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Umberto Natali: dalle trincee della Grande Guerra all’ambasciata d’Italia in Colombia

Nel 1950, in virtù del Decreto del Presidente della Repubblica n. 1168 in data 12 giungo, fu soppressa a Bogotà la gloriosa Legazione d’Italia in Colombia e istituita, nel contempo, l’Ambasciata d’Italia. Era stata, questa, una precisa volontà che lo stesso Ministro degli Affari Esteri, il celebre Conte Carlo Sforza, aveva espresso a Bogotà, incontrando le massime autorità di quella Repubblica, in occasione della poco conosciuta “Missione straordinaria in America Latina”, che lo Statista italiano fece dal 23 luglio al 5 ottobre del 1949. In quella circostanza, il prestigioso e delicato incarico fu attribuito, dal Ministero degli Affari Esteri, Conte Carlo Sforza, ad un Diplomatico di vastissima esperienza, peraltro a pochi anni dal suo pensionamento. Ci riferiamo al Comm. Umberto Natali, allora già sessantenne, il quale avrebbe tenuto le redini della rappresentanza italiana nel Paese Latino-americano sino al 1954. A lui è dedicato il presente saggio: un modesto ricordo di un grande “Servitore dello Stato”, il quale, come vedremo, a breve ricoprì incarichi di altissimo prestigio, nella sua lunga ed esaltante carriera, e che lasciò la bellissima Colombia esattamente settant’anni fa.

Da Supino al Ministero degli Affari Esteri (1890 – 1913)

Umberto Natali nacque a Supino (Roma) il 9 marzo del 1890, figlio di Carlo. Diplomatosi Ragioniere, fu assunto al Ministero degli Esteri, a far data dal 10 febbraio del 1913, in qualità di “Volontario di Ragioneria” in servizio presso la Ragioneria Centrale, 3° Reparto “Riscontro”. Promosso Ragioniere di 4^ classe il successivo 11 luglio, assurse alla 3 classe il 22 aprile del 1914. Il Natali rimase agli Esteri anche dopo aver conseguito la Laurea in Scienze Politiche e Coloniali, nel novembre dello stesso 1914, per poi prendere parte alla “Grande Guerra”, in qualità di Sottotenente di Fanteria presso un Reggimento di stanza a Catanzaro, a ciò nominato il 17 novembre del 1915. Passato, in seguito, nella Specialità dell’Amministrazione, fu promosso Tenente il 30 giugno del 1916, partecipando così anche alle Campagne del 1917 e del 1918. Congedatosi con il grado di Tenente, fu poi promosso Capitano di Complemento di Amministrazione nel febbraio del 1929. Il Dottor Natali fu insignito di varie onorificenze spettanti a chi aveva preso parte al conflitto, ma soprattutto di importanti gradi nell’ambito dell’Ordine della Corona d’Italia e di quello dei Santi Maurizio e Lazzaro. Dopo la smobilitazione, riprese il vecchio incarico presso la Ragioneria Centrale degli Esteri, ove ottenne la promozione a Ragioniere di 2^ classe l’8 giugno del 1919. Il Natali, a seguito di apposito concorso, fu, quindi, ammesso nel Corpo Consolare a far data dal 7 dicembre del 1922, assegnato in un primo tempo allo stesso Ministero. Da quella data si avviò così alla carriera diplomatica, raggiungendo il grado di Vice Console, il 30 novembre del 1923. In quel frangente esercitò il ruolo di Segretario in occasione dei vari concorsi indetti dallo stesso Dicastero.

Segretario, dal dicembre 1923, presso la Delegazione Italiana alla Commissione Centrale del Reno, a Strasburgo, il Dottor Natali prestò poi servizio a Dresda, Parigi e nuovamente a Strasburgo, e così via, operando presso tale Ente per un lungo periodo, alternandosi con altri incarichi alla sede di Roma, ovvero di Segretario presso altre Commissioni Diplomatiche, sempre a livello europeo. Fu solo nel dicembre del 1931 che il Diplomatico fu destinato a Lubiana, in qualità di Console Generale (era stato promosso Console di 1^ classe il 24 dicembre del 1930). Nel 1936 – nel frattempo si era unito in matrimonio con la cittadina Rumena Magda Eva Óvari – tornò in Italia, quale membro della Commissione per la riforma Legislativa Consolare. Richiamato al Ministero degli Affari Esteri, nel maggio del 1937, disimpegnò vari incarichi amministrativi, mentre dal maggio dell’anno seguente fu nominato Addetto al Gabinetto del Ministro. A far data dall’11 luglio seguente fu, quindi, a Capo della Segreteria Particolare del Ministro, inizialmente al servizio del Conte Galeazzo Ciano e, dal 5 febbraio al 25 luglio 1943, di Benito Mussolini. Non abbiamo, tuttavia, notizie riguardo alla sua posizione all’indomani della caduta del fascismo. È verosimile ritenere che il Console Natali abbia continuato a prestare servizio presso il Ministero, almeno sino alla liberazione. Dopo la guerra, il Diplomatico  riprese gli incarichi di rappresentanza all’estero, destinato inizialmente a Damasco e, infine, a Bogotà.

Umberto Natali, primo Ambasciatore d’Italia in Colombia (1950 – 1954)

Nel corso dello stesso 1950, appena ottenuta la firma del Decreto Presidenziale con il quale s’istituiva in Bogotà l’Ambasciata della Repubblica Italiana, fu lo stesso Ministro degli Affari Esteri, Conte Carlo Sforza, anche lui Diplomatico di carriera, già titolare di tale Dicastero dal 1920 al 1921, a scegliere il Comm. Umberto Natali, quale primo Ambasciatore d’Italia in Colombia. Umberto Natoli, a pochi anni dal pensionamento, lasciò, quindi, la Siria alla volta della Colombia, ove giunse nel corso della stessa estate del 1950, presentando le tradizionali lettere credenziali al Presidente di quello Stato, Luis Mariano Ospina Pérez. Natali eredità così la guida della Rappresentanza italiana in Colombia, sin lì retta dal Ministro Plenipotenziario, Console Generale Dino Secco Suardo, il quale aveva assunto la titolarità della storica Legazione nel corso del 1948. Gli anni che il Comm. Natali trascorse in Colombia non furono certo facili, tenendo peraltro presente il fatto che il Paese era piombato nuovamente nel caos, tra un colpo di Stato e l’altro. Nell’agosto dello stesso 1950, era subentrato al Presidente Ospina Pérez il suo Ministro degli Affari Esteri, Laureano Eleuterio Gómez Castro, del Partito Conservatore Colombiano, il quale sarebbe passato alla storia per aver scatenato il terrore nelle campagne, sterminando i contadini, i quali risposero on l’organizzazione della guerriglia, portata sin nelle Regioni dell’altopiano. Vittime della sua persecuzione lo sarebbero state anche le Missioni protestanti, innescando il risentimento da parte degli Stati Uniti d’America. Il Presidente Gómez Castro non concluse il suo mandato per motivi di salute e fu costretto, nel novembre del 1951, a cedere il potere a Roberto Urdaneta Arbeláez, che lo gestì ad interim fino al giugno 1953. L’Ambasciatore Umberto Natali avrebbe usufruito di una grande stima anche da parte dello stesso Capo del Governo, Alcide De Gasperi, Ministro degli Affari Esteri “ad interim”, a seguito della scomparsa del Conte Sforza, morto il 4 settembre del 1952. Non solo, ma l’Ambasciatore Natali sarebbe stato anche ricevuto, l’11 dicembre dello stesso ’52, dal Presidente della Repubblica, Luigi Einaudi. Il grande Diplomatico originario di Supino rimase a Bogotà sino al collocamento in pensione, il 17 settembre del 1954. Avrebbe lasciato per sempre l’America Latina, con l’amarezza di dover salutare per sempre i compatrioti italiani, sia quelli viventi in Bogotà, sia quelli facenti parte delle altre Comunità sparse nelle principali città del Paese, quali Cali e Medellin, peraltro in un contesto storico ancora molto critico per quella Nazione. Il 15 giugno 1953, infatti, l’ennesimo “pronunciamiento” aveva portato al potere il Generale Rojas Pinilla, il quale cercò di mettere fine alle continue rivolte che sconvolgevano ancora gran parte delle aree rurali, usando come al solito la violenza. Tornato, dunque, in Italia, il sessantaquattrenne Comm. Umberto Natali si stabilì definitivamente a Roma, tornando ad abitare nel suo storico appartamento in Via Maurizio Bufalini, n. 8, ove si spense nel corso degli anni Settanta.

Col. (a) GdF Gerardo Severino
Storico Militare