di questi 60 anni, i nostri equipaggi si sono distinti in numerose missioni operative, dimostrando professionalità, determinazione e tenacia, nella piena consapevolezza dell’elevato rischio a cui andavano incontro – ha detto il Generale Teo Luzi, Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri -. Ricordo, tra tutte, l’intervento in occasione della rivolta all’interno del carcere di Trani nel dicembre 1980, quando tre elicotteri fecero sbarcare sulla struttura personale del G.I.S. pronto all’irruzione.  Altrettanto qualificante è il supporto per la messa in sicurezza delle popolazioni colpite da calamità naturali, di cui purtroppo abbiamo memoria anche recente.  Nel contesto dell’osmosi tra i Reparti dell’Arma, la componente aerea si integra perfettamente con le attività svolte dalle unità a terra e si completa con il connubio tattico con i quattro Squadroni eliportati “Cacciatori” orientati all’impiego in aree impervie e altrimenti difficili da raggiungere.

L’Arma continuerà a puntare con decisione alla mobilità nella terza dimensione – ha aggiunto il Generale Luzi -. Il recente piano di rinnovamento delle linee di volo porterà, nel prossimo decennio, alla graduale immissione di 50 aeromobili di ultima generazione, dotati di tecnologie costruttive, sistemi avionici ed equipaggiamenti all’avanguardia, in grado di offrire spiccate capacità operative ed elevatissimi standard di sicurezza”.

A Pratica di Mare per celebrare i 60 anni del Servizio Aereo dell’Arma dei Carabinieri

Per la ricorrenza, un logo celebrativo dei 60 anni del Servizio Aereo dell’Arma è stato apposto sulla fiancata degli elicotteri AW169 di recente acquisizione. Inoltre è in corso, da parte dell’Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri, la realizzazione di un libro fotografico che con suggestive immagini omaggia le donne, gli uomini e i mezzi che hanno dato e continuano a dare lustro all’Istituzione nello specifico settore.

Negli anni cinquanta, anche in Italia a diffondersi l’impiego da parte delle forze di polizia della nuova “macchina volante” ad ala rotante, nata sul finire del secondo conflitto mondiale: l’elicottero. Da subito il Comando Generale dell’Arma ne intuì le notevoli opportunità d’impiego, dal controllo dall’alto del territorio al trasferimento veloce del personale. Pertanto, nel lontano 1956, fece qualificare presso l’Aeronautica Militare sei ufficiali subalterni nella “Osservazione Aerea”, impiegati successivamente con elicotteri e con piloti dell’Aeronautica Militare, in zone di particolare interesse operativo (Lazio, Sicilia e Sardegna). Già nel maggio del 1960, atteso l’evidente successo conseguito principalmente in missioni antiabigeato ed aerocooperazione in occasione di rastrellamenti e battute, l’Arma acquisì i primi quattro elicotteri e successivamente, a partire dal 1963, inviò le prime aliquote di proprio personale a frequentare i corsi della “Scuola di Volo Elicotteri” (Frosinone) e della “Scuola Specialisti” (Caserta), entrambe dell’Aeronautica Militare, per la necessaria qualificazione alla neonata specialità.

Nel 1964 fu quindi costituita, presso la citata Scuola di Volo Elicotteri dell’Aeronautica Militare, la prima Sezione Elicotteri dell’Arma, trasferitasi successivamente (1965) a Pratica di Mare (Roma) con la denominazione di “Base Elicotteri”. Nel periodo 1960-1969 furono acquisiti un totale di trenta elicotteri Agusta-Bell della serie AB 47 (tipo AB 47J, AB 47J3, AB 47G3-B1). Dal 1965 si procedette alla costituzione dei primi Nuclei Elicotteri nelle sedi di Bolzano, Cagliari e Palermo, alle dipendenze di impiego e disciplinare delle rispettive Legioni, mentre, per le dipendenze addestrative e tecniche della “Base Elicotteri” di Pratica di Mare, che nel 1966 assunse la denominazione di “Centro Elicotteri”. Seguì negli anni successivi la costituzione di altri reparti di volo, sino
all’attuale configurazione con 18 Nuclei Elicotteri. Dal 1971 ebbe invece inizio l’acquisizione nella linea dell’Arma dei primi elicotteri AB 205, che si completava nel 1973. Nello stesso anno venne intrapresa l’acquisizione degli elicotteri AB 206 con un primo lotto, a cui seguì un secondo lotto a partire dal 1978.

I carabinieri del Servizio Aereo incontrano i ragazzi delle scuole

Infine, nel 1979, si iniziò l’acquisizione di elicotteri biturbina della serie A 109, idonei a condurre missioni di volo sempre più impegnative anche su centri abitati, superfici d’acqua e zone impervie.
Contemporaneamente si iniziò – per sopraggiunta obsolescenza – la radiazione dalla prima linea di volo degli elicotteri della serie AB 47, che si concluse nel giugno 1981. Ed è così che a partire dal 1979, i Nuclei elicotteri dei Carabinieri cominciarono a ricevere l’elicottero italiano Agusta A109, i cui modelli consegnati si susseguirono negli anni successivi: gli A109A/A-II dal 1979, gli A109E Power dal 2000 ed infine gli AW109N Nexus dal 2008.

Nel corso del 1984 cominciarono ad arrivare anche i primi esemplari del potente biturbina quadripala Agusta-Bell AB-412. Una scelta dettata dalla necessità di equipaggiare l’Arma con un mezzo moderno, potente e versatile, da destinare ai compiti di trasporto truppe con il quale sostituire gli ormai anziani AB 205. Questi elicotteri multiruolo operavano anche in appoggio alle unità speciali, quali il Reggimento carabinieri “Tuscania”, gli Squadroni “Cacciatori” e il Gruppo di intervento speciale (G.I.S.).

Nel 1999 il Centro Elicotteri fu riordinato in Raggruppamento Elicotteri e, a partire dal 2006, assunse l’attuale denominazione di Raggruppamento Aeromobili Carabinieri, in concomitanza con
l’immissione in servizio del primo aeromobile ad ala fissa: il Piaggio P180 Avanti II. Esso viene tuttora impiegato per compiti istituzionali di trasporto veloce sia in missioni di collegamento che in missioni speciali. Nel 2019 arrivarono i primi elicotteri Agusta Westland AW139 per sostituire a mano a mano gli ormai obsoleti AB 412 che saranno definitivamente rimpiazzati con i nuovi AW169, entrati in linea a partire dal 2023. Nel corso del 2024, infine, arriveranno i primi esemplari del nuovo elicottero monomotore AW119.

I compiti del Servizio Aereo possono essere così riassunti: “Assicurare la disponibilità di equipaggi per l’effettuazione di missioni volo a supporto dei reparti dell’Arma per l’assolvimento dei compiti di Istituto”, quale funzione diretta delle esigenze dei reparti territoriali e speciali nella loro incessante capillare azione preventiva e repressiva della criminalità, di tutela dell’ordine pubblico e di difesa delle istituzioni dello Stato. Già impegnato anche in occasione di soccorso alle popolazioni in casi di calamità naturali o per esigenze umanitarie, dal 2017, a seguito dell’assorbimento nell’Arma del Corpo Forestale dello Stato, confluito nella specialità dei Carabinieri Forestali, fornisce concorso alla tutela e alla salvaguardia ambientale espletando anche missioni di antincendio boschivo, grazie agli assetti aerei ereditati in quell’occasione.

Vincenzo Grienti

Per approfondire:

La storia. Le acrobatiche imprese di Ernesto Cabruna, il carabiniere volante 

Il 26 settembre 1918: mancano poche settimane all’epilogo della Grande Guerra. Un caccia monoposto Ansaldo A.1 Balilla, un monomotore di fabbricazione interamente italiana, decolla dalla base di Marcon per risalire tutto il Piave, sorvolando gli altipiani con l’obiettivo di osservare e prendere nota delle postazioni austro-ungariche. A bordo dell’aereo c’è Ernesto Cabruna, da tutti conosciuto come «il carabiniere volante». (da Avvenire, articolo di Vincenzo Grienti)

 

L’esemplare dello Spad VII, lo stesso modello pilotato da Ernesto Cabruna esposto presso la Scuola Ufficiali dei Carabinieri di Roma

Ernesto Cabruna è il più noto dei ben 173 Carabinieri aviatori che nel corso del primo conflitto mondiale fecero parte del Corpo eeronautico militare dell’Esercito meritando 20 ricompense al valor militare. Come tutti i volontari impegnati nel nuovo servizio aereo, questi carabinieri continuavano ad appartenere a tutti gli effetti all’Arma di provenienza conservandone tutte le prerogative, a partire dall’uniforme. Erano uomini coraggiosi, che sfidavano la sorte in ogni volo, non soltanto contro il nemico. Un coraggio che Cabruna aveva già dimostrato offrendosi volontario nel 1911 durante la guerra italo-turca e di nuovo nel 1915, raggiungendo il fronte della Grande Guerra e meritando presto una prima medaglia di bronzo al valor militare per aver soccorso dei feriti civili sotto il fuoco dell’artiglieria austriaca».

Nella foto sopra il tenente Ernesto Cabruna